Azione austriaca contro il Montucolo Italiano

5 novembre 1915

Alla fine di ottobre giunsero sul Col di Lana numerosi rinforzi austriaci:
- la 2ª/1° Kaiserjäger;
- metà della 201ª sezione mitragliatrici bavaresi;
- il V/III Landesschützen (cap. Valentini, che assunse il comando del settore).
Vennero ritirate e restituite al Rayon IV le compagnie del 4° Kaiserjäger; il 162° Landstürm passò in riserva presso Campolongo e venne sostituito dal I/2° Kaiserjäger. Il II/3° Kaiserjäger venne trasferito a Corvara per ricevere i complementi ed essere riordinato. Al suo posto giunse nella notte tra il 30 ed il 31 il V/III Landesschützen. A fine mese le difese austriache contavano su 4500 uomini, 60 mitragliatrici e 50 cannoni.
Gli italiani, dopo i recenti successi, pensavano di avere ormai via libera verso la vetta ma le difese austriache erano forti e quindi anche da parte italiana si pensò bene di rafforzare le posizioni conquistate. Afferma il Caetani che: "Le trincee nemiche erano ben studiate, ma costruite in modo quasi rudimentale: un fosso profondo fino a spalla d'uomo: dal lato nostro un muro di sacchetti verdi o di sassi, alto mezzo metro, con poche feritoie e vari buchi per spiare il nemico. Ogni tanto, alla svolta delle trincee, un seggiolino blindato per tiratori di bombe. Lungo il parapetto, alla distanza di pochi passi, vi era una tavola sulla quale erano posate in profusione incredibile le granate a mano. Consistono in una scatola metallica, piena di esplosivo e munita di un manico di legno da cui esce un cordino che il soldato tira prima di lanciarla. "

Col di Lana
Le posizioni nell'ottobre del 1915 (da Schemfil)

Nella notte tra il 29 ed il 30 ottobre l'artiglieria austriaca inizia a battere le posizioni italiane del Costone di Salesei. Il col. Lauer ordinò di rioccupare immediatamente la FW 7 (Montucolo Italiano): 2 plotoni della 16ª/3° Landesschützen tentarono alle 19 del 5 novembre ma ebbero 1 morto, 3 feriti ed un disperso, in quanto vennero individuati a circa 50 metri dall'obiettivo. Il 6 novembre l'artiglieria italiana bombarda anche con i grossi calibri dal Col Torond, Alpe Ornella e Valiate, distruggendo le posizioni e rendendo inservibile una mitragliatrice.

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