Nazione Parigi Cesare

Grado Colonnello

Mostrina  55° Brigata Marche

Ritratto

Nato il 19 maggio 1862 ad Asti

Morto nel 1922 a Torino

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Prima della Guerra

Sottotenente di fanteria nel 1881, Cesare Parigi viene promosso capitano nel novembre del 1890. Fino al 1905 presta servizio al 58° reggimento della brigata Abruzzi a Caserta, poi, dopo la promozione a maggiore avvenuta nell’aprile dello stesso anno, viene trasferito al 75° reggimento della Napoli a Genova. Nel 1908 ottiene la medaglia di bronzo di benemerenza per il soccorso ai terremotati calabro-lucani e l’anno seguente è trasferito al 57° reggimenti di fanteria dove rimane anche dopo la nomina a tenente colonnello avvenuta nel dicembre del 1909.
Combatte in Libia, meritando una medaglia d’argento nella battaglia di Ettangi in quanto: “In ripetuti combattimenti, comandò la compagnia con singolare capacità e coraggio. 18-19 giugno 1913”. Rientrato in Italia viene destinato al 91° reggimento della brigata Basilicata e dopo la promozione a colonnello, il 10 agosto del 1914 è posto al comano del 55° regimento della Marche.

La Grande Guerra

Alla vigilia della guerra contro l’Austria-Ungheria il piano del generale Cadorna prevedeva un atteggiamento difensivo verso il Trentino con operazioni militari di minaccia attraverso gli altopiani di Tonezza ed Asiago e lungo la Valsugana. Dal Cadore e dall’Alto Cordevole si doveva tentare l’avanzata verso la Val Pusteria, mentre la maggior parte dell’esercito, schierato lungo l’Isonzo, aveva l’obiettivo di raggiungere in un primo tempo Lubiana, quindi Vienna e Budapest. In tale contesto, alla 4ª Armata, schierata tra la Marmolada e la Carnia, era stato assegnato il ruolo di agire verso nord-ovest in direzione Bolzano, verso nord in direzione Brunico, Toblach, Sexten e verso nord-est verso l’Alto Isonzo. Assecondando tale piano e per prevenire un’eventuale offensiva da parte austriaca, dal mese di marzo del 1915 i comandi di brigata ed i reggimenti della 4ª Armata erano stati schierati al confine ancor prima della dichiarazione di guerra. Di fronte a loro vi erano le fortificazioni realizzate nei precedenti anni dagli austriaci in vicinanza del confine, secondo le disposizioni del generale Conrad. La via di Sexten, oltre che dai baluardi montani, era chiusa da fortificazioni, quella di Dobbiaco dalle opere di Landro e quella di Brunico dallo sbarramento Alto Cordevole-Valparola che impediva l’accesso alla Val Badia ed al Passo Pordoi.
All’inizio della guerra, a capo del 55° reggimento, il colonnello Parigi lascia Treviso e schiera le sue truppe in occupazione avanzata davanti al centro ed alla sinistra degli sbarramenti di Landro ponendo la sede del comando a Misurina. Per precauzione viene occupato anche il Passo Tre Croci ed una ricognizione verso Bigontina, eseguita il 28 maggio da una pattuglia comandata dal sottotenente Edmondo Matter, accerta che Cortina d’Ampezzo è stata abbandonata dagli austriaci. Dall’altra parte, il Monte Piana con i contigui Monte Fumo e Monti Rudo rappresenta il caposaldo centrale dello sbarramento austriaco di quel settore.
Il 28 maggio i fanti del 55° reggimento vengono allertati per essere pronti ad entrare in azione ed il colonnello Parigi infervora i suoi combattenti con un vibrante proclama: “Il reggimento avrà l’ambito onore di ricevere il battesimo del fuoco incrociando le armi col secolare nemico d’Italia. [...] Sono sicuro che questo primo combattimento sarà coronato da successo formando il primo anello della gloriosa collana di vittorie che noi, a prezzo del nostro sangue, sapremo foggiare in onore della Patria e del nostro amato reggimento [...]. Di fronte a questi confini che noi trasporteremo al giusto limite, vi invito, o miei prodi, ad unirvi a me nel santo grido di – viva l’Italia, viva il Re”.

Tra il 9 ed il 10 giugno i fanti bianco-azzurri son infatti chiamati al combattimento e sul Monte Piana viene sparso il primo sangue del 55° regimento. Nel frattempo il colonnello Parigi ha assunto il comando di tutte le truppe operanti in zona Misurina e sul Monte Piana e con alterne dimostrazioni talvolta di perizia, altre di inesperienza, segue gli accadimenti su quel fronte fino al 13 agosto del 1915 quando, alla vigilia dell’attacco contro forcella Toblin, in zona Lavaredo, lascia il suo reggimento per assumere il comando della brigata Chieti.

Sul fronte Isontino

Cinque giorni più tardi raggiunge la sua nuova destinazione a Fogliano, nei pressi di Sagrado, sul fronte carsico. Segue quindi i sanguinosi ed infruttuosi combattimenti per la conquista di quota 118, un bastione a strapiombo sul ciglione carsico che guarda Redipuglia, che causano la morte a 810 fanti e 12 ufficiali.
Il 1° di ottobre del 1915 il colonnello Parigi ottiene la promozione a maggior generale e, sempre con la brigata Chieti, opera alle dipendenze della 3ª Armata nel settore del Sei Busi. Per il contegno tenuto tra l’ottobre ed il novembre del 1915, nei pressi di Polazzo gli viene conferita una Medaglia d’Argento al Valore: “Quale comandante di brigata, con la sua continua presenza fra le truppe dipendenti, con l’attività instancabile, con la calma e con lo sprezzo del pericolo veramente eccezionali, fu di esempio mirabile e di incitamento eficace ad ufficiali e gregari anche nei momenti più difficili e critici dell’azione, nei quali non esitò ad esporsi ripetutamente al fuoco nemico”.
Segue quindi le azioni della Chieti nella quinta e sesta battaglia dell’Isonzo combattute rispettivamente tra il 9 ed il 15 marzo del 1916 e tra il 4 ed il 17 agosto dello stesso anno, ricevendo una seconda Medaglia d’Argento dopo i combattimenti avvenuti sul Crni-Hrib ed alle pendici di quota 208: “Comandante di una brigata, durante i numerosi e lunghi periodi in linea, allo scopo di dirigere e vigilare i lavori di rafforzamento e di tenere desto lo spirito delle sue truppe quasi quotidianamente si recava sulle prime linee, frequentemente spingendosi, con sprezzo del pericolo, sino ai punti più seposti della fronte. In azioni di piccola guerra, per infondere slancio e ardimento alle truppe, si recava fra di esse, nei punti più pericolosi: esempio sempre di ammirevole fermezza e coraggio. Carso, agosto 1915 – agosto 1916”. A tale riconoscimento segue anche l’idoneità al comando di Divisione.
Il 9 novembre del 1916 il maggiore generale Cesare Parigi lascia il comando della brigata al maggiore generale Annibale Roffi ed il 1° febbraio del ‘17 gli viene assegnata la neo-costituita 59ª Divisione, schierata dapprima sul fronte della 1ª Armata, poi operante sulla Bainsizza agli ordini dell’VIII Corpo d’Armata del generale Ricci-Armani ed infine impegnata nella difesa di Codroipo al momento della ritirata di Caporetto. Attaccato sia dalla 200ª Divisione germanica sia dalla 26ª, il generale Parigi rischia di cadere prigioniero ma riesce, in extremis, a passare il Tagliamento. Lasciata il 21 novembre la sua unità, un mese più tardi torna al comando di un’altra Divisione, la 34ª, che regge fino al 12 febbraio dell’anno successivo. Posto alle dipendenze della 9ª Armata del generale Morrone non viene impiegato nei fatti di Vittorio Veneto cooperando, successivamente, nell’ambito del III Corpo d’Armata per l’occupazione di Trento.

Il dopoguerra

Per altri cinque giorni, dal 20 al 25 febbraio del 1919 è comandante titolare anche della 70ª Divisione di cui, in fine, decreta lo scioglimento. Nel 1920 viene destinato al comando della Divisione militare di Alessandria, lasciata la quale passa l’anno stesso in posizione ausiliaria.
All’età di sessant’anni, il generale Cesare Parigi muore a Torino nel 1922.