Inizio dei lavori

Febbraio 1916

I lavori della galleria offensiva chiamata S. Andrea iniziarono dopo metà gennaio riunendo le tre gallerie ricovero da poco allestite e proseguendo lunga un'unica direzione. Vi lavoravano le due compagnie del Genio suddivise in 4 squadre e con l'incentivo di un premio in denaro per avanzamenti superiori agli 80 centimetri al giorno. Per evitare che il rumore venisse captato dagli austriaci due minatori (soldati Felice e Piantoni) idearono una trivella ad elica simile a quelle usate per il legno e lunga 5,5 metri; si poteva usare solo su roccia friabile e si dimostrò utile soprattutto per verificare la distanza della galleria dalla superficie. Altri accorgimenti per evitare il rumore furono:
- far brillare le cariche coprendole con il tiro dell'artiglieria;
- far scoppiare petardi in punti diversi per attrarre l'attenzione degli austriaci in direzioni diverse;
- utilizzo di ventilatori a mano per l'aerazione della galleria;
- assoluta riservatezza.

Cima Lana
Camminamento coperto presso Cima Lana (Arch. Morell)

Nonostante tutti gli accorgimenti gli austriaci si accorsero di quanto era in preparazione: fin da gennaio gli osservatori di artiglieria del Pordoi notarono i cumuli di terra e detriti sotto le posizioni del Col di Lana. Il comando austriaco (magg. Von Cordier) predispose per la sera del 2 febbraio un'incursione dietro le linee italiane. Al comando del cap. Sperlich (3° Kaiserjäger) si formarono 2 squadre: 50 uomini della 14ª (cad. Mayer e alf. Larber) e 20 della 13ª (alf. Heidacher). Dietro veniva una pattuglia di zappatori (alf. Grossman) con 19 cariche di ecrasite. Alle 20.50 le pattuglie mossero verso le posizioni italiane sotto il nevischio e con la temperatura a -6°C. Le pattuglie Heidacher e Mayer iniziano l'assalto alla trincea italiana a colpi di bombe a mano, mentre la pattuglia Larber si attarda nella nebbia. Il presidio italiano perse 16 uomini che si arresero colti di sorpresa e gli austriaci riuscirono a piazzare le cariche. Solo l'intervento di una compagnia di riserva (magg. Mezzetti) e di due mitragliatrici (seppure in ritardo per motivi di ansia dei serventi la prima e di inceppamenti la seconda) impedirono agli austriaci di occupare stabilmente la posizione. Questa la testimonianza del Mezzetti sull'episodio: "Verso le 2, mentre infuriava la tormenta, un altissimo fragore ruppe il silenzio della notte. Balzammo fuori dei ricoveri e con la compagnia di riserva accorremmo in trincea mentre facevo richiedere dal capitano Marinoni il fuoco delle batterie del Porè sulla trincea nemica."
Nel periodo tra febbraio ed aprile, il comando della 18ª Divisione ordinò alla brigata Alpi che nel settore Fedaia - Ombretta fosse maggiormente sviluppata (a scopo dimostrativo) l'attività delle pattuglie ed occupato il costone di q.1971 sul Ciampovedil e la sponda destra del Cordevole. Il 29 febbraio due compagnie del 60° Calabria con una squadra della 206ª del Val Cordevole occupavano la Ridotta Calabria. Nella notte tra il 22 ed 23 marzo il IV/52° Alpi con un plotone di bersaglieri del 3° Reggimento portavano a termine l'azione.
Da parte austriaca il 6 febbraio il IV battaglione viene sostituito dal II/2° Kaiserjäger, i cui effettivi sono 41 ufficiali, 1044 uomini, 125 cavalli e 27 carri:
 - Comandante del Battaglione il cap. Von Gasteiger (aiutante ten. Langer)
 - 5ª cp.: cap. Homa
 - 6ª cp.: ten. Von Tschurtschenthaler
 - 7ª cp.: cap. Von Falkhausen
 - 8ª cp.: ten. Walther
 - cp. mitragliatrici: cap. Gleisenberger
L'artiglieria disponibile al momento del cambio può contare 37 pezzi. Nella notte tra il 5 ed il 6 febbraio, la 7ª e 8ª occupano la vetta, mentre la 5ª e 6ª si posizionano nella Hangstellung. La spalatura delle trincee, lo sgombero delle vie di comunicazione ed il costante disturbo dell'artiglieria italiana non davano tregua al presidio.

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