Astuti Arturo
Sottotenente
3° Alpini, battaglione Fenestrelle
Nato l'11 aprile 1895 ad Alessandria
Morto il 20 luglio 1915 presso il 110° Reparto Someggiato Sanità della 10ª Divisione per ferite
Decorazioni
Medaglia di Bronzo
In un assalto alla baionetta, interrotto da un improvviso alzarsi di un reticolato mobile,
fronteggiava la critica posizione coll’appostare prontamente il plotone e col tentare di aprire
un varco attraverso il reticolato, per condurre a fondo l’azione. Ferito mortalmente, incitava
i propri dipendenti a persistere nell’avanzata.
Monte Cavallino, 18 luglio 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Domenico Arturo Astuti nasce ad Alessandria l'11 aprile del 1895 da Giulio e Maddalena Chiora.
Compie i primi studi nella sua città e nel 1911 si reca, assieme a suo fratello, al Regio
liceo-ginnasio di Carmagnola dove consegue la licenza nel luglio del 1914.
Quattro mesi più tardi entra, come volontario, alla scuola militare di Modena, dove si distingue
per impegno e buona condotta, tanto da meritare l'onorevole decorazione della "Cifra Reale". Il 30
maggio del 1915, pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra, ottiene i gradi da sottotenente e
viene assegnato al 3° Alpini. Si presenta al reggimento il 7 giugno e subito dopo raggiunge il suo
battaglione, il «Fenestrelle», in Val di Susa. Il 9 giugno, appena ventenne, parte per il fronte
assieme ad altri 142 alpini, tutti più anziani di lui.
"Sono pieno di santo entusiasmo perché vado a cooperare alla grandezza della mia bella
Italia ..." scrive a suo padre il giorno prima di
partire "... certo di ritornare in famiglia sano, salvo e pieno di gloria".
Il giorno del suo arrivo in Cadore, gli alpini del Fenestrelle sono già occupati nel respingere i
contrattacchi austriaci volti a riconquistare le posizioni di Cima Vallona e Col dell'Ai ed il
sottotenente Astuti viene subito impiegato con il suo plotone per rinforzare quelle posizioni;
qualche tempo più tardi, assegnato alla 29ª compagnia, partecipa alla presa del Monte Cavallino.
La notte sul 17 luglio gli alpini si dirigono contro gli standschützen che occupano la cresta e
dopo essersi ammassati nel bosco, attendono il buio della notte per uscire allo scoperto.
In quell'aspro combattimento, appena pochi giorni dopo il suo arrivo in zona di guerra, il
sottotenente Astuti viene colpito al basso ventre da un proiettile. Il 20 luglio del 1915 muore
al 110° reparto someggiato di Sanità della 10ª divisione in località Poidosso, Val Digon, in
Comelico, "in seguito a ferita d'arma da fuoco all'addome, penetrante in cavità, riportata nel
combattimento di Pian della Mola".
Il cappellano del suo battaglione, don Nicola Gérard (Gaspard?), così scrive a suo padre:
"Verso le prime luci del 18 luglio, un triste mattino, di cui non ricordo l'uguale, il fatidico
grido di Savoia echeggiava sulle erte pendici di Monte Cavallino, ripetendosi di balza in balza.
Erano i valorosi alpini del Fenestrelle, che, nonostante il temporale che da 12 ore imperversava
e la raffica di neve e ghiacciuoli, che tagliava la faccia, eransi portati, nel cuore della notte,
con slancio mirabile, fin sopra detto monte, e, tagliati i reticolati, erano balzati nelle trincee
nemiche in un furibondo attacco alla baionetta. Qui cadde, in primissima linea, ferito a morte, il
povero Domenico, verso le 3 del mattino, senza che io lo vedessi, sia perché molto incerta la
luce, sia perché egli venne tosto trasportato indietro dai suoi fidi alpini, senza passare per il
posto di medicazione, dove mi trovavo occupatissimo attorno ai feriti, che affluivano da ogni
parte. Il mattino seguente però, sapendo che era grave, mi feci premura di visitarlo presso la
sezione di sanità, dove era stato ricoverato. Mi avvicinai al suo lettuccio, lo salutai, mi
riconobbe e mi sorrise. Mi disse di avere conferito con l'abate
Cravosio, cappellano del 91°
fanteria, m'incaricava di salutare tutti gli ufficiali, di trasmettergli la sua posta e rimase
tranquillo e sereno. Io gli rivolsi buone parole di conforto, che ascoltò con deferente
atteggiamento, e lo lasciai totalmente rassegnato, non senza una forte stretta al cuore, vedendo il
suo stato grave in cui versava. Il mattino seguente, essendo deceduto verso le 6, l'accompagnai
sull'ambulanza fino a S. Stefano di Cadore, allo ospedale, dove lo feci deporre nella sala
mortuaria. Il mattino poi del 21, verso le 9, mi trovò di nuovo a S. Stefano; gli cantai io stesso
una messa di suffragio, presente la salma; e poscia, in forma solenne, lo accompagnai all'ultima
dimora nel cimitero locale. Nella forzata assenza degli alpini, di cui solo una rappresentanza
poté intervenire, prestarono servizio d'onore ufficiali e soldati del V battaglione bersaglieri
[dell'8° Reggimento, ndw], il cui maggiore cav. avv. Rigò [Rinault? ndw] pronunciò, dopo
l'assoluzione della salma, ispirate parole di elogio al battaglione e al valoroso Astuti. Così
terminò la mesta funzione, che lasciava nel cuore di tutti perenne memoria."
Il sottotenente Astuti sarà decorato con la medaglia di bronzo al Valor Militare.
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Nato l'11 aprile 1895 ad Alessandria
Morto il 20 luglio 1915 presso il 110° Reparto Someggiato Sanità della 10ª Divisione per ferite
Decorazioni
Medaglia di Bronzo
In un assalto alla baionetta, interrotto da un improvviso alzarsi di un reticolato mobile, fronteggiava la critica posizione coll’appostare prontamente il plotone e col tentare di aprire un varco attraverso il reticolato, per condurre a fondo l’azione. Ferito mortalmente, incitava i propri dipendenti a persistere nell’avanzata.Monte Cavallino, 18 luglio 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Domenico Arturo Astuti nasce ad Alessandria l'11 aprile del 1895 da Giulio e Maddalena Chiora.
Compie i primi studi nella sua città e nel 1911 si reca, assieme a suo fratello, al Regio
liceo-ginnasio di Carmagnola dove consegue la licenza nel luglio del 1914.
Quattro mesi più tardi entra, come volontario, alla scuola militare di Modena, dove si distingue
per impegno e buona condotta, tanto da meritare l'onorevole decorazione della "Cifra Reale". Il 30
maggio del 1915, pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra, ottiene i gradi da sottotenente e
viene assegnato al 3° Alpini. Si presenta al reggimento il 7 giugno e subito dopo raggiunge il suo
battaglione, il «Fenestrelle», in Val di Susa. Il 9 giugno, appena ventenne, parte per il fronte
assieme ad altri 142 alpini, tutti più anziani di lui.
"Sono pieno di santo entusiasmo perché vado a cooperare alla grandezza della mia bella
Italia ..." scrive a suo padre il giorno prima di
partire "... certo di ritornare in famiglia sano, salvo e pieno di gloria".
Il giorno del suo arrivo in Cadore, gli alpini del Fenestrelle sono già occupati nel respingere i
contrattacchi austriaci volti a riconquistare le posizioni di Cima Vallona e Col dell'Ai ed il
sottotenente Astuti viene subito impiegato con il suo plotone per rinforzare quelle posizioni;
qualche tempo più tardi, assegnato alla 29ª compagnia, partecipa alla presa del Monte Cavallino.
La notte sul 17 luglio gli alpini si dirigono contro gli standschützen che occupano la cresta e
dopo essersi ammassati nel bosco, attendono il buio della notte per uscire allo scoperto.
In quell'aspro combattimento, appena pochi giorni dopo il suo arrivo in zona di guerra, il
sottotenente Astuti viene colpito al basso ventre da un proiettile. Il 20 luglio del 1915 muore
al 110° reparto someggiato di Sanità della 10ª divisione in località Poidosso, Val Digon, in
Comelico, "in seguito a ferita d'arma da fuoco all'addome, penetrante in cavità, riportata nel
combattimento di Pian della Mola".
Il cappellano del suo battaglione, don Nicola Gérard (Gaspard?), così scrive a suo padre:
"Verso le prime luci del 18 luglio, un triste mattino, di cui non ricordo l'uguale, il fatidico
grido di Savoia echeggiava sulle erte pendici di Monte Cavallino, ripetendosi di balza in balza.
Erano i valorosi alpini del Fenestrelle, che, nonostante il temporale che da 12 ore imperversava
e la raffica di neve e ghiacciuoli, che tagliava la faccia, eransi portati, nel cuore della notte,
con slancio mirabile, fin sopra detto monte, e, tagliati i reticolati, erano balzati nelle trincee
nemiche in un furibondo attacco alla baionetta. Qui cadde, in primissima linea, ferito a morte, il
povero Domenico, verso le 3 del mattino, senza che io lo vedessi, sia perché molto incerta la
luce, sia perché egli venne tosto trasportato indietro dai suoi fidi alpini, senza passare per il
posto di medicazione, dove mi trovavo occupatissimo attorno ai feriti, che affluivano da ogni
parte. Il mattino seguente però, sapendo che era grave, mi feci premura di visitarlo presso la
sezione di sanità, dove era stato ricoverato. Mi avvicinai al suo lettuccio, lo salutai, mi
riconobbe e mi sorrise. Mi disse di avere conferito con l'abate
Cravosio, cappellano del 91°
fanteria, m'incaricava di salutare tutti gli ufficiali, di trasmettergli la sua posta e rimase
tranquillo e sereno. Io gli rivolsi buone parole di conforto, che ascoltò con deferente
atteggiamento, e lo lasciai totalmente rassegnato, non senza una forte stretta al cuore, vedendo il
suo stato grave in cui versava. Il mattino seguente, essendo deceduto verso le 6, l'accompagnai
sull'ambulanza fino a S. Stefano di Cadore, allo ospedale, dove lo feci deporre nella sala
mortuaria. Il mattino poi del 21, verso le 9, mi trovò di nuovo a S. Stefano; gli cantai io stesso
una messa di suffragio, presente la salma; e poscia, in forma solenne, lo accompagnai all'ultima
dimora nel cimitero locale. Nella forzata assenza degli alpini, di cui solo una rappresentanza
poté intervenire, prestarono servizio d'onore ufficiali e soldati del V battaglione bersaglieri
[dell'8° Reggimento, ndw], il cui maggiore cav. avv. Rigò [Rinault? ndw] pronunciò, dopo
l'assoluzione della salma, ispirate parole di elogio al battaglione e al valoroso Astuti. Così
terminò la mesta funzione, che lasciava nel cuore di tutti perenne memoria."
Il sottotenente Astuti sarà decorato con la medaglia di bronzo al Valor Militare.