Altri combattimenti in estate

26 aosto-10 Settembre 1915

Il 22 agosto il comando del I Corpo d'Armata ordina al magg. Buffa di Perrero di attaccare gli austriaci per respingerli al di là della confluenza tra la Val Sassovecchio (Altenstein Tal) e la val Fiscalina (Bacher Tal). Sarebbe fondamentale agire di sorpresa, ma le precedenti azioni di agosto hanno convinto gli austriaci dell'intenzione italiana di una attacco verso Sesto nella direttrice delle due valli e si sono premuniti di conseguenza. L'attacco delle compagnie del battaglione Cadore si svolge lungo tre diverse direzioni.

Val Fiscalina

La colonna che procede in questa valle si deve guardare da alcuni ridottini austriaci annidati tra le rocce del Pulpito (Kanzel) e tra questo e le Crode Fiscaline (Oberbacherspitzen). La notte sul 26 agosto un plotone della 68ª (s.ten. Casali e Venier), da due giorni appostato sul Pulpito, lancia bombe lenticolari contro la forcella tra il Pulpito e le Crode Fiscaline (il "Plateau Verde"), mentre due plotoni della 67ª (ten. Rean) attaccano le posizioni alla testata della Val Fiscalina e riescono a mettere in fuga alcune pattuglie bavaresi che aiutate da due guide fuggono tra le ghiaie del circo. Appena occupato il primo obiettivo, il s.ten. Casali con una squadra si arrampica di notte su Cima Una. Nelle prime ore della notte sul 28 agosto, la 67ª e la 68ª sfilano lungo la valle del rio Fiscalino; davanti procedono un drappello del Genio e delle pattuglie di Zappatori. Si incontra un fitto groviglio di reticolati, ma i tubi non sembrano essere utili, per cui si procede con il taglio, che però dura quasi due giorni. "Al di là, in un pallido chiarore lunare, s'intravede il primo trinceramento nemico, e ancora reticolati dietro (con passaggi aperti e strade coperte), e ancora trinceramenti dietro e su per i dirupi ai due lati, solidissimi, in cemento, con strette feritoie. Soltanto forti artiglierie li potrebbero abbattere; ma i due pezzi da 149G di Regione Cengia non sono in condizioni da poter concorrere, e le sezioni da montagna di Forcella Giralba e della zona del Rifugio Zsigmondy in parte non li possono neppure colpire."
La notte sul 30, gli Alpini obbediscono all'ordine di ripiegamento.

Val Sassovecchio

Nella notte sul 27, la 96ª, una compagnia di bersaglieri ed un plotone del Genio al comando del ten. Pocchiola (del batt. Cadore) partono per l'azione in Val Sassovecchio allo scopo di distogliere le truppe austriache dall'azione italiana in Val Fiscalina. Alle 23 del 27 agosto la 96ª parte dal Rifugio Zsigmondy, risale il Passo Fiscalino e Forcella Pian di Cengia e poi scende verso il più basso dei laghi dell'Alpe dei Piani. La colonna passa sotto le posizioni austriache della Val Sassovecchio, taglia i reticolati tra queste posizioni e le trincee verso cui punta in modo tale che il plotone di testa giunge a contatto dei piccoli posti. Giunge l'alba. Ma verso destra non si può procedere in quanto il terreno è troppo esposto. La colonna principale si cala a sinistra, tra i baranci e quando giunge a circa 200 metri dai reticolati manda in esplorazione pattuglie con tubi di gelatina e pinze tagliafili. Mai tiratori austriaci appostati sulle Punte Sassovecchio le colpiscono da sinistra ed alle spalle. Nella notte le pattuglie italiane ripiegano sotto la cascata del rio. Nelle prime ore della notte sul 28 agosto un plotone guidato dal s.ten. Bosio si spinge fin sotto Cima Una, blocca un reparto austriaco e distrugge i reticolati davanti alla trincea. La 7ª batteria da campagna da Forcella Pian di Cengia ed il pezzo di Forcella del Camoscetto sparano contro le Punte Sassovecchio tentando di sostenere l'azione degli alpini ma non sortiscono effetto alcuno. Il ten. Pocchiola ritenta di inviare pattuglie contro le Punte Sassovecchio per snidarne i tiratori austriaci, ma anche queste non riescono nel compito. Di giorno non ci si può muovere, di notte i riflettori frugano nel buio. Il 31 agosto viene sospesa l'azione.

Fianchi di Cima Undici

L'1 settembre il comandante del battaglione Cadore riporta al gen. Fabbri l'impossibilità di aggirare la base di Cima Undici per il fondo della Val Fiscalina e gli presenta il piano per attaccare direttamente di sorpresa la Forcella di Cima Undici, situata all'estremità Nord dell'alta grande terrazza di sfasciumi che fascia il finaco della cima stessa rivolto verso la Val Fiscalina. Nella notte sul 6 settembre gli alpini della 67ª (ten. Rean), seguendo la terrazza, si avvicinano alla linea ustriaca e riescono a far saltare qualche tratto di reticolato, per poi ritirarsi di giorno in luogo defilato. Giunta la notte ripartono ma con cautela perchè la neve ha svelato le tracce delle incursioni precedenti. La notte sull'8 la compagnia si avvicina alla forcella ma i passaggi obbligati sono battuti dall'artiglieria austriaca che illumina la zona con i razzi luminosi. La notte sul 9 una pattuglia tenta di scalare le rocce alla destra della forcella ma viene respinta dai massi fatti rotolare dagli austriaci. Il 9 ed il 10 settembre, sotto il fuoco di di una mitragliatrice, dei fucili appostati anche di fianco, di un pezzo da montagna sulle pendici delle Punte Sassovecchio e di un obice da 105 presso Moso, gli alpini tentano di avanzare ma invano. Rientrano all'alba dell'11. Il 14 gli austriaci tentano di creare un appostamento per mitragliatrici sul versante ovest di Cima Undici, ma vengono fermati da raffiche di mitragliatrici e dalla sezione da montagna del Rif. Zsigmondy. Di notte il s.ten. Corniani sale con una squadra della 68ª per sorprendere i lavoratori austriaci, che però non si faranno più vedere, anche perchè la sezione da montagna ha aggiustato il tiro contro la posizione.

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