Azioni in Valparola

Ottobre-Dicembre 1915

Quando gli alpini si poterono affacciare sulla Valparola, notarono 4 grandi baracche che servivano da alloggio per i kaiserjäger del presidio del Trincerone Vonbank: venne però disposto che tali edifici (a due piani e muniti di stufa) non venissero disturbati al fine di individuare il momento migliore per colpirli.
Verso la fine di ottobre, due pezzi da 37 ed uno da 65 della 3ª batteria del 1° reggimento artiglieria da montagna vennero messi agli ordini del ten. Mari; vennero anche predisposti degli appostamenti per le 3 sezioni mitragliatrici che si trovavano nella Cengia e nuovi muretti a secco lungo il bordo occidentale della cresta.
Il 7 novembre, alle 13, al momento del rancio, il ten. Mari apriva il fuoco da una cannoniera provvisoria. In breve tempo incendiò e distrusse i 4 ricoveri e poi diresse il fuoco contro gli uomini in fuga. Verso le 13.30, e per circa un'ora, si scatenò la rappresaglia austriaca: il bilancio fu di circa 70 feriti, di cui 17 gravi.

Attacco alla Cengia Lo schizzo dell'azione contro Cengia Martini.

Ai primi di dicembre, gli austriaci installarono sul Sasso di Stria un riflettore che illuminava a giorno il Piccolo Lagazuoi e che venne subito preso di mira da un cannoncino italiano ma senza esito. Il 17 dicembre il cadetto Mitterhauser con altri 5 kaiserjäger lanciò sulla Cengia la solita razione di bombe cilindriche e cassette di ekrasite. Tre guide scesero lungo le pareti con delle lunghe corde e si appostarono circa 90 metri sopra la posizione italiana per regolare il tiro dell'artiglieria. Una pattuglia scese dal pendio roccioso che fronteggiava la cengia ma non riuscirono a partecipare con successo all'azione, che nel suo complesso fallì.
Il 24 dicembre con l'ausilio del tiro di 2 pezzi che sparavano in rapida successione, gli artiglieri italiani riuscirono a colpire il faro.

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