Nazione Bosi Angelo

Grado Maggiore

Mostrina  III / 55° Brigata Marche

Ritratto

Nato il 2 ottobre 1862 a Ravenna

Morto il 17 luglio 1915 su Monte Piana

Decorazioni

Decorazione Medaglia d'Argento

In combattimento, comandante di una colonna di due battaglioni, la diresse con ammirevole coraggio, calma ed energia, spiegando rare doti di intelligenza e di valore personale, finché cadde colpito a morte.
Monte Piana, 17 luglio 1915

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Prima della guerra

Figlio di Vittorio ed Enrica Casadio, Angelo Bosi nasce a Ravenna il 2 ottobre del 1862.
All'età di diciotto anni si arruola volontario e tre anni dopo viene ammesso alla scuola militare di Modena. Col grado di sottotenente, nell'agosto del 1885, è assegnato al glorioso 62° Reggimento fanteria "Sicilia", quello che quindici anni prima, assieme ai Bersaglieri, era entrato in Roma dalla breccia di Porta Pia.
Assume quindi il comando del III battaglione del 55° Reggimento fanteria "Marche" dove si distingue fino ad ottenere l'incarico di Aiutante maggiore in seconda. Alla fine del 1889 si reca a Torino per frequentare la Scuola di guerra e quattro anni dopo ottiene il grado di tenente. Per ragioni di salute, nel 1898, viene dispensato dal servizio attivo e presso la scuola militare di Modena assume la cattedra di storia. Il 1 giugno 1901, col grado di capitano, è trasferito a Belluno al 56° Reggimento fanteria dove per tre anni ricopre la carica di Aiutante maggiore. Nella ricorrenza della Festa Nazionale del 2 giugno del 1911, su proposta del Ministro Segretario per gli affari della Guerra ed in considerazione di speciali benemerenze, viene nominato da Vittorio Emanuele III Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.
Promosso maggiore, il 30 settembre 1912 ritorna al 55° Reggimento fanteria che ha sede a Treviso. Nelle prime settimane del 1915, alla testa del III battaglione del 55°, lascia la sede del reggimento per recarsi in zona d'occupazione avanzata.

La Grande Guerra

Allo scoppio delle ostilità è in Valle Ansiei dove, ad Auronzo di Cadore, lo raggiunge anche sua moglie Vittoria-Maria Benedetto. Dopo che la pattuglia Matter ha constatato che Cortina è disimpegnata dal nemico, Bosi contribuisce all'occupazione del centro abitato. Il 10 giugno col III battaglione è a passo Tre Croci dove la Brigata ha l'ordine di provvedere ad operazioni di rafforzamento e azioni di ricognizione.
Il passo avanti mosso tra il 15 ed il 16 luglio, porta la Brigata al primo urto sanguinoso con le posizioni nemiche. Due battaglioni del 55° avanzano contro il Monte Piana e la loro azione è sostenuta da un altro battaglione operante in Val Popena e da uno del 56° in Val Rimbianco. L'avanzata della colonna centrale è però quasi subito ostacolata dal fuoco nemico d'artiglieria e fucileria.

La morte

All'alba del 17 luglio del 1915, sul punto più alto e scoperto delle postazioni italiane, ad est della piramide Carducci, Angelo Bosi si sporge per dirigere l'azione. Mentre osserva il terreno col cannocchiale agli occhi e viene colpito al cuore da un colpo di fucile. In quei giorni 800 uomini della brigata Marche sono messi fuori combattimento. Muoiono 87 uomini tra i quali 8 ufficiali.
Angelo Bosi viene sepolto ad Auronzo e nel 1924 la sua salma è traslata al cimitero di Azeglio, paese d'origine di sua moglie, nei presi del lago di Viverone. Il Luogotenente Generale del Re d'Italia, con Decreto in data 24 febbraio 1916, concede ad Angelo Bosi la Medaglia d'Argento al Valor Militare.