Nazione De Faveri Dazio

Grado Tenente

Mostrina  7° Alpini, Compagnia Volontari di Feltre

Ritratto

Nato il 24 dicembre 1881 ad Alano di Piave (BL)

Morto di vecchiaia il 23 dicembre 1953 a Belluno

Decorazioni

Decorazione Medaglia d'Argento

Riusciva ad occupare la cima di un monte, fugandone i difensori e mantenendo la posizione nonostante i contrattacchi nemici. In altra circostanza, conduce la compagnia in un brillante atto notturno contro trinceramenti avversari su di un contrafforte, cacciandone pure i difensori, nonostante il vivo fuoco della loro fucileria e artiglieria.
Tofana, 24 settembre 1915

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Figlio di Luigi De Faveri e Anna Collavo, Dazio nasce il 24 dicembre del 1881 ad Alano di Piave in provincia di Belluno, alle falde del Grappa e del Monte Tomba. Suo padre è esattore delle tasse e forse, proprio per questo, decide di dargli quel nome certamente originale. All’inizio del 1891 la famiglia De Faveri si trasferisce a Belluno e undici anni più tardi, il 28 gennaio del 1912, Dazio, da poco diplomato ragioniere, sposa Carmela Marchetti. Tre anni più tardi, l’ultimo giorno del 1914, il loro matrimonio è allietato dalla nascita di due figlie gemelle: Maria Luisa e Anna Maria. Ancor prima della Grande Guerra, nei paesi tra Feltre e Treviso si costituiscono numerosi Comitati formati da volontari pronti ad offrirsi in caso di chiamata alle armi. Anche Dazio, da buon Alanese, come altri suoi compaesani, si mette a disposizione della Patria. Il 23 maggio del 1915 i volontari vengono mobilitati e convocati a Feltre presso il magazzino del 7° Alpini; si presentano in 300, ma alla fine della selezione sono ammessi solo in 150. Inquadrato nel 7° Reggimento alpini, il reparto assume il nome di «Volontari alpini Feltre» e viene suddiviso in quattro plotoni che ad agosto, dopo la distribuzione dei brevetti rilasciati dalle autorità militari, risultano agli ordini dei tenenti Lino Radoani di Montebelluna, Francesco Capretta di Valdobbiadene, Felice Ceccato di Feltre e Giovanni Del Vesco di Longarone. Dopo un breve corso per allievi ufficiali Dazio De Faveri è nominato tenente di complemento e posto al comando dell’intero reparto. Fino al 24 agosto i volontari si addestrano sulle montagne bellunesi effettuando numerose escursioni e arrampicate. Destinati in Val Cordevole, ad Alleghe passano la rivista del Comandante il Copo d’Armata e proseguono quindi per Malga Ciapela dove il contingente è messo a disposizione del 51° reggimento fanteria della brigata «Alpi», reduce dall’aver occupato Colle Santa Lucia ed ora impegnato sul tratto Sasso di Mezzodì-Belvedere-Col di Lana. Ricevuti nuovi ordini, i Volontari alpini “Feltre” sono posti alle dipendenze della 17ª Divisione e ai primi di settembre il contingente si trasferisce a Campo di Sotto presso Cortina e portatosi il giorno 11 a Forcella Fontananegra, su incarico del Generale Etna, si prepara all’attacco delle posizioni austriache sulla Tofana I d’Ampezzo. Il 16 settembre De Faveri compie un accurato sopralluogo per predisporre l’operazione che, come concordato, sarà guidata da 4 ufficiali alla testa di 104 volontari. L’azione, tra le più gloriose della guerra dolomitica, si conclude con la conquista delle posizioni austriache sulla cima della Tofana da dove, nei giorni successivi, nonostante i forti disagi dovuti al freddo, alla neve e alla penuria di rifornimenti, gli uomini di De Faveri tentano alcune sortite anche verso il Castelletto e la posizione delle Tra Dita. Dopo essere rientrato dall’azione Dazio scrive a sua moglie:
"Alla signora Carmela De Faveri - Piazza S. Pietro n. 9 Belluno - 29-9-915
Mia cara, torno ora da una spedizione che ha durato nove giorni e ringraziando Dio ho portato fuori salva la pelle. La causa del nuovo silenzio la si deve al fatto che sono stato sempre in montagna, solo con i miei volontari, senza mezzi di comunicazione. Ti ho mandato una volta due righe. L’hai ricevuto? Ci siamo coperti di gloria e qui tutti parlano di noi. Ti scriverò meglio appena mi sono messo a posto, perché adesso andiamo in riposo: figurati che da nove giorni non mi lavo perché non abbiamo mai avuto acqua, neanche per bere. Ciao, baci a tutti.
"
Per la conquista della Tofana I, De Faveri merita la medaglia d’argento al valor militare (con l’annesso soprassoldo di Lire cento annue). Il 10 marzo del 1916 il tenente De Faveri entra all’ospedale e viene sostituito al comando della compagnia dal tenente Luigi Seracchioli di Bologna, antiquario di professione, anch’egli volontario di guerra. Dopo la guarigione, De Faveri passa al 96° battaglione della milizia territoriale e, nel mese di dicembre, al 45° reggimento della brigata «Reggio» impegnato alle pendici del Monte Sief. Viene promosso capitano e nell’agosto del 1917 è al 260° reggimento brigata «Murge» col quale partecipa alla XI battaglia dell’Isonzo alle pendici dell’Hermada (fronte Flondar-Medeazza). A fine settembre lascia il fronte isontino e s'imbarca per Tripoli come ufficiale inquadrato nel 35° reggimento della «Pistoia». Rimane in Libia fino all’ottobre del 1918 facendo in fine ritorno a Belluno. Successivamente De Faveri è promosso al grado di maggiore e dopo la guerra diventa il primo presidente della Sezione Alpini (ANA) di Belluno costituita nel 1921. Il primo gennaio del 1922 nasce Graziella, la terza figlia, e il 2 gennaio del 1927 viene al mondo anche Pierluigi. Dazio mantiene la carica di presidente dell’ANA di Belluno fino al 1936 partecipando a tutte le adunate alpine in testa al suo gruppo, spesso portando egli stesso il gagliardetto della Sezione, sempre affiancato da don Piero Zangrando che, con grande entusiasmo, lo accompagna perfino al raduno d’oltremare svoltosi a Tripoli nel 1935. Scrive nel frattempo alcune memorie sulle imprese compiute dal Corpo Volontari Alpini “Feltre” che sono riprese in varie pubblicazioni. Dazio De Faveri muore a Belluno all’antivigilia di Natale del 1953; l’indomani avrebbe compiuto 72 anni. Riposa ora accanto a sua moglie nel cimitero di Belluno.