Bajardi Riccardo Silvestro
Capitano
5ª / II / 45° Brigata Reggio
Nato il 4 aprile 1886 a Novi Ligure (AL)
Morto il 20 settembre 1917 sul Monte Sief per ferite
Decorazioni
Medaglia d'Oro
Diede costante esempio di calma e ardimento ai suoi soldati. Comandante di una compagnia, la
condusse valorosamente all'attacco di forti posizioni nemiche. Ferito, continuò ad avanzare,
incitando i suoi all'ultimo sforzo. Colpito una seconda volta e mortalmente, si trascinò sulla
cima conquistata e gettò al nemico l'ultima sfida ed ai suoi l'ultimo appello: "Abbiamo vinto,
avanti ragazzi".
Cima Sief, 20 settembre 1917
Note biografiche
La giovinezza e la Libia
Riccardo Bajardi nasce a Novi Ligure il 4 aprile 1886 da una famiglia ben nota. Il padre Ettore
infatti esercitò la professione di medico chirurgo e fu docente di scienze naturali presso la Regia
Scuola Tecnica. Riccardo dopo aver ultimato gli studi classici intraprese la carriera militare.
Come capitano di fanteria fu destinato in Libia e vi trascorse 3 anni della sua vita fino allo
scoppio della guerra con l'Austria il 24 maggio 1915.
La Grande Guerra
Chiese ed ottenne di rientrare in patria per partecipare alle operazioni in Italia. Destinato al
45° Reggimento Fanteria della Brigata Reggio, raggiunge il fronte al comando della 5ª compagnia
del II battaglione e vi rimane fino a quel tragico 20 settembre 1917.
Nel Riassunto Storico del reggimento si legge:
" ... Nel settembre viene eseguito un colpo di mano per impadronirsi dell'imbocco di una
galleria che il nemico stava preparando sotto le nostre posizioni di M. Sief e contro la quale si
andavano compiendo da parte nostra difficili lavori di contromina. Il giorno 20, mentre reparti
del 46° svolgono una azione dimostrativa da est, altri del II/45°, dopo breve e violenta
preparazione d'artiglieria, raggiungono con rapido sbalzo l'imbocco della galleria; ma la
difficoltà di sistemarsi rapidamente a difesa sulla posizione, non permette agli arditi attaccanti
di resistere al violento tiro dell'avversario ed al successivo contrattacco, che li costringe a
ripiegare, dopo aver perduto 16 ufficiali e oltre 300 uomini di truppa ..."
Tra i 16 ufficiali cade anche Riccardo e per questa azione gli fu concessa la Medaglia d'Argento
al V.M. nel 1918 commutata in Medaglia d'Oro al V.M. il 2 giugno 1921.
Riccardo riposa al Sacrario Militare di Pocol ed una targa ricorda la sua morte su Cima Sief.
Nel 1967, in occasione del cinquantesimo della sua morte, un gruppo di parenti e amici, in
adempimento al voto del fratello Giovanni Battista Bajardi (anche lui decorato con medaglia di
Bronzo al V.M. sul Monte Lemerle nel 1916) innalzarono una croce su Cima Sief e posero una lapide
ricordo alla sua base.
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Nato il 4 aprile 1886 a Novi Ligure (AL)
Morto il 20 settembre 1917 sul Monte Sief per ferite
Decorazioni
Medaglia d'Oro
Diede costante esempio di calma e ardimento ai suoi soldati. Comandante di una compagnia, la condusse valorosamente all'attacco di forti posizioni nemiche. Ferito, continuò ad avanzare, incitando i suoi all'ultimo sforzo. Colpito una seconda volta e mortalmente, si trascinò sulla cima conquistata e gettò al nemico l'ultima sfida ed ai suoi l'ultimo appello: "Abbiamo vinto, avanti ragazzi".Cima Sief, 20 settembre 1917
Note biografiche
La giovinezza e la Libia
Riccardo Bajardi nasce a Novi Ligure il 4 aprile 1886 da una famiglia ben nota. Il padre Ettore infatti esercitò la professione di medico chirurgo e fu docente di scienze naturali presso la Regia Scuola Tecnica. Riccardo dopo aver ultimato gli studi classici intraprese la carriera militare.Come capitano di fanteria fu destinato in Libia e vi trascorse 3 anni della sua vita fino allo scoppio della guerra con l'Austria il 24 maggio 1915.
La Grande Guerra
Chiese ed ottenne di rientrare in patria per partecipare alle operazioni in Italia. Destinato al 45° Reggimento Fanteria della Brigata Reggio, raggiunge il fronte al comando della 5ª compagnia del II battaglione e vi rimane fino a quel tragico 20 settembre 1917. Nel Riassunto Storico del reggimento si legge:" ... Nel settembre viene eseguito un colpo di mano per impadronirsi dell'imbocco di una galleria che il nemico stava preparando sotto le nostre posizioni di M. Sief e contro la quale si andavano compiendo da parte nostra difficili lavori di contromina. Il giorno 20, mentre reparti del 46° svolgono una azione dimostrativa da est, altri del II/45°, dopo breve e violenta preparazione d'artiglieria, raggiungono con rapido sbalzo l'imbocco della galleria; ma la difficoltà di sistemarsi rapidamente a difesa sulla posizione, non permette agli arditi attaccanti di resistere al violento tiro dell'avversario ed al successivo contrattacco, che li costringe a ripiegare, dopo aver perduto 16 ufficiali e oltre 300 uomini di truppa ..."
Tra i 16 ufficiali cade anche Riccardo e per questa azione gli fu concessa la Medaglia d'Argento al V.M. nel 1918 commutata in Medaglia d'Oro al V.M. il 2 giugno 1921.
Riccardo riposa al Sacrario Militare di Pocol ed una targa ricorda la sua morte su Cima Sief.
Nel 1967, in occasione del cinquantesimo della sua morte, un gruppo di parenti e amici, in adempimento al voto del fratello Giovanni Battista Bajardi (anche lui decorato con medaglia di Bronzo al V.M. sul Monte Lemerle nel 1916) innalzarono una croce su Cima Sief e posero una lapide ricordo alla sua base.
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