Cannone da 75/27 modello 1911 Deport
Nel 1906 era stato introdotto in servizio nel Regio Esercito il cannone da 75 mm Krupp a tiro rapido, che era stato utilizzato già nel 1910 nella guerra di Libia. La valutazione operativa dei risultati del cannone aveva dato un esito insoddisfacente, soprattutto a causa della scarsa mobilità su terreno vario e settori di tiro eccessivamente ridotti. Considerando che gli arsenali dell'esercito stavano accumulando un certo ritardo nelle consegne di pezzi Mod. 1906, la questione dell'artiglieria da campagna fu riconsiderata, effettuando sperimentazioni su materiali Schneider, Déport e Krupp. In seguito a queste sperimentazioni fu deciso di adottare il modello Déport da 75 mm a tiro rapido. La produzione effettiva del cannone fu affidata ad un consorzio di 27 ditte presieduto dalla Vickers-Terni e dalla Società Acciaierie Terni. Il 75/27 Mod. 1911 doveva affiancarsi al Mod. 1906 nei reggimenti artiglieria da campagna, ma il programma subì sensibili ritardi, tanto che solo alla vigilia della prima guerra mondiale furono disponibili tutti i pezzi Mod. 1906 e Mod. 1911 ordinati. Nel maggio del 1915 erano in linea nel Regio Esercito 125 batterie armate con questo pezzo, per un totale di 500 bocche da fuoco, in organico ai reggimenti di artiglieria delle divisioni di fanteria e dei corpi d'armata. Il 75/27 Mod. 1911, grazie alle sue caratteristiche superiori a quelle dei corrispondenti materiali austriaci (Škoda 8 cm Vz. 1905), permise all'artiglieria da campagna italiana di operare vantaggiosamente nei confronti di quella nemica (vedi l'operazione di puntamento nella illustrazione di una rivista dell'epoca). Nel corso della guerra continuò la costruzione dei pezzi da 75 mm sia modello 1906 sia modello 1911, tanto che, nel novembre 1917, erano in linea 488 batterie con 1931 cannoni di entrambi i modelli. Nonostante la perdita di 140 batterie nella ritirata di Caporetto, nel settembre 1918 i cannoni modello 1911 disponibili erano già risaliti a 820. All'inizio della guerra una trentina di batterie vennero assegnate alla difesa contraerei, a cui il pezzo, date le caratteristiche di traiettoria, di settore e di cadenza di tiro, si prestava sufficientemente bene. Fin dal 1914 infatti era stata studiata un'installazione particolare che permetteva l'elevazione della canna fino a 75-80° ed un settore di intervento di 30°. Il materiale destinato alla difesa contraerei era privo di scudo e fornito di dispositivi di mira particolari. Il 75/27 Mod. 1911 fu il pezzo più utilizzato dal Regio Esercito in funzione contraerei, arrivando ad armare 43 batterie nell'ottobre 1918.