Primo attacco italiano a Son Pauses

7-15 Giugno 1915

Son Pauses A fine maggio la linea d'investimento della 2ª Divisione correva immediatamente a nord di Cortina: Col Drusciè - Cadin - Staulin, con posti avanzati a Cianderou e Ponte Sega, ed era collegata con la 10ª Divisione presso Passo Tre Croci. L'appoggio di artiglieria venne garantito dai pezzi da 149 piazzati allo scoperto sulle pendici più basse del gruppo del Pomagagnon (una batteria di obici pesanti campali, più l'8ª batteria della 2ª frazione del Parco d'Assedio di cannoni da 149A ed una batteria di mortai da 210), mentre i fanti della brigata Como (23° e 24° Fanteria) saggiavano la linea sotto il passo di Cimabanche. L'attacco viene suddiviso in tre colonne dal gen. Nasalli Rocca:
- Colonna di Sinistra: costituita dal II/8° Bersaglieri (col. Martinelli), rinforzato dalla 30ª e 83ª compagnia del Fenestrelle che aveva il compito di puntare sul Col Rosà per le falde nord est della Tofana e per la Val Fiorenza, dirigendosi poi su Ponte Alto e Col Becchei di sotto.
- Colonna di Centro: affidata al col. Pistoni (e del t. col. Vacca) del 23°, costituita dal IV/23°, al quale si aggiunse poi il I/24° (magg. De Rossi) doveva portarsi a Podestagno per la sponda sinistra del Boite e poi proseguire frontalmente su Son Pauses.
- Colonna di Destra: costituita dal 53° fanteria (col. Wilmant) che per la Val Padeon deve raggiungere il rio Felizon, quindi per la Val de Gottres, puntare sulle falde est della Croda dell'Ancona.
Il mattino del 7 giugno Forcella Fiorenza viene colpita dalle granate a shrapnel italiane. Nel pomeriggio dell'8 giugno, seguendo le direttive dell'attacco, il 53° giunse sul rio Felizon, fra Ponte dell'Ancona e S. Biagio (poco dopo Ospitale) e si spinse fino alle pendici est della Croda dell'Ancona. I fanti del 23° (colonna di centro) occupano Podestagno (il giorno 9, probabilmente) ed i bersaglieri raggiungono la testata della Val Fiorenza e le due compagnie di alpini si portano verso Ponte Alto. Scopo dell'azione è quello di coprire l'azione della colonna centrale. Una pattuglia di tiratori (s.ten. Burtscher) sale su un'altura a nord di Ponte Alto per far fuoco sugli italiani avanzanti. Lo stesso giorno una pattuglia italiana muove verso il prato di Progoito, ma il suo comandante (cap. Adorni della 8ª/8° Bersaglieri) viene ucciso da un cecchino appostato nel "posto Flügel" (sopra una cornice del Vallon Bianco, zona Tofane); il giorno seguente gli italiani possono recuperare le salme, grazie all'ordine del ten. Klaus che impedì di sparare sugli italiani. Nella notte tra il 7 e l'8 giugno le due compagnie del Fenestrelle si trincerano presso Forcella Fiorenza ed il Col Rosà; durante la giornata dell'8 occupano Ponte Alto. Presso lo sbarramento di Fanes giungono 2 compagnie tedesche (del battaglione del magg. Plötz) e due pezzi di artiglieria da montagna austriaci. Una pattuglia mista (austro-tedesca) al comando del capopattuglia Neumann viene catturata dagli italiani, mentre una compagnia italiana che stava minacciando la pattuglia Klapeer viene a sua volta sorpresa da una pattuglia da incursioni tedesca (ten. Klaus e s.ten. Burtscher).
La posizione occupata dagli italiani non era per nulla tranquilla in quanto esposta da tre lati alle eventuali offensive austriache; infatti nella notte tra l'8 ed il 9 giugno arriva per gli austriaci l'ordine di dirigersi dallo sbarramento di Fanes verso Ponte Alto per sloggiare gli italiani e ristabilire il collegamento con le truppe di Ra Stua. La 3ª/II Reserve Jäger dalla Val Travenanzes ed una compagnia austriaca da Castel S. Uberto dovevano appoggiare l'attacco. Nella notte, la 2ª/II Jäger (ten. Klaus) passa all'attacco. Dietro suggerimento del cap. Baccon, le due compagnie di alpini si dispongono a semicerchio. I bavaresi attaccano per primi nella notte e vengono respinti in 40 minuti di scontro; lasciano sul campo 5 morti, 16 feriti e 6 prigionieri. A proposito di questa azione, il Krafft scrisse il 10 giugno: "Le ore del mattino hanno recato l'incresciosa notizia che una compagnia del Bayerisches Reserve-Jägerbataillon 2, durante un'azione notturna su Ponte Alto, è incappata in un agguato. [...] Il più grave tuttavia si è che siffatte imprese sono in stridente contrasto con la volontà, reiteratamente espressa, del nostro comando supremo, e con le istruzioni impartite al tenente generale. E' vero che il Ponte Alto si trova in territorio austriaco, ma nel caso presente le truppe germaniche si sono incontestabilmente comportate da assalitrici, spingendosi assai oltre la linea di difesa, e lasciando con tutta probabilità dei prigionieri. Se gli italiani vorranno sfruttare politicamente questo episodio, si sarà verificato proprio ciò che non sarebbe dovuto accadere."
All'alba del 9 giugno parte l'attacco degli austriaci che però fallisce subito.
Il 10 l'azione viene sospesa "per la necessità di preparare un vigoroso e complesso attacco". Per agevolare l'azione della colonna di sinistra venne gettata nella mischia anche la Reggio, che doveva procedere con azione avvolgente per il Col dei Bos e Val Travenanzes. La colonna di centro venne rinforzata dal I/23° (t. col. Zoppi) e dal III/24° e da una batteria del 13° ed una del 17° Artiglieria da Campagna; le altre colonne rimasero invariate. Gli austriaci risposero con 2 compagnie del I/1° Jäger bavaresi allo sbocco di Ponte Alto e Col Becchei, il I/14° IR rinforzato da reparti di Standschützen allo sbocco di Son Pauses, un'altra compagnia del I Jäger bavaresi con i finanzieri e gendarmi di Cortina nella parte alta della Val de Gottres. Altre 2 compagnie del I Jäger bavaresi erano in riserva a Ra Stua e nelle opere di Son Pauses era presente una batteria da montagna. Alle 5 del 13 giugno iniziò il fuoco dell'artiglieria ed alle 10 mossero le fanterie, così descritto nei documenti ufficiali: "Le colonne di destra e di centro guadagnarono lentamente terreno, rispettivamente in Val Gottres e verso Son Pauses. Quella di sinistra superò la testata di Val Fiorenza verso le 11 ed i suoi nuclei avanzati erano già a Ponte Alto quando il comandante della colonna venne a conoscere che il movimento avvolgente per il Col dei Bos e la Val Travenanzes non era riuscito. Il col. Martinelli incaricò la 30ª alpini di seguire la rocciosa falda della Tofana III e di puntare verso Furcia Rossa e la Val di Fanes, per ottenere, con movimento a raggio più ristretto, ma contro gli stessi obiettivi, gli effetti che si attendevano dall'azione tentata dal III/45° del magg. Ottina. Fu ripreso così l'attacco che procedette vivamente contrastato per tutta la giornata. [...] L'attacco delle tre colonne, forzatamente lento, ma tenace, continuò nei giorni 14 e 15 ed assunse una particolare caratteristica. Il terreno impervio, a zone transitabili obbligate, non consentiva di trarre alcun vantaggio dalla superiorità numerica. Le colonne d'attacco erano costrette a spezzare l'azione ed affidarla a piccoli nuclei che, avviati dove il terreno consentiva il movimento venivano poi inesorabilmente fermati da validi rafforzamenti in roccia con fasce di reticolati e non superabili con i mezzi di cui i reparti disponevano, oppure dal fuoco di tiratori abili, invisibili, ben appostati fra le rocce, inafferrabili. E se la forza da noi messa in moto per l'azione era considerevole, in effetti non combatterono che piccoli reparti di forza non superiore a quella opposta."
L'attacco durò ininterrottamente per tre giorni, per poi venire sospeso definitivamente il 16 giugno, senza aver ottenuto nessuno degli obiettivi prestabiliti.

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