Buffa Di Perrero Carlo
Maggiore
7° Alpini, battaglione Val Piave e Pieve di Cadore
Nato il 20 dicembre 1867 a Torino
Morto il 4 novembre 1916 a Locvizza-Kostanie per una scheggia di granata
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Avendo fatto tentare successivamente l'assalto di una trincea nemica, lungo una sottile e difficile
cresta di ghiaccio, da due squadre comandate da ufficiali, delle quali tutti i componenti rimasero
morti o feriti, si poneva egli stesso alla testa della terza squadra e si slanciava all'assalto
riportando due ferite.
Monte Cristallo, 21 ottobre 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Prima della guerra
Nato a Torino il 20 dicembre 1867 morto a Locvizza Kostanie il 4 novembre 1916.
Rimasto orfano in tenera età, appena quattordicenne, venne avviato alla carriera militare,
inizialmente presso il Collegio militare di Milano e poi, com'era tradizione di famiglia,
all'Accademia di Modena, dalla quale usć nel 1887 col grado di sottotenente destinato al 50°
reggimento fanteria della brigata Parma. Non trascuṛ mai la sua
passione per il disegno e la pittura alle quali, nel tempo libero, si dedic̣ sempre con entusiasmo.
Nel 1889, a soli ventidue anni, venne nominato ufficiale di ordinanza del generale Gandolfi, allora
Governatore in Eritrea, incarico che Buffa di Perrero mantenne per un biennio. Rientrato in Italia
come tenente, chiese nel 1894 di essere trasferito nel Corpo degli Alpini. Venne coś assegnato al
4° reggimento - battaglione Aosta - dove rimase per nove anni svolgendo attività alpinistica
istruendo plotoni scelti di guide alpine. Tra le numerose imprese, nel 1899, in divisa da
ufficiale, scaḷ il versante italiano del Cervino.
Nel 1903, promosso capitano, pasṣ al 2° e poi al 3° reggimento alpini svolgendo, per scopi
militari, un approfondito studio dei massicci montuosi lungo il confine italo-austriaco.
In Libia
Nella primavera del 1914, nominato maggiore, part́ per la guerra di Libia col battaglione
Fenestrelle che comanḍ in diverse azioni nella zona della
Cirenaica, guadagnandosi un encomio solenne.
La Grande Guerra
Rientrato in Italia verso la fine dello stesso anno, col suo battaglione venne mandato a presidiare
i confini orientali. Allo scoppio della guerra assunse il comando del battaglione
Cadore che guiḍ alla conquista dell'Oberbacher Spitz (Crode
Fisacline), del Pulpito (Kanzel), dell'Einser (Cima Una). Sul Monte Cristallo, nell'ottobre del
1915, leg̣ il suo nome a clamorose imprese. Buffa di Perrero condusse personalmente all'assalto la
67ª e la 75ª compagnia lungo una sottile cresta nevosa esposta al fuoco nemico. Colpito, si tampoṇ
la ferita alla meglio senza peṛ abbandonare il suo posto di comando. L'azione, continuata
cruentamente per due giorni, è ripresa nella motivazione della medaglia d'argento al valor militare
attribuitagli in quell'occasione.
Dopo un breve periodo di convalescenza, Buffa di Perrero rientṛ in servizio assumendo l'incarico
di capo di Stato Maggiore presso il comando della sua divisione. Nel frattempo, promosso tenente
colonnello, gli venne affidato il comando del 138° reggimento di fanteria - brigata Barletta - che
si trovava schierato sul Carso in attesa dell'imminente IX battaglia dell'Isonzo.
La morte
Il 31 ottobre del
1916 ebbe inizio la sua ultima azione di guerra. Dall'1 al 4 ottobre condusse vittoriosamente
l'attacco scavalcando le trincee nemiche arrivando fin quasi a Castagnevizza; ma durante la notte
sul 5 novembre, mentre ispezionava le linee avanzate per rincuorare i propri soldati, cadde colpito
a morte da una scheggia di granata.
Carlo Buffa di Perrero venne sepolto nel cimitero militare di Vizentini, nel vallone di Doberḍ, da
dove, il 22 febbraio del 1922, la salma fu traslata al cimitero di Cavour, tra la sua gente.
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Nato il 20 dicembre 1867 a Torino
Morto il 4 novembre 1916 a Locvizza-Kostanie per una scheggia di granata
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Avendo fatto tentare successivamente l'assalto di una trincea nemica, lungo una sottile e difficile cresta di ghiaccio, da due squadre comandate da ufficiali, delle quali tutti i componenti rimasero morti o feriti, si poneva egli stesso alla testa della terza squadra e si slanciava all'assalto riportando due ferite.Monte Cristallo, 21 ottobre 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Prima della guerra
Nato a Torino il 20 dicembre 1867 morto a Locvizza Kostanie il 4 novembre 1916.Rimasto orfano in tenera età, appena quattordicenne, venne avviato alla carriera militare, inizialmente presso il Collegio militare di Milano e poi, com'era tradizione di famiglia, all'Accademia di Modena, dalla quale usć nel 1887 col grado di sottotenente destinato al 50° reggimento fanteria della brigata Parma. Non trascuṛ mai la sua passione per il disegno e la pittura alle quali, nel tempo libero, si dedic̣ sempre con entusiasmo.
Nel 1889, a soli ventidue anni, venne nominato ufficiale di ordinanza del generale Gandolfi, allora Governatore in Eritrea, incarico che Buffa di Perrero mantenne per un biennio. Rientrato in Italia come tenente, chiese nel 1894 di essere trasferito nel Corpo degli Alpini. Venne coś assegnato al 4° reggimento - battaglione Aosta - dove rimase per nove anni svolgendo attività alpinistica istruendo plotoni scelti di guide alpine. Tra le numerose imprese, nel 1899, in divisa da ufficiale, scaḷ il versante italiano del Cervino.
Nel 1903, promosso capitano, pasṣ al 2° e poi al 3° reggimento alpini svolgendo, per scopi militari, un approfondito studio dei massicci montuosi lungo il confine italo-austriaco.
In Libia
Nella primavera del 1914, nominato maggiore, part́ per la guerra di Libia col battaglione Fenestrelle che comanḍ in diverse azioni nella zona della Cirenaica, guadagnandosi un encomio solenne.La Grande Guerra
Rientrato in Italia verso la fine dello stesso anno, col suo battaglione venne mandato a presidiare i confini orientali. Allo scoppio della guerra assunse il comando del battaglione Cadore che guiḍ alla conquista dell'Oberbacher Spitz (Crode Fisacline), del Pulpito (Kanzel), dell'Einser (Cima Una). Sul Monte Cristallo, nell'ottobre del 1915, leg̣ il suo nome a clamorose imprese. Buffa di Perrero condusse personalmente all'assalto la 67ª e la 75ª compagnia lungo una sottile cresta nevosa esposta al fuoco nemico. Colpito, si tampoṇ la ferita alla meglio senza peṛ abbandonare il suo posto di comando. L'azione, continuata cruentamente per due giorni, è ripresa nella motivazione della medaglia d'argento al valor militare attribuitagli in quell'occasione.Dopo un breve periodo di convalescenza, Buffa di Perrero rientṛ in servizio assumendo l'incarico di capo di Stato Maggiore presso il comando della sua divisione. Nel frattempo, promosso tenente colonnello, gli venne affidato il comando del 138° reggimento di fanteria - brigata Barletta - che si trovava schierato sul Carso in attesa dell'imminente IX battaglia dell'Isonzo.
La morte
Il 31 ottobre del 1916 ebbe inizio la sua ultima azione di guerra. Dall'1 al 4 ottobre condusse vittoriosamente l'attacco scavalcando le trincee nemiche arrivando fin quasi a Castagnevizza; ma durante la notte sul 5 novembre, mentre ispezionava le linee avanzate per rincuorare i propri soldati, cadde colpito a morte da una scheggia di granata. Carlo Buffa di Perrero venne sepolto nel cimitero militare di Vizentini, nel vallone di Doberḍ, da dove, il 22 febbraio del 1922, la salma fu traslata al cimitero di Cavour, tra la sua gente.
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