Scopo ed impiego delle pattuglie di Artiglieria in trincea

Il presente fascicolo deve servire di norma e traccia nelle istruzioni che i Comandanti di Gruppo svolgeranno agli ufficiali e soldati delle pattuglie. Sarà attentamente letto e studiato dai giovani ufficiali, specie dai capi pattuglia i quali ne trarranno un'utile guida nella esplicazione degli importantissimi compiti a loro officiati.
IL COLONNELLO BRIGADIERE COMANDANTE L'ARTIGLIERIA DELL'ARMATA
G. Mori
PREMESSA
I compiti principali delle pattuglie d' artiglieria in trincea sono chiaramente indicati nelle pagine seguenti: essi d'altronde non diversificano in nulla dai compiti degli esploratori d'artiglieria (§ 77 del Regolamento di esercizi per l'artiglieria da campagna ecc. - Istruzione tattica). Ogni Gruppo dovrà avere istruite almeno due pattuglie al comando di un ufficiale, le quali si daranno il turno sul loro servizio, secondo gli ordini che verranno dati dai rispettivi comandanti. Per assolvere al loro compito le pattuglie in trincea dovranno essere collegate telefonicamente e direttamente col proprio comando di Gruppo, ed essere munite di apparato telefonico e filo di riserva affinchè tale comunicazione non venga a mancare negli spostamenti. Dovranno essere inoltre munite di tutto: mezzi di segnalazione atti ad assicurare le comunicazioni nell'eventualità di interruzione telefonica.
COMPITI PRINCIPALI DELLE PATTUGLIE
a) Tenere immediatamente e direttamente informato il proprio Comandante di Gruppo di quanto concerne l'azione ed i movimenti della propria fanteria, facendo a lui noti i minimi avvenimenti svolgentisi sulla linea più avanzata e sui piccoli posti. Questa traccia potrebbe essere sufficiente per un ufficiale provetto, per un vecchio esploratore d'artiglieria; non permeiti (?) dei giovani subalterni che non hanno preso parte ad azioni e non hanno partecipato a combattimenti. Quali sono dunque le notizie che più specialmente possono interessare il Comando del Gruppo e per conseguenza le batterie? Diamo esempi di notizie che il capo pattuglia potrà dare. Una pattuglia di fanteria, durante la notte, esce in ricognizione ad una data ora in un dato punto, col compito di spingersi fin presso i reticolati nemici e riconoscerli. Una pattuglia di arditi esce durante la notte per eseguire un colpo di mano su un posto avanzato nemico. Queste notizie date in tempo, e mai per telefono, possono e debbono interessare il Comando del Gruppo. La pattuglia potrà, per esempio scoperta, provocare fuoco di fucileria che, intensificandosi, può richiamare il fuoco della artiglieria nemica, il Comandante del Gruppo, preavvisato, non farà entrare in azione le sue batterie per non colpire i nostri fuori delle trincee. Un altro esempio. Malauguratamente, durante la notte, una pattuglia di arditi nemici penetra all'improvviso nella nostra linea, fa dei prigionieri, porta via del bottino. Azione fulminea, che si risolve senza dar tempo alle nostre fanterie di intervenire ed alla nostra artiglieria di aprire il fuoco. L'ufficiale capo pattuglia, se può durante la notte stessa, subito, altrimenti al mattino, si reca sul posto: interroga, domanda, non allo scopo di inquisire, ma allo scopo di studiare la strada per cui la pattuglia ha potuto avvicinarsi, comunica i dati raccolti al Comandante del Gruppo. Il Comandante del Gruppo, dai dati ricevuti, potrà, se ne riscontra l'opportunità far tener pronto il tiro di un pezzo, di due, di una batteria se occorre, su quel tratto che naturalmente è indicato come più facile per una sorpresa. Questo sarà uno dei dati che l'ufficiale potrà raccogliere, non l'unico s'intende. Ricordiamoci sempre che l'intelligenza e l'iniziativa non deve mai mancare in nessun grado. Altro studio che potrà e dovrà compiere il capo pattuglia: la disposizione dei piccoli posti e la loro posizione esatta in relazione al terreno ed alla probabilità di accesso, illuminando continuamente il Comandante del Gruppo delle vie più probabili di accesso del nemico, delle più facili, che non sempre sono le più probabili, ecc. ecc. E tutto ciò corredato da schizzi; schizzi che possono essere più o meno ben fatti, più o meno artistici, ma che debbono rispondere innanzi tutto alla realtà e portare un'utilità pratica. Né si dica che tali compiti esorbitano poi dall'istruzione che può e dovrebbe avere un giovane Ufficiale. Lo studio non va fatto certo da solo ma chiedendo, domandando agli ufficiali di fanteria, informandosi presso i Comandi, interrogando fin le vedette. Un soldato può dare preziosissime informazioni; tutto sta a saperle cogliere, interpretare e sfruttare. Chi ha percorso ed ha vissuto in prima linea, a stretto continuo contatto con la fanteria, sa che gran copia di notizie preziose per l'artiglieria, sono proprio fornite dalle vedette, da quel piccolo soldato, accovacciato e che spia per ore ed ore quel breve tratto di terreno antistante che forma tutto il suo mondo. In tal modo, se l'ufficiale capo pattuglia è ben conscio dei suoi doveri ed esplica con vero amore ed entusiasmo la sua missione, non potrà certamente mai scrivere sul suo taccuino: "Niente di nuovo".
b) Percorrere frequentemente la linea più avanzata della fanteria, onde mettersi in relazione con tutti gli ufficiali di fanteria, informandoli della precisa posizione delle batterie del Gruppo e dell'azione che ciascuna di esse può esplicare sul terreno antistante alla nostra linea più avanzata e sulle più prossime linee nemiche. Non è un compito facile, perché non basta quell'infarinatura superficiale che purtroppo ha gran parte dei nostri ufficiali subalterni: ma è un compito che l'ufficiale capo pattuglia deve assolvere mediante lo studio costante sia del terreno come del tiro delle sue batterie. Per far ciò l'ufficiale deve prima avere una nozione esatta della postazione delle batterie del Gruppo; non solo, ma delle batterie che possono avere azione sul fronte assegnatogli. Avere una conoscenza esatta dei settori di tiro e delle gittate utili. Conoscere palmo a palmo il terreno interposto fra le nostre trincee e le trincee nemiche, ed in tale studio gli servirà da maestro l'Ufficiale di fanteria. Conoscere e studiare attentamente e minutamente tutte le pieghe del terreno che possono eventualmente essere in angolo morto per l'artiglieria: rivolgere a queste zone la sua principale attenzione: renderne eventualmente edotto il suo Comandante di Gruppo perché studi e proponga gli eventuali spostamenti. Studiare minutamente e dettagliatamente l'andamento, gli accessi, alle posizioni nemiche: vedere e segnare quali tratti di queste e quali pieghe del terreno sono battuti d'infilata dalle singole batterie, quali frontalmente e quali di rovescio. Studiare se nei punti più importanti, nelle zone di più probabile accesso sono veramente possibili i massimi concentramenti di fuoco: mettere in relazione queste zone con lo studio difensivo fatto: rendere edotti gli ufficiali di fanteria dei dettagli relativi alla nostra organizzazione; ascoltarli, far tesoro della conoscenza che essi hanno del terreno; fare in modo insomma che la nostra fanteria sappia su che cosa può fare assegnamento, quali mezzi ha per la sua difesa e di quale entità essi sono. Ripeto, questo compito non è dei più facili, perché richiede esatta conoscenza e coltura tecnica; ma non è impossibile ottenerlo, purché l'ufficiale a cui ora non mancano i mezzi di farlo, sia perfettamente al corrente della organizzazione del tiro ed abbia anche sempre con sé l'istruzione sul tiro e la tavola di tiro. Queste due ultime istruzioni purtroppo sono poco lette e meno ancora studiate mentre invece dovrebbero costituire il breviario di ogni artigliere.
c) Essere costantemente informato e tenere al corrente il Comandante del proprio Gruppo degli ordini che hanno i reparti di fanteria vigilanti le linee più avanzate. Tenersi al corrente dei lavori che su di esse linee si eseguiscono. E' il compito forse più facile, ma non perciò meno utile, purché anche questo, fatto con criterio. I lavori che più dovranno interessare l'ufficiale saranno le postazioni per mitragliatrici, le nuove postazioni per bombarde, i reticolati e le molteplici difese accessorie ecc.; tutto ciò insomma che contribuisce ad aumentare il valore difensivo della linea: non ciò che concorre al benessere materiale del soldato in trincea. Vedendo ad esempio sorgere una nuova postazione per mitragliatrice l'ufficiale non dovrà limitarsi a darne l'annuncio nudo e crudo al suo Comandante di Gruppo, ma dovrà prima rendersi ragione del perché di quella postazione, quali obiettivi gli sono assegnati: il motivo della postazione e ciò l'otterrà facilmente chiedendo alla fanteria. Da un esame personale è, difficile spesso che scopra la ragione; specie se ancora poco esperto. Così dicasi per una postazione di bombarda e così pure per le difese accessorie. Una doppia, tripla fila di reticolati in un punto può significare che in quel punto sono più facili le sorprese, ovvero che quel punto rappresenta un caposaldo più importante; quel punto quindi sarà oggetto della sua speciale attenzione e di maggior copia di notizie, per conseguenza, da darsi al comandante di Gruppo. Così dicasi per gli ordini che riceve la fanteria e dei quali l'ufficiale deve tenersi costantemente informato e tenere al corrente il suo comandante di Gruppo. Si tratta, s'intende, di ordini tattici. L'artiglieria deve essere pronta costantemente ed in qualsiasi momento. A volte però, per notizie avute od intercettate, viene dato l'avviso di esercitare una maggiore sorveglianza, a volte tale avviso viene a mancare. Ciò non toglie che un reparto di fanteria, per qualche indizio possa avere sentore di un attacco, di qualche tentativo di sorpresa. Ecco che l'ufficiale capo pattuglia deve tenersi informato degli ordini ricevuti dalla fanteria, delle disposizioni date informandone se è possibile, con biglietto a mano, il suo comandante di Gruppo: non potendo far ciò con fonogramma cifrato.
d) Sorvegliare attentamente, continuamente le posizioni del nemico, specialmente le sue linee e i suoi posti più prossimi. Riferire subito sui benché minimi fatti osservati (lavori in corso, movimenti, ecc). L'ufficiale capo pattuglia deve prima di tutto conoscere dettagliatamente, tratto per tratto, le trincee, le difese nemiche che fronteggiano la nostra linea, e perciò occorre sorvegliarle e studiarle continuamente, recandosi nei punti più prossimi ad esse, in punti laterali, in punti elevati: esaminandone ogni particolare in tutti i sensi, da tutti i punti. Occorrendo, per far ciò, si dovrà recare in osservatori laterali, fuori della zona. Questo esame non deve essere generale, ma scendere nei più minuti particolari.
- 1° esempio
Studio di un tratto rettilineo di trincea fronteggiante le nostre linee
Feritoie: loro numero: se per fucileria o se adattabili a mitragliatrici
Spessore della trincea
Materiale col quale è costruita
Difese accessorie frapposte
Lavori che vi possono essere a tergo (necessita perciò che l'ufficiale si rechi in altri punti per vedere possibilmente la trincea alle spalle o d'infilata). Alle volte un camminamento viene confuso con una trincea
Vedere se è scoperta; se è blindata; natura del blindamento
Profondità e larghezza della trincea o del camminamento (tali dati è possibile spesso ricavarli da mille indizi)
Osservare se la trincea o il camminamento è ultimato o in via di scavo
Ricoveri che possono essere posteriormente, ecc.
Camminamenti che adducono al tratto di trincea
Vedere se di giorno è normalmente occupato o se lo è soltanto la notte (occorre perciò interrogare i soldati, le vedette, gli ufficiali di fanteria).
Tutti questi dati, raccolti, annotati, vagliati, daranno al comandante di Gruppo un'idea di ciò che può ripromettersi con un tiro eseguito dalle sue batterie. Naturalmente questi studi vanno riassunti in uno schizzo, planimetrico, prospettico, panoramico: tutto ciò che è possibile insomma fare per avere un'idea esatta, una conoscenza perfetta di quel tratto studiato. Il tratto preso in esame oggi sarà brevissimo: per studiarlo completamente, conoscerlo perfettamente occorreranno giorni, settimane, mesi; ma tutte le volte che quel tratto sarà preso in esame, mai se l'ufficiale è coscienzioso potrà non trovare qualche cosa di nuovo.
- 2° esempio
Una feritoia più larga dell'usuale in posizione tale che si presta bene sia come osservatorio sia come postazione di mitragliatrice
E' mascherata con cura
Apparentemente in ricovero blindato
Studiare se trattasi di postazione mitragliatrice o se trattasi di osservatorio
Studiare se vi affluiscono fili telefonici
Se in vicinanza vi sono pali
Vedere se vi si nota movimento di persone
Lasciare per giorni e giorni un uomo della pattuglia col preciso compito di vigilanza
Interrogare le fanterie, le vedette
Sapere se la notte partono scariche di mitragliatrice da quella posizione o da posizioni vicine
Studiare se è un osservatorio simulato
Se è una postazione per mitragliatrice non occupata, ecc. ecc.
- 3° esempio
Un camminamento
Da dove parte
Dove si congiunge alla trincea
Sua relazione rispetto agli altri camminamenti
Se è percorso solo di notte ovvero in tutte le ore
Se è un camminamento abbandonato o simulato (Vedere perciò se dopo demolito in parte da un tiro aggiustato viene il giorno appresso o in seguito riattato)
Sua profondità se in scavo
Possibilità di batterlo d'infilata dalle batterie del Gruppo o dalle batterie d'altro Gruppo
Sua importanza
Se il camminamento si presta anche a servire da trincea
Come e da dove potrebbero giungere rinforzi
ecc.
- 4° esempio
Lavori che il nemico fa di giorno
Lavori che più specialmente eseguisce la notte
Progresso dei lavori
Di notte si ode più facilmente il suono, quindi i colpi di gravina
Materiale di sterro
Interrogare sempre la fanteria
- 5° esempio
Batterie nemiche più minacciose o non ancora individuate
Interrogare la fanteria
Studiare di scorgere le vampe quando sparano di notte
Segnare l'allineamento prima approssimativo con paletti ed altro, poi col goniometro
Mettersi in relazione cogli osservatori che meglio possono osservare quella batteria
Individuata la direzione recarsi di giorno nel punto migliore per l'osservazione
Studiare se si riesce a scoprire la batteria
Vegliare per ore e ore alla notte finché si riesce nello scopo e persistere sull'intento
Si sono dati alcuni esempi: pochissimi in confronto degli infiniti studi che si presentano giornalmente e continuamente all'ufficiale capo pattuglia. Si ritiene però che bastino per dare la traccia e per dimostrare come mai l'ufficiale potrà scrivere sul suo taccuino: "Niente di nuovo, notte di calma". Di tutto e dei minimi fatti osservati dovrà il capo pattuglia riferire al Comandante di Gruppo. E così a maggior ragione, è suo preciso dovere tenere immediatamente informato il suo Comandante di Gruppo di qualsiasi azione si svolgesse sul fronte assegnato al Gruppo. Ed è bene su ciò insistere, perché non credo sia da tutti ben compreso il compito della pattuglia durante l'azione. Come durante l'azione il capo pattuglia, mantenendosi sempre collegato con la fanteria deve fornire la maggior copia di particolari interessanti il tiro delle batterie, in relazione allo svolgersi di essa: così anche dopo l'azione, il suo compito non è finito, ma deve attingere la maggiore quantità di notizie possibile, per rendere completamente edotto il Comandante del Gruppo sull'azione svoltasi: come si è manifestato l'attacco, linea seguita dall'attaccante nell'avanzata, nella ritirata, efficacia delle batterie del Gruppo, ecc. ecc. E queste notizie le attingerà sia presso i reparti di fanteria sia servendosi dei suoi uomini e dei suoi occhi. E si noti bene una cosa. Può darsi che durante un'azione di sorpresa o non, il Comando di fanteria presso il quale risiede normalmente la pattuglia non sia, per cause imprecisate, al corrente della situazione o lo sia imperfettamente. L'ufficiale capo pattuglia non deve credere di avere assolto al suo compito per il fatto stesso che mancano notizie alla fanteria. E' suo preciso dovere procurarsele: sia recandosi personalmente sul punto attaccato, lasciando sempre un collegamento col Gruppo, sia sguinzagliando gli organi che ha a sua disposizione, ai quali darà incarichi precisi e ben definiti. Esempio: "Andare di corsa nel tratto X di trincea e vedere se le nostre fanterie resistono, se il nemico è già venuto all'attacco, ecc.". Lasciare in prossimità uno della pattuglia che mandi continue notizie. Se di giorno, osservare gli effetti del nostro tiro, ecc. Ricordarsi che, in mancanza di ordini precisi l'ufficiale deve chiederne, ovvero, non potendo, deve agire di iniziativa. In guerra tutti debbono concorrere allo scopo comune che è la vittoria ed ognuno è in obbligo di attingere informazioni e di fornirne a costo di qualsiasi sacrificio. Sia ciò bene bene impresso nella mente di tutti, come pure si ricordi, sia l'ufficiale capo pattuglia come l'ufficiale osservatore che le notizie importanti debbono essere comunicate immediatamente e direttamente al Comando dei piccoli calibri salvo poi dare minuti e dettagliati particolari in seguito: particolari che verranno riuniti e trasmessi al più presto per la via gerarchica.
e) Informare i reparti di fanteria, collocati sulle linee più avanzate di quanto compiono le nostre batterie, preavvisandoli in tempo dei tiri che esse eseguiscono, facendo noti i bersagli battuti, la specie dei tiri. Necessita pertanto che il Comandante del Gruppo tenga costantemente informato il capo pattuglia dei tiri che eseguiscono le batterie del Gruppo, indicando i bersagli, il genere di tiro e le ragioni per le quali si eseguisce il tiro. L'ufficiale capo pattuglia a sua volta informerà di tutto le fanterie, specie quando il tiro può riuscire pericoloso per la nostra fanteria in trincea, nel qual caso, è ovvio, dovranno essere presi preventivi accordi. In ogni modo, se l'ufficiale non difetta di coltura professionale, queste comunicazioni potranno altresì servire a chiarire molti dubbi, incertezze ed errori sull'impiego della nostra arma, sulla sua efficacia e su ciò che può ottenersi dal tiro delle nostre bocche da fuoco.
f) Tenere a giorno un taccuino diario nel quale l'ufficiale capo pattuglia segnerà tutti i fatti ed avvenimenti osservati e riguardanti il nemico. Il diario dovrebbe, per prima cosa, contenere uno schizzo il più che sia possibile fedele della linea di difesa nemica. Non deve esservi segnata la nostra linea né quanto riguarda i lavori che in questa si fanno. Come sopra è detto, le notizie del diario devono esclusivamente riguardare il nemico. Il primo schizzo dovrà man mano perfezionarsi e completarsi, per mezzo degli studi giornalieri successivamente fatti e corredati da successivi schizzi (planimetrici, prospettici, panoramici) tali da dare una chiara idea ed un concetto esatto delle difese nemiche. Ne risulterà che all'inizio il tratto di trincea nemica sarà semplice, con pochi dati. Mano a mano sarà corretto, completato da maggiori dettagli, con schizzi parziali, in diverse scale od approssimativi; schizzi parlanti sopratutto e brevissime relazioni. Il diario dovrà rappresentare lo svolgersi successivo del lavoro: la trasformazione, per dir così, del primitivo embrione. Questa la traccia alla quale i Comandi di Gruppo debbono ispirarsi nell' istruzione che svolgeranno alle proprie pattuglie per far si che esse funzionino secondo i criteri e gli intendimenti di questo Comando ed acquistino un valore ed un'importanza rispondenti agli scopi che si propongono.