Contrattacco austriaco al Sasso di Sesto
30 Ottobre-1 Novembre 1915
Il 5 settembre i Landesschutzen vengono sostituiti dal X/59° (t.col. Von Paumgarten) che
si dispose in zona nel modo seguente:
- 3ª compagnia dal Wildgrabenjoch al Gipsgraben
- 1ª e 2ª al centro
- 4ª dall'Innich Riedel al Altensteinspitzen
Erano appoggiati da una batteria da campagna (9/41), 2 cannoni da montagna, 2 obici da montagna
(2/8) e 2 sezioni mitragliatrici.
La distanza tra le due linee era considerevole, per cui il disturbo poteva essere recato solo con
l'utilizzo dell'artiglieria. Solo in un punto gli italiani erano vicinissimi alle trincee
austriache: dal 9 settembre infatti i bersaglieri dell'
8° Reggimento erano di presidio sul Sasso di
Sesto e per gli austriaci non c'era verso di scacciarli da là sopra, nemmeno con il martellamento
continuo di artiglieria.
Il 3 ottobre il comando della zona viene assunto dal cap. Burger il quale elabora il seguente piano di attacco contro il Sasso di Sesto:
- Ala destra: s.ten. Schuh con metà della 2ª;
- Centro: s.ten. Steiner con 1 plotone della 2ª;
- Ala sinistra: uff.sost. Wagner con 50 uomini
Il 30 ottobre verso le 1, la colonna di destra si scontra con gli italiani a sud del Sasso di Sesto, attirando su di sè l'attenzione dei difensori. Il s.ten. Steiner risale di slancio la china e dopo un breve ma feroce corpo a corpo costringe al ritiro il drappello italiano. Sulla cima rimane il s.ten. Hirsch con 20 uomini, mentre gli altri fecero ritorno alle loro posizioni verso le 4.
Gli italiani reagiscono subito con tiri ben piazzati di artiglieria che in breve causano un morto e quattro feriti: il manipolo riceve dunque l'ordine di ripiegare. Il 31 ottobre i bersaglieri si riprendono le trincee verso le 13. L'1 novembre l'alf. Jurcic con un colpo di mano riesce a riprendere la vetta ed una squadra di genieri piazza nelle caverne delle cariche di esplosivo, ma durante il ripiegamento la squadra viene sopraffatta dagli italiani ed incappano nelle mine che fecero sì che il contatto non avvenne e dunque le cariche non esplosero. Con questo tentativo gli austriaci lasciarono sul campo 2 morti, 9 feriti e 13 prigionieri. Questo fu l'ultimo tentativo per il 1915 da parte dei Rainer di riconquistare il Sasso di Sesto in quanto a novembre per parecchi giorni infuria la tormenta: "Chi soffriva maggiormente era la sentinella, che sul brullo pianoro restava esposta alla bufera senza alcun riparo e doveva impiegare tutte le forze per resistere alla violenza del vento [...] non si vedeva nulla a più di due o tre metri di distanza. (Diario dello standschützen Mörl)"
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