I movimenti austriaci
31 ottobre - 5 novembre
Alle 8.30 dell'1 novembre gli austriaci occupavano Tolmezzo ed Enemonzo e 4 battaglioni del gruppo
tattico Fasser si avviavano verso Cima Sappada. Il Comando della X Armata Austriaca mirava a
tagliare la ritirata attraverso il Passo Mauria alla 26ª divisione ed a chiudere in una morsa la
4ª Armata italiana. La X Armata austriaca, agli ordini del gen. von Krobatin era così composta:
94ª Divisione di Fanteria (feldm. von Lawrowski)
XXV Brigata da Montagna (col. Wasserthal)
III/18° Infanterie
VIII e XXX Jäger
X Landstürm
2 compagnie d'alta montagna
LVII Brigata da Montagna (col. Watterich)
I e III/26° Landstürm
V/7° Infanterie
VI/2° Kaiserjäger
5 compagnie d'alta montagna
XCIV Battaglione d'assalto
1 squadrone di Dragoni
XCIV Brigata di Artiglieria di Riserva
Gruppo Hordt (gen. Hordt)
XXIX Brigata da Montagna (gen. Arciduca Ferdinando)
LIX Brigata da Montagna (gen. von Dietrich)
per un totale di 29 battaglioni, 10 compagnie d'alta montagna, 3 compagnie tecniche, 1 reparto
d'aviazione e 338 pezzi d'artiglieria (162 di piccolo calibro, 12 di medio calibro, 44 di
grosso calibro e 160 in postazione fissa) schierati dal Monte Peralba al Monte Rombon.
Il 2 novembre gli austriaci attaccano il Monte Pura ma allo scoperto e sulla neve alta vennero
respinti dagli alpini del Tolmezzo; ma la ritirata della 26ª divisione costrinse gli alpini a
ritirarsi sulla Mauria, passando agli ordini della 4ª Armata.
Il 3 novembre il Comando della 4ª Armata emanava nuovi ordini (fonogramma 11558): al I Corpo
chiedeva di far affluire con la massima celerità alla stazione di Calalzo 2 battaglioni
destinati verso Pederobba per bloccare lo sbocco di Valdobbiadene agli ordini del brig. Corelli.
Il gen. Piacentini ordinava che la marcia di ritirata avvenisse su 4 scaglioni, ma i reparti di
Milizia Territoriale della Piazza Cadore - Maè dovevano rimanere sul posto e la 1ª divisione
doveva lasciare a Peaio un battaglione per sbarrare la Val Boite, così come la Brigata Como
doveva lasciarne uno a Tre Ponti. Contestualmente ordinava l'accelerazione dell'arretramento
verso Tai che doveva essere tassativamente ultimato entro la mattina del 6 novembre.
In quei giorni passavano per Lorenzago lunghe colonne di profughi della Carnia dirette verso
la stazione di Calalzo, ma la situazione si aggravò quando Sappada e tutto il Comelico vennero
sgombrati dalla popolazione civile. Alcuni sindaci della zona si recarono al comando dell'Armata
a Belluno per verificare se fosse ancora possibile una resistenza italiana in Cadore, ma tornarono
invece con la notizia che la resistenza era destinata al Piave.
Nella notte tra il 4 ed il 5 novembre fu fatta saltare la galleria presso il Passo della Morte;
tutti i soldati validi si ritrassero sulla Mauria, abbandonando i civili ai saccheggi delle
truppe croate che avevano seguito quelle tedesche.