Cimitero di Guerra Burg (San Candido)
A causa della vicinanza del fronte, durante la Grande Guerra, a S. Candido furono allestiti diversi ospedali militari; vi morirono talmente tanti soldati feriti o malati da non riuscire più a seppellirli tutti nel cimitero della Collegiata. Per questo motivo il sindaco Josef Baumgartner fece richiesta all'imperial-regio comando del Settore di Frontiera 10 di creare un apposito cimitero di guerra interconfessionale. I lavori furono iniziati nell'estate del 1915 sotto la direzione del cap. Pittner. Il 12 marzo 1916 il cimitero e la cappella furono consacrati dal parroco della divisione Anton Pircher ed inaugurati dal Generale di Brigata Karl Englert. Fino al novembre 1918 nel cimitero furono sepolti 700 soldati di cui era noto il nome, tra cui soldati della KuK Armee e prigionieri di guerra italiani, russi, rumeni, serbi e bosniaci, nonchè numerosi militi ignoti in una fossa comune. Tra le figure di spicco, la lapide a ricordo del cap. von Scotti del III Landesschützen. Quando nel 1916 S. Candido divenne obiettivo dell'artiglieria italiana, tutte le celebrazioni religiose furono officiate nella cappella del cimitero. Nell'ottobre del 1934 lo Stato fece riesumare le salme dei prigionieri di guerra italiani per traslarle nell'Ossario di Pocol. Poi nel 1941 altre 181 salme furono traslate in altri cimiteri (Varna, Bressanone, Nasswand, Bolzano, Merano, Pordoi). Grazie all'impegno della Schützen Kompanie "Hofmark Innichen" (e del suo capitano Frà Siegfried Volgger) negli anni 2003/2004 il cimitero di guerra è stato ripristinato e la cappella riedificata secondo il progetto dell'architetto Bernhard Lösch. Il 28 agosto 2004 il cimitero è stato consacrato dal vescovo ausiliario di Graz.