Azione italiana sul Forame
26-27 Novembre 1915
Date le basse temperature che rendevano la neve resistente e la limpidezza dell'atmosfera che favoriva i tiri dell'artiglieria, il 22 novembre il comando della IV Armata prospettò l'opportunità di eseguire entro breve tempo alcune azioni, tra cui un attacco di sorpresa in Val Felizon - Rufreddo. Il Comando di Divisione fissò per il 26 l'azione da eseguirsi in Val Felizon, per la quale vennero costituiti i seguenti gruppi al comando del col. Vaccari (brigata Como):
- Gruppo del Felizon - Rufreddo:
XXXVIII Bersaglieri (t. col. Fiori), 2 compagnie del II/24°, mezzo plotone del Genio ed una sezione da 70A, con il compito di spingersi nella valle del Rufreddo fin dove possibile.
- Gruppo del Forame:
3 compagnie del I/24° (magg. Pizio), una sezione mitragliatrici, un plotone della 30ª Alpini, mezzo plotone del Genio, una sezione da montagna da 65, con il compito di puntare verso la cima e le pendici nord-ovest del Forame.
Le altre truppe della brigata in Val Boite ed in Val Fiorenza dovevano svolgere azioni dimostrative, mentre tre compagnie del 54° in Val Popena Bassa dovevano concorrere all'azione della Como.
I due gruppi, alle 2 del 26 novembre iniziarono il movimento dalle rispettive posizioni ma la sorpresa mancò del tutto perchè gli austriaci vennero messi in allarme dallo scambio di fucilate tra due pattuglie italiane che si erano spinte alla confluenza del Rufreddo e del Felizon.
Mancata la sorpresa, la Como (gen. Vaccari) decise per l'azione di forza, richiedendo l'intervento dell'artiglieria campale di Valgrande, che alle 8 inizia a battere le posizioni austriache. Verso le 9 una compagnia del XXXVIII bersaglieri giunge in prossimità dei reticolati austriaci e tenta di tagliarli, ma senza risultato e lasciando numerosi uomini sul terreno ricoperto da 70 cm di neve.
Anche le azioni sul Forame ed il tentativo in Val Popena fallivano. Il Comando di Brigata alle 13.30 comunicava al Comando di Divisione che l'azione era fallita a causa delle mitragliatrici austriache nascoste nella boscaglia, contro le quali l'artiglieria era impotente; seguiva la proposta di far rientrare le truppe nelle posizioni di partenza. Ma il Comando della 2ª Divisione non accolse la proposta, ed anzi, sentito il Comando del IX CdA, alle 20.45 ordinava la ripresa dell'azione per il giorno successivo.
All'alba del 27 novembre, dopo un'ora di tiro di preparazione dell'artiglieria campale, il XXXVIII bersaglieri avrebbe dovuto riprendere l'azione in Val Felizon, ma le temperature estreme (-20°), la stanchezza ed il morale fecero sì che il reparto rimanesse fermo, fino all'ordine della Divisione delle 14.30 di arrestare l'azione.
In due giorni le perdite italiane furono di 897 unità; solo i bersaglieri ebbero 2 morti e 5 congelati tra gli ufficiali, 29 morti, 111 feriti, 20 dispersi e 318 congelati tra i soldati.
Questa fu l'ultima azione del 1915 sul fronte della 4ª Armata.
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