I primi ordini di ritirata
26 - 29 ottobre
Il primo ordine che accennasse ad un eventuale ripiegamento giunse al Comando della 4ª Armata il 26 ottobre. Nelle posizioni del Cristallo e del Forame i soldati del Val Piave (Magg. Pocchiola) vennero fatti oggetto di scherno da parte dei soldati austriaci che stavano nelle posizioni di fronte a loro; ma a molti altri reparti per molte ore a venire non giunse nessun ordine preciso in merito. Alle 5.45 del 27 ottobre (fonogramma 5015) Cadorna ordinava alla 4ª Armata di portarsi sulla linea Col Trondo - Monte Col - Monte Agudo - Cresta delle Marmarole - Monte Antelao - Monte Penna - Monte Pelmo - Monte Civetta - Monte Tamer - Forcella Giaion - Monte Alvis - Monte Pavione - Monte Agaro - Pieve di Tesino - Monte Grigno - Cima Caldiera.
Fonogramma del 27.10 ore 5,45 da Comando Supremo a Comando IV Armata
"Ordine di ripiegamento alla 4ª Armata"
FONOGRAMMA (DOCUMENTO N. 128)
DA COMANDO SUPREMO
A COMANDO IV ARMATA
27 ottobre 1917, ore 5,45
5015 G.M. In vista situazione creatasi ala sinistra 2ª Armata ho deciso graduale ripiegamento del
XII corpo sulla linea delle prealpi Carniche, colla sinistra a Casera Razzo, e delle armate II e
III sulla destra del Tagliamento. Movimento si inizia oggi stesso. In conseguenza codesta armata
inizi oggi stesso ripiegamento dall'attuale fronte alla linea gialla, collegandosi a sinistra
con la I armata a Cima della Caldiera. Per quanto riguarda tratto di fronte Cima della Caldiera
- M. Civetta lascio a V.E. di determinare linea di arretramento più conveniente. V.E. si terrà
in misura di proseguire non appena ne darò ordine ulteriore ripiegamento su pianura veneta.
In vista di ciò V.E. prenda in consegna da I armata lavori del Grappa, cui occupazione affidata
a IV armata. Organizzi perciò immediatamente difesa Grappa per caso ritirata sul medesimo e
vi collochi artiglierie da sgombrarsi secondo prescrizioni mio 4998 di ieri. Completi lavori
M. Asolone - Presolana - cima dell'Orso per assicurare profondità sistema difensivo. Per sgombro
materiali e stabilimenti prenda accordi con Intendenza Generale. Esiga nel ripiegamento calma,
fermezza, lentezza e misure immediate del più estremo rigore contro tutte debolezze e contro
chiunque. Interrompa e sbarri strade e ponti, incendi magazzini e baraccamenti.
Generale Cadorna
In conseguenza di tale ordine il gen. Di Robilant disponeva le operazioni da effettuarsi, ordinando
al I Corpo d'Armata di prendere contatto con il XII a Casera Razzo. Al Comando d'Artiglieria di
spostare le batterie meno mobili. A sua volta il gen. Piacentini, alle 0.30 del 28 ottobre,
ordinava nello specifico:
- che l'occupazione fosse portata sulla linea Cima Vallone - Monte Curiè - Terze - Casera Razzo;
- di ritirare verso la Terza Piccola e Passo Digola tutte le artiglierie amovibili e di rendere inutilizzabili le altre;
- di sgombrare la massima quantità di materiali;
- che il comandante del 7° Settore inviasse una pattuglia a Forcella Lavardet a prendere collegamento col XII Corpo (26ª Divisione, Magg. Gen. Battistoni).
- il VI Raggruppamento Alpini e le truppe della Fortezza Cadore - Maè passarono al I Corpo d'Armata;
- la 56ª divisione passò al XVIII Corpo d'Armata.
I Corpo: le rotabili Padola - Ansiei - Boite - Piave, protette dai bersaglieri a sinistra e da una colonna lungo la direttrice Cibiana - Val Maè;
IX Corpo: rotabili della Val Cordevole e Val Cismon;
XVIII Corpo: rotabili della Val Sugana - Cismon - Sensiga.
Il compito più arduo era affidato al I Corpo d'Armata che doveva garantire il fianco destro e tenersi in contatto con il XII Corpo. Il 29 ottobre transitavano per S. Vito di Cadore i primi scaglioni di truppe italiane, ma si trattava della Milizia Territoriale. Nella notte cannoni e truppe dal fronte passarono per Auronzo, Lozzo, Domegge, Vallesella accendendo molti fuochi per asciugare i vestiti. Sempre il 29 Cadorna incontra Di Robilant; il 30 viene comunicato dal Comando della 4ª Armata che "Salvo l'arretramento in Val Visdende e Sesis [...] nessun'altra modificazione è avvenuta nella linea d'occupazione dell'Armata". Ma lo stesso giorno un ordine esplicito di Cadorna (N. 5137) richiama il Di Robilant ad attenersi a precisi criteri: "[...] lo sbarramento della linea della Mauria e delle comunicazioni secondarie che superano le Prealpi Carniche in senso longitudinale e in senso trasversale spetta all'ala sinistra della 2ª Armata, finchè la defluenza delle truppe della 4ª Armata lungo la strada d'Alemagna non sia ultimata. Per converso la 4ª Armata non scoprirà lo sbocco di Ponte sull'Alpi finchè le retroguardie della 2ª Armata non abbiano oltrepassato il meridiano di Vittorio."
Ma il Di Robilant rimaneva in attesa dell'ordine definitivo di ripiegamento e, preventivando in 8 giorni a partire da questo il tempo necessario per schierare il I Corpo d'Armata a sud del parallelo del Mauria, avvertiva la 2ª Armata che avrebbe ritirato i propri distaccamenti dalla Mauria e da Casera Razzo contemporaneamente a quelli ivi dislocati dal XII Corpo.