Nazione Carusi Antonio

Grado Capitano

Mostrina  13° Artiglieria da Campagna

Ritratto

Nato il 6 marzo 1881 a Pollutri (CH)

Morto il 2 luglio 1958 a Roma

Decorazioni

Decorazione Croce al Valor Militare

Sotto il fuoco violento e preciso dell’artiglieria nemica, continuava, per circa 40 ore consecutive, con lodevole calma ed energia, a dirigere il tiro della propria batteria, dimostrando noncuranza del pericolo, e stimolando, con l’esempio e con la parola, i propri dipendenti nell’adempimento del loro dovere, riuscendo, in tal modo, ad infliggere gravi perdite all’avversario.
Livinei Alto, 28 agosto 1915

Note biografiche (Archivio Danilo Morell)

Antonio nacque il 6 marzo 1881 a Pollutri, figlio del notaio Filippo Carusi.
Compiuti gli studi classici si laureò alla Regia Accademia di Artiglieria di Modena e con lo scoppio della prima guerra mondiale partì subito per il fronte quale capitano volontario nel 13° Reggimento Artiglieria da campagna.
Raggiunse il fronte del Col di Lana dove si meritò un encomio solenne poi tramutato in croce di guerra al valor militare. Verrà poi promosso al grado di maggiore e verrà trasferito al 15° Raggruppamento Bombardieri, 26° Gruppo, col quale si meriterà una medaglia di bronzo al valor militare: “Con prontezza d’intuito e ferma energia interveniva, unitamente ad un ufficiale dipendente, a dominare il panico dal quale era stato preso parte del personale di truppa nell’occasione in cui un colpo nemico di grosso calibro aveva fatto crollare la galleria dell’osservatorio di gruppo e travolto, colle rovine, alcuni militari, causando anche un principio d’incendio, pericoloso per la vicinanza di un deposito di munizioni. Da tale suo atto di coraggio, conseguiva la salvezza del personale, il pronto spegnimento dell’incendio ed il ristabilimento delle comunicazioni interrotte. Poco dopo, quantunque contuso, si recava in una trincea di prima linea presso gli osservatori delle dipendenti batterie fortemente battuti, ed ivi attendeva alla direzione del fuoco per più ore. Krad-Vrh, 23 agosto 1917”.
Si meriterà anche una medaglia d’argento al valor militare durante gli attacchi austro-tedeschi che portarono alla rotta di Caporetto: “Contro dense colonne avversarie, che, travolta la linea di resistenza delle fanterie, tendevano all’accerchiamento delle batterie del gruppo, con fermezza esemplare fece continuare nutrito e micidiale fuoco di bombarde. Alla testa di una batteria, incitando con l’esempio e con la parola i suoi bombardieri armati di fucile, contrastò tenacemente l’avanzata del nemico, finchè cadde ferito. Krad-Vrh, 24 ottobre 1917”.
Antonio venne trasportato all’Ospedaletto da Campo e, benchè gravemente ferito, riuscì a sfuggire alla cattura durante la ritirata sul fiume Piave.

Terminato il conflitto fu inviato in Sicilia con un reparto speciale con compiti di ordine pubblico fino al 1922. Terminato questo incarico prese il comando del costituendo corpo del Genio Aeronautico avendo conseguito il diploma in “Ingegnere Costruttore Aeronautico”. Nel 1926 rientrò nell’Esercito con incarichi di studio e coordinamento presso l’ispettorato d’Artiglieria dello Stato Maggiore.
Dal 1930 ebbe il comando di un gruppo del 5° Reggimento Artiglieria Pesante Campale a Pola e successivamente al 12° Reggimento Artiglieria Pesante Campale a Palermo.
Promosso Generale di Brigata, comandò la zona militare di Bari e l’Artiglieria del Comando Difesa di Gorizia. Cavaliere dell’ordine di S. Maurizio venne insignito anche della Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia. Promosso Generale di Divisione fu destinato al Comando della Piazza di Tobruch, sede che non poté raggiungere per l’evolversi della situazione bellica. Restò così al Comando della Difesa della zona di Gorizia dove, nell’aprile 1943, in un’imboscata di Partigiani Slavi, che costò la vita a molti soldati italiani, riportò gravissime ferite al cranio, al viso e perse completamente l’uso di un occhio. Collocato in pensione e dichiarato grande invalido si spense a Roma il 2 luglio 1958.

ritratto Antonio Carusi