I contrattacchi austriaci

18 aprile 1916

Primo contrattacco: 18 aprile, ore 4

Non appena il comando austriaco si rese conto che la cima era in mano italiana, diede l'ordine di riconquistarla, ma mancavano le truppe e le munizioni per l'artiglieria; inoltre il vantaggio della posizione migliore era stavolta dalla parte degli italiani. La 4ª/2° Kaiserjäger agli ordini del ten. Podgorski giunse al Col di Roda alle 1.30 del 18 aprile: essa doveva costituire il nucleo centrale dell'attacco, mentre la 4ª compagnia del battaglione Marebbe degli Standschützen avrebbe dovuto fungere da rincalzo. Il comando dei reparti venne affidato al cap. Glaiselberg.
Cima Lana
Punto di riferimento per l'attacco era sempre la galleria che portava alla vetta del Col di Lana; in questa direzione mosse il 2° plotone (cad. Pitra) che era partito dalla FW 8. Il 3° e 4° plotone (alf. Mayer e Kiers) partirono alle 3.45 dalla cresta del Sief. Di riserva restava il 1° plotone (ten. Lins). Per tre volte il serg. Oppacher tentò di piazzare una mitragliatrice su q.2387 (Grat-Stützpunkt o Crode de Cianabona o anche Paul) ma il tiro del pezzo da montagna italiano glielo impedì. Solo il caporalmaggiore Nusbauer (o Nussbaumer) con altri due uomini riuscì a raggiungere l'obiettivo e potè così osservare con i propri occhi lo schieramento italiano che rendeva impossibile qualsiasi altro tentativo in quella direzione. Gli austriaci decidono di scavare una seconda posizione sul fianco del Sief per costruire una nuova linea; a tale scopo viene fatta affluire la 11ª compagnia del 3° Kaiserjäger (cap. Mardegani) e tutte le forze disponibili nel Campo Alpenrose. In mattinata la 4ª/2° Kaiserjäger viene rilevata dalla 7ª/2° Kaiserjäger: nella Bergsappe rimane solo il plotone Mayer, mentre sulla vetta del Sief prende posizione la 5ª compagnia del cap. Homa.

Secondo contrattacco: 18 aprile, ore 8.45

Durante la mattinata calò la nebbia ed iniziò a nevicare; gli austriaci pensarono allora di approfittare delle favorevoli condizioni ambientali. Sia Oppacher che Nusbauer riuscirono a piazzare una mitragliatrice. Un gruppo di kaiserjäger cercò di avanzare ulteriormente verso la cima, ma quando si alzò la nebbia si ritrovarono esposti al tiro dei fucili italiani e furono costretti a retrocedere. Anche il gruppo Pitra non riuscì ad avanzare a causa del tiro delle batterie italiane del Padon, Col Toront e Migogn.

Terzo contrattacco: 18 aprile, ore 23.15

L'attacco viene rinviato alla sera dato che la nebbia di giorno si era completamente alzata. Diventa quindi necessaria la preparazione dell'artiglieria, ma data la ben nota scarsità di munizioni, le uniche due alternative possibili sono: a) fuoco di disturbo per impedire agli italiani di sistemare la difesa, oppure
b) 15 minuti di intensa preparazione prima dell'attacco.
Il Gasteiger optò per la soluzione b). Alle 22 il col. Vonbank diede il seguente ordine telefonico: "Si deve ripetere l'attacco sia dal Ferdole sia dalla Cresta, possibilmente con la nebbia e l'appoggio dell'artiglieria."
A notte inoltrata la 7ª/2° Kaiserjäger con i suoi 4 plotoni raggiunse il Camminamento B dal Ferdole, mentre 2 plotoni della 5ª si portavano sulla cresta del Sief (Gratweg). Il fuoco di preparazione doveva iniziare alle 20, ma poi venne spostato alle 23. Alle 22.40 giunse l'ordine di avanzata per i reparti attaccanti, ma solo i plotoni della 5ª erano in posizione mentre il 1°/7ª non riusciva a schierarsi per mancanza di spazio ed il resto del reparto (alf. Schafer) veniva colpito dalle mitragliatrici italiane della Ridotta Calabria. Al mattino del 19 le forze austriache nel settore erano dunque:
 . Cima Sief: 5ª/2° Kaiserjäger (cap. Homa) e due mitragliatrici
 . Caposaldo di cresta (q.2387): mezzo plotone della 5ª con una mitragliatrice
 . Rothschanze: 8ª/2° Kaiserjäger (ten. Walter)
 . Col di Rode: 4ª/167° Landstürm, 2ª e 3ª/2° Kaiserjäger
 . 2° linea sul fianco del Sief: metà della 4ª/2° Kaiserjäger con 87 zappatori
 . di riserva all'Aplenrose: metà della 4ª e la 1ª/2° Kaiserjäger

Rinuncia ad ulteriori contrattacchi

Il col. Vonbank ordinò un ulteriore attacco per le ore 0.30 del 19 aprile, di sorpresa e senza preparazione di artiglieria. Ma il magg. Gastaiger ed il col. Schleinitz esposero i loro dubbi, tanto che l'ordine venne ritirato alle 2 e sostituito con la richiesta di approntamento di una linea sul Sief; questa era già stata abbozzata nel novembre del 1915 ma era ora sepolta dalla neve. Erano inoltre state osservate colonne italiane di rincalzi sulla strada Alleghe - Caprile. Di parere opposto era il gen. Goiginger, il quale alle 15.40 ordina che "l'azione prevista per questa mattina deve essere attuata questa sera" e contemporaneamente esonera il col. Schleinitz il quale, all'atto di abbandonare il comando, si rivolse così ai suoi ufficiali: "Per ordine superiore questa sera verrà ancora attaccata la Cima Lana. Sono però convinto che tale azione non avrà buon esito. L'avanzata deve avvenire in fila indiana sia dal Ferdole, sia dalla Cresta, il terreno per schierarsi è troppo vicino alla linea italiana ed è illuminato dai riflettori e, come ieri, noi saremmo subito visti. Gli uomini sono esposti sia al fuoco dell'artiglieria sia a quello della fucileria ed è mia convinzione che anche questo tentativo non raggiungerà lo scopo. Un quarto scacco avrebbe una deleteria influenza sul morale della truppa, che in questo momento deve essere tenuto alto, perchè nei prossimi giorni dovremo difenderci da altri probabili attacchi italiani, ed inoltre abbiamo bisogno di uomini per sistemare la nuova linea difensiva ("Peter") sulle pendici occidentali del Sief."
Il comando del settore venne affidato al magg. Walterskirchen che però alle 18 riceve l'ordine di spostare l'attacco alla sera del giorno dopo. La notte del 19 aprile e la mattina del 20 passarono tranquille. Per decidere la strategia venne convocato a Corvara un consiglio di guerra ai massimi livelli; vi partecipavano il gen. Goiginger (comandante della divisione Pustertal), il col. Huembrenner (capo di stato maggiore della divisione), il col. Pengov (comandante divisionale dell'artiglieria), il col. Vonbank (comandante della 96ª brigata di fanteria) con i suoi collaboratori col. Festner, col. Schleinitz, magg. Gebauer e cap. Maresch. Più tardi giunsero il gen. Roth, il gen. Lemaic, il cap. Rada, il gen. Friedl, il magg. Torboglav ed il col. von Sparber. Il gen. Roth diede ordine di tenere il più a lungo possibile la Rothschanze in modo da permettere la sistemazione difensiva della linea "Peter". In caso di attacco con forze preponderanti il presidio avrebbe dovuto ritirarsi sul costone (q.2101) che scende dal Sief verso il Col di Roda, mantenendo il collegamento con l'adiacente linea. Anche il gen. Goiginger si convinse che non c'erano possibilità di successo per l'attacco e sospese l'azione.

Cratere di cima Lana
Il cratere di cima Lana (Arch. Morell)

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