Nazione Galeazzi Ernesto

Grado Capitano della Riserva

Mostrina  109ª Batteria d'Assedio

Ritratto

Nato il 7 novembre 1877 a Castelplanio (AN)

Morto il 15 marzo 1928 a Roma

Decorazioni

Decorazione Croce di Guerra

Diresse un faticoso e pericoloso salvataggio di un pezzo di grosso calibro, di cui il nemico contrastava il possesso con il fuoco delle sue mitragliatrici e della sua fucileria.
Col di Lana, 4 novembre 1915

Decorazione Medaglia d'Argento

Per compiere una pericolosa ricognizione affidatagli, spingevasi, solo, oltre la nostra più avanzata trincea, in terreno efficacemente battuto dall’artiglieria e dalla fucileria nemiche. Ferito molto gravemente da una palletta di shrapnel, che gli attraversava il corpo, dando prova di grande forza d’animo, di stoicismo e di elevato sentimento del dovere esclamava, sorridente: “Per la mia Patria questo ed altro!” e, nonostante la gravissima ferita, rifiutava il trasporto in barella e raggiungeva a piedi, sorretto, sotto il fuoco nemico, il posto di medicazione.
Monti Alti d’Ornella, 6 febbraio 1916

Note biografiche (Archivio Danilo Morell)

Ernesto nacque a Castelplanio, in provincia di Ancona, da Raffaele e Argia Papalini che di professione erano entrambi insegnanti. Si laureò in ingegneria civile al Politecnico di Torino e si laureò anche in ingegneria elettrotecnica a Liegi in Belgio. Prestò servizio militare e partecipò al corso Allievi Ufficiali nell’arma dell’artiglieria. Nel 1905 salvò quattro militari durante le manovre a cui stava partecipando col grado di tenente ed ottenne dal re le insegne della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nel 1911 intraprese la carriera di insegnante seguendo le orme dei genitori. Insegnò meccanica applicata a Torino e nel 1912 fu assistente per le esercitazioni alla cattedra di geometria pratica al Politecnico di Torino. Con lo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò volontario e partì per il fronte con il grado di capitano al comando della 109ª batteria assedio. Raggiunse, con i suoi obici da 210 mm, le località di Malghe Laste e dei Monti Alti di Ornella in Alta Val Cordevole. Si meriterà una croce di guerra al valor militare durante le operazioni sul Col di Lana nel novembre del 1915. Nel febbraio 1916, durante una ricognizione sui Monti Alti di Ornella, venne trapassato da una palletta di shrapnell. Gli venne concessa la medaglia d’argento al valor militare ed i suoi artiglieri intitolarono con il nome di “Roccia Galeazzi” il roccione su cui rimase ferito. Non appena guarito dalla grave ferita rientrò alla sua batteria che, nel mentre, era stata posizionata nella zona del Monte Cauriol, nelle Alpi di Fassa. Qui Ernesto si meritò la sua seconda medaglia d’argento al valor militare: “Per ben dirigere il fuoco della sua batteria e segnalare i risultati di tiri fatti da altre nostre batterie su difese nemiche, difficili a vedersi ed a colpire, noncurante del pericolo ed inspirandosi solo ad alto sentimento del dovere, si recava ad un osservatorio da lui stesso improvvisato, esposto alla vista ed ai tiri dell’avversario rimanendovi per tutta una giornata e adempiendo al suo compito con grande perizia. Cima Cauriol (Alpi di Fassa), 19 ottobre 1916”.
Ernesto comporrà anche l’Inno dell’Artigliere che qui riportiamo:

Artiglieri! Corriamo all’appello
Che la Patria ai suoi figli ha lanciato
Ogni figlio d’Italia è soldato,
Su, corriamo al fronte a pugnar!

Non è più sugli spalti dei forti,
Non è più dietro i muri possenti,
Non più attender l’offesa silenti,
Noi l’offesa dovremo portar.

Sulle vette più alte dei monti.
Sulle falde più impervie al cammino
Il nemico ci abbia vicino
Sempre ardita l’azione a spiegar.

Sia l’audacia genial che ci guidi
Nell’impiego dei nostri cannoni:
Se da lunge qualcuno non tuoni
Sempre avanti portar si potrà.

Non gli stenti, i perigli, la morte
Arrestarci potranno per via,
Ma sereni ogni sorte più ria
Per la Patria sapremo soffrir.

Oggi è nostra la gloria, artiglieri!
È ai cannoni pesanti e potenti
Che si volgon le spemi più ardenti
Della Patria e dei suoi difensor.

Sempre e ovunque! È di noi questo motto
Che racchiude una fede giurata.
Al Sovrano, alla Patria adorata
Questa fede giammai fallirà.

A nessuno essa dunque vacilli:
Dimostriam che il cuor nostro è ben saldo.
L’artiglier col suo spirto ognor baldo
La vittoria sorrider farà.


Il 16 giugno 1917 verrà promosso maggiore, grado che manterrà fino al termine del conflitto. Terminata la guerra aderì al fascismo e fondò il fascio di Jesi, diventando uno dei maggiori esponenti regionali del regime. Il 20 novembre del 1921 gli venne conferita la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia. Autore di molte pubblicazioni scriverà un opuscolo con le sue memorie di guerra nel maggio del 1922 intitolandolo: “L’epopea del Col di Lana”.
Ernesto terrà il comizio dal balcone della prefettura di Ancona con l’On. Gai e l’avvocato Mazzolini per poi partecipare alla marcia su Roma, anche se la colonna anconetana arrivò a cose fatte. Insegnò poi costruzioni all’Istituto Tecnico Statale “Pietro Cuppari” e fu sindaco di Jesi dal 19 febbraio al 27 aprile 1923. Fu eletto alla camera dei deputati il 6 aprile 1924 e si attivò perché venisse costruita a Jesi la Scuola Industriale. Scuola che venne realizzata nel 1925 sotto il nome di Scuola Industriale di Tirocinio “Benito Mussolini”.
Ernesto si spense a Roma il 15 marzo 1928.
La scuola industriale di Jesi venne chiusa nel 1935 e, un anno più tardi, venne realizzata la Scuola Tecnica Industriale per Meccanici che venne intitolata proprio ad Ernesto. Oggi è l'IIS Pieralisi.