Battaglie per la Kuppe K

Luglio-Agosto 1916

Nella stagione buona del 1916 la sistemazione difensiva su Monte Piana raggiunse uno sviluppo considerevole, specialmente ad opera del III/54° (magg. Heinselmann).
La prima linea fortificata constava di 11 posti collegati da una trincea (tra i costoni orientale ed occidentale) con molte postazioni per mitragliatrici e subito a tergo postazioni per bombarde. Si provvide anche a collegare il fianco sinistro della Guardia di Napoleone con la prima linea.

Trincee Monte Piana Le Trincee di M. Piana (Ass. Amici di Monte Piana)

Fin dai tempi dell'azione di avvolgimento, gli austriaci avevano occupato un posto sull'angolo nord-est del Fosso Alpino dal quale bersagliare le Forcellette, il fondo di Val Rimbianco, gli accessi al Sasso Gemello, alla Croda dell'Arghena e lo avevano battezzato Kuppe K (Punto K nella letteratura italiana). Questo posto divenne particolarmente molesto quando il comando della 4ª Armata, per tentare di ovviare alle mancanze difensive palesatesi sugli Altipiani, ordinò di costruire una seconda linea di resistenza a ridosso della prima. Ma il pronto intervento della Guardia di Napoleone rese la vita impossibile al presidio austriaco che fu ritirato al di sopra di un bastione di roccia ("trincea degli alpini") ad ovest del Fosso Alpino. Ma anche di là i tiratori austriaci riuscivano a molestare i lavori italiani.
Ai primi di luglio gli osservatori austriaci della Croda dei Rondoi notano una accentuata operosità delle truppe italiane: viene quindi imposto alla guarnigione della vetta di intervenire in modo energico. Il 26 luglio alle 19 l'attacco contro la Guardia di Napoleone però si arresta subito dopo essere partito nonostante la preparazione dell'artiglieria fosse stata ritenuta adeguata.

Il nuovo comandante della LVI brigata da montagna (gen. Pichler) temendo una avanzata italiana sul pianoro settentrionale, ordina un massiccio attacco contro la Guardia di Napoleone, da estendersi anche alla Forcella dei Castrati al fine di distruggere completamente l'impianto offensivo italiano. L'attacco doveva essere condotto sfruttando il fattore sorpresa, per cui viene programmato senza supporto dell'artiglieria e con il favore delle tenebre. L'inizio viene fissato per le 20.30 del 2 agosto. Le truppe penetrarono nelle trincee italiane che erano vuote, le distrussero e ritornarono indisturbate nelle posizioni di partenza. Il comando austriaco ritiene però indispensabile il possesso della Forcella dei Castrati e della Kuppe K: viene quindi ordinato un nuovo attacco con la promessa del cambio per i Landstürmer che lo dovevano condurre. Proprio questo miraggio dell'agognato cambio indebolì l'attacco: il cap. Michner infatti si limitò a tentare l'attacco sulla Kuppe K. Alle 23.30 del 5 agosto l'attacco si esaurisce sul nascere.
Il 6 agosto i Landstürmer vengono rilevati dalla 5ª e dalla 7ª compagnia del 2° Kaiserjäger agli ordini del cap. Falkhausen: questi propone di costruire una nuova linea di combattimento più avanzata in modo da controllare più efficacemente la terra di nessuno, ed i lavori iniziano subito.
Una nuova conquista della Kuppe K viene ordinata dal comando: viene incaricato il s.ten. Vellean con 1 plotone della 5ª e 10 volontari della della 7ª compagnia per le 0.45 del 14 agosto. L'azione è repentina e la guarnigione italiana si deve ritirare. Ma l'opera di ristrutturazione della posizione appena conquistata è resa impossibile dal fuoco degli italiani che sparano con fucili, mitragliatrici, artiglieria e lanciabombe. Le perdite si fanno ingenti ed i cambi ed i collegamenti sono impossibili di giorno, tanto da far pensare agli austriaci di abbandonare la posizione.
Ma il 23 agosto un plotone di scalatori della brigata Umbria (fianco sinistro) e la 12ª/54° (fianco destro) passano al contrattacco (nel frattempo il I/53° in Val Rimbianco e la 6ª/54° in Val Popena Bassa eseguono azione dimostrativa): alle 20.15 il presidio austriaco (cad. Strjcek) respinge un primo attacco ma alle 22.30 la posizione è italiana. Il cap. Homa affida il contrattacco al s.ten. Vellean ma anche questo fallisce.
Il 24 agosto gli austriaci si accorgono che alcuni superstiti della guarnigione si erano ritirati tra i dirupi della Valle della Rienza e viene loro segnalato di ritentare di riprendere la posizione, ma le vedette italiane notano tutto e la notte successiva catturano i 24 austriaci. Il col. Kramer chiede al cap. Ploner (comandante di una compagnia di Kaiserschützen) di rioccupare la Kuppe K: la notte successiva a detta richiesta, il tentativo austriaco si conclude con la morte di 47 attaccanti su 51. La riconquista avviene ad opera di un contingente di altri 60 Kaiserschützen, ma dal lato italiano, l'intervento degli Arditi (attraverso una galleria) porta all'ennesimo passaggio di proprietà della Kuppe K stessa.

< PrecedenteSuccessivo >