Comolli Gaetano Luigi
Capitano
7° Alpini, battaglione Belluno
Nato il 14 luglio 1877 a Stradella (PV)
Morto il 9 luglio 1915 sul Col dei Bos
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Nell’occupazione di una posizione, incurante del pericolo, fra le insidie di nemici ed il
grandinare dei proiettili, avanzava con eroico ardimento alla testa della sua compagnia per
guidare l’azione, finché venne colpito a morte.
Col dei Bos, 9 luglio 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Prima della guerra
Gaetano nasce a Stradella, in Piazza Grande, il 14 luglio del 1877.
Qualche giorno più tardi suo padre Luigi e sua madre, Angela Riccardi, lo registrano all'ufficio
di stato civile imponendogli, oltre al primo nome, anche quelli di Luigi e Bonaventura.
La famiglia è piuttosto numerosa ma, grazie ai profitti di un negozio di stoffe e pellami, può
considerarsi abbastanza benestante. Quando Gaetano esprime il desiderio di intraprendere la
carriera militare, suo padre gli permette quindi di iscriversi al Collegio Teuliè di Milano.
Successivamente, nel 1894, a soli diciassette anni, entra alla Scuola di Modena dove sa mettersi
in luce per la sua serietà e applicazione nello studio. Ne esce col grado di sottotenente per
essere aggregato al 5° Reggimento Alpini dove presta servizio fino all'ottobre del 1907 quando,
dichiarato idoneo per l'ammissione alla Scuola di Guerra, viene comandato a Torino col grado di
tenente.
Nell'agosto del 1910, promosso capitano, è inviato a Roma al corso di esperimento per servizio di
Stato Maggiore ed un anno più tardi, terminata l'istruzione, viene assegnato al neo costituito
battaglione Belluno del 7° Reggimento Alpini. In considerazione delle sue competenze e dell'innata
capacità di comunicare, viene trattenuto in servizio presso la Scuola Militare ma finalmente, nel
dicembre del 1913, col grado di primo capitano, raggiunge il suo reggimento dove gli viene
assegnato il comando della 78ª compagnia.
La Grande Guerra
Agli ordini del colonnello comandante Giovanni Arrighi, alla vigilia dell'entrata in guerra, il
capitano Comolli è a Rocca Pietore, sulla strada che da Caprile porta alla Marmolada, dove si
stanno allestendo gli accantonamenti del suo battaglione. All'inizio delle ostilità, percorsa la
strada incassata tra le rocce dei Serai di Sottoguda, raggiunge Malga Ciapéla ed il 1° di giugno,
alle dirette dipendenze del 51° Fanteria
Alpi, prosegue la marcia lungo la catena del Monte Padon con
l'obiettivo di conquistare le posizioni della Mesola, una cresta di scure rocce a nord del Passo
Fedaia. Approfittando della nebbia che copre i loro movimenti, gli alpini del capitano Comolli
sfilano sotto al costone della Mesolina mentre la 106ª compagnia procede invece lungo il limite
inferiore del ghiacciaio. Dopo circa un'ora, gli austriaci si accorgono della manovra ed aprono
il fuoco. La nebbia si infittisce e comincia a piovere e gli alpini della 78ª salgono cauti,
arrampicandosi tra le rocce del costone reso infido dal copioso acquazzone. In silenzio riescono
ad avvicinarsi alla vetta della Mesola ma la nebbia si apre e vengono scoperti dai fanti austriaci
che aprono il fuoco. Subito dopo gli alpini vengono fatti segno anche a colpi d'artiglieria e sono
costretti a retrocedere su posizioni più defilate. Anche un secondo tentativo viene respinto e,
ricevuto il cambio dalla 77ª compagnia, che riesce ad attestarsi sulla linea Mesolina-Fedaia, gli
alpini del capitano Comolli ridiscendono a valle sconsolati ma con perdite minime: contano solo un
morto, alcuni feriti e qualche contuso.
Il giorno seguente la compagnia è impiegata ancora all'attacco, questa volta direttamente contro le
postazioni del Padon che sono giustamente ritenute di grande importanza strategica per la loro
collocazione dominante: da una parte verso la valle di Livinallongo ed il Col di Lana, dall'altra
verso la Marmolada. Nei giorni successivi vengono fatti tentativi di progredire in Val Contrin ma
la fortuna non assiste gli alpini.
Il 27 giugno, col battaglione al completo, anche la compagnia del capitano Comolli ridiscende a
Rocca Pietore ed il giorno 30 si trasferisce in Val Costeana, in zona Tofane, dove il Belluno è
stato chiamato a dare il suo contributo nell'azione ideata dal generale
Antonio Cantore che ha appena assunto il comando della 2ª
Divisione.
Da Cortina al Falzarego ed oltre, fino al Col di Lana, in quei primi giorni di luglio vi è un gran
fermento: finalmente è giunta in zona l'artiglieria d'assedio e le salmerie s'incrociano in una
continua spola per rifornire le postazioni. Gli alpini sono ammassati a Vervei in attesa
dell'ordine d'attacco. Nell'offensiva che, stando alle previsioni di Cantore dovrà portare alla
conquista della Val Travenanzes, la 106ª compagnia muoverà a destra sfilando sotto le rocce del
Castelletto della Tofana I, la 78ª terrà il centro dello schieramento, la 79ª formerà l'ala
sinistra sotto cima Bos, mentre la 77ª si terrà di rincalzo. Nel contempo, sul Vallon Tofana,
i fanti del secondo battaglione del 45° Reggimento della brigata
Reggio attaccheranno la forcella di Fontananegra.
La morte
Il 5 luglio l'artiglieria italiana inizia a battere i presidi austriaci ed il giorno seguente
vengono eseguiti attacchi dimostrativi. All'alba del 7 giugno gli alpini muovono finalmente
all'attacco. La battaglia infuria cruenta e molti cadono dall'una e dall'altra parte. Gli
austriaci, ben piazzati su posizioni dominanti e protetti dai numerosi macigni che coprono le
falde della Tofana, tengono in scacco gli alpini. Il terzo giorno, il 9 luglio, il capitano
Comolli, alla testa dei suoi, si spinge nuovamente avanti, ma una pallottola lo colpisce in pieno
petto mortalmente.
Nei due giorni seguenti gli alpini riusciranno infine a metter piede sulla tanto contestata
Forcella Bos ma gli austriaci, pur costretti ad arretrare, si prepareranno al contrattacco.
Il capitano Comolli sarà portato a valle per essere sepolto con tutti gli onori nel cimitero di
Pocol Superiore. Nel 1935 la salma verrà traslata nel Sacrario militare appena edificato poco
distante, dove tutt'ora riposa assieme a quella del generale Cantore, morto pochi giorni dopo di
lui nei pressi di Fontananegra.
Il 31 luglio del 1916 il Luogotenente Generale di Sua Maestà, il Re, conferirà alla memoria del
primo capitano Gaetano Comolli la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Il nome del capitano sarà ricordato nel registro degli allievi della Scuola Militare Teuliè di
Milano e, assieme ad altri cinquantadue, verrà scolpito sulla lapide che ricorda i caduti della
Scuola di guerra di Torino.
Nel 1965 gli verrà inoltre intitolato il Gruppo A.N.A. di Stradella. All'inaugurazione sarà
presente la madrina, signora Rita, sorella del primo capitano Gaetano Comolli. Presso la sede del
Gruppo, assieme ad altri cimeli, vengono ancor oggi conservate la divisa che il capitano indossava
al momento della morte e la sua Medaglia d'Argento al Valor Militare.
La divisa del capitano Comolli
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Nato il 14 luglio 1877 a Stradella (PV)
Morto il 9 luglio 1915 sul Col dei Bos
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Nell’occupazione di una posizione, incurante del pericolo, fra le insidie di nemici ed il grandinare dei proiettili, avanzava con eroico ardimento alla testa della sua compagnia per guidare l’azione, finché venne colpito a morte.Col dei Bos, 9 luglio 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Prima della guerra
Gaetano nasce a Stradella, in Piazza Grande, il 14 luglio del 1877. Qualche giorno più tardi suo padre Luigi e sua madre, Angela Riccardi, lo registrano all'ufficio di stato civile imponendogli, oltre al primo nome, anche quelli di Luigi e Bonaventura. La famiglia è piuttosto numerosa ma, grazie ai profitti di un negozio di stoffe e pellami, può considerarsi abbastanza benestante. Quando Gaetano esprime il desiderio di intraprendere la carriera militare, suo padre gli permette quindi di iscriversi al Collegio Teuliè di Milano.Successivamente, nel 1894, a soli diciassette anni, entra alla Scuola di Modena dove sa mettersi in luce per la sua serietà e applicazione nello studio. Ne esce col grado di sottotenente per essere aggregato al 5° Reggimento Alpini dove presta servizio fino all'ottobre del 1907 quando, dichiarato idoneo per l'ammissione alla Scuola di Guerra, viene comandato a Torino col grado di tenente.
Nell'agosto del 1910, promosso capitano, è inviato a Roma al corso di esperimento per servizio di Stato Maggiore ed un anno più tardi, terminata l'istruzione, viene assegnato al neo costituito battaglione Belluno del 7° Reggimento Alpini. In considerazione delle sue competenze e dell'innata capacità di comunicare, viene trattenuto in servizio presso la Scuola Militare ma finalmente, nel dicembre del 1913, col grado di primo capitano, raggiunge il suo reggimento dove gli viene assegnato il comando della 78ª compagnia.
La Grande Guerra
Agli ordini del colonnello comandante Giovanni Arrighi, alla vigilia dell'entrata in guerra, il capitano Comolli è a Rocca Pietore, sulla strada che da Caprile porta alla Marmolada, dove si stanno allestendo gli accantonamenti del suo battaglione. All'inizio delle ostilità, percorsa la strada incassata tra le rocce dei Serai di Sottoguda, raggiunge Malga Ciapéla ed il 1° di giugno, alle dirette dipendenze del 51° Fanteria Alpi, prosegue la marcia lungo la catena del Monte Padon con l'obiettivo di conquistare le posizioni della Mesola, una cresta di scure rocce a nord del Passo Fedaia. Approfittando della nebbia che copre i loro movimenti, gli alpini del capitano Comolli sfilano sotto al costone della Mesolina mentre la 106ª compagnia procede invece lungo il limite inferiore del ghiacciaio. Dopo circa un'ora, gli austriaci si accorgono della manovra ed aprono il fuoco. La nebbia si infittisce e comincia a piovere e gli alpini della 78ª salgono cauti, arrampicandosi tra le rocce del costone reso infido dal copioso acquazzone. In silenzio riescono ad avvicinarsi alla vetta della Mesola ma la nebbia si apre e vengono scoperti dai fanti austriaci che aprono il fuoco. Subito dopo gli alpini vengono fatti segno anche a colpi d'artiglieria e sono costretti a retrocedere su posizioni più defilate. Anche un secondo tentativo viene respinto e, ricevuto il cambio dalla 77ª compagnia, che riesce ad attestarsi sulla linea Mesolina-Fedaia, gli alpini del capitano Comolli ridiscendono a valle sconsolati ma con perdite minime: contano solo un morto, alcuni feriti e qualche contuso.Il giorno seguente la compagnia è impiegata ancora all'attacco, questa volta direttamente contro le postazioni del Padon che sono giustamente ritenute di grande importanza strategica per la loro collocazione dominante: da una parte verso la valle di Livinallongo ed il Col di Lana, dall'altra verso la Marmolada. Nei giorni successivi vengono fatti tentativi di progredire in Val Contrin ma la fortuna non assiste gli alpini.
Il 27 giugno, col battaglione al completo, anche la compagnia del capitano Comolli ridiscende a Rocca Pietore ed il giorno 30 si trasferisce in Val Costeana, in zona Tofane, dove il Belluno è stato chiamato a dare il suo contributo nell'azione ideata dal generale Antonio Cantore che ha appena assunto il comando della 2ª Divisione.
Da Cortina al Falzarego ed oltre, fino al Col di Lana, in quei primi giorni di luglio vi è un gran fermento: finalmente è giunta in zona l'artiglieria d'assedio e le salmerie s'incrociano in una continua spola per rifornire le postazioni. Gli alpini sono ammassati a Vervei in attesa dell'ordine d'attacco. Nell'offensiva che, stando alle previsioni di Cantore dovrà portare alla conquista della Val Travenanzes, la 106ª compagnia muoverà a destra sfilando sotto le rocce del Castelletto della Tofana I, la 78ª terrà il centro dello schieramento, la 79ª formerà l'ala sinistra sotto cima Bos, mentre la 77ª si terrà di rincalzo. Nel contempo, sul Vallon Tofana, i fanti del secondo battaglione del 45° Reggimento della brigata Reggio attaccheranno la forcella di Fontananegra.
La morte
Il 5 luglio l'artiglieria italiana inizia a battere i presidi austriaci ed il giorno seguente vengono eseguiti attacchi dimostrativi. All'alba del 7 giugno gli alpini muovono finalmente all'attacco. La battaglia infuria cruenta e molti cadono dall'una e dall'altra parte. Gli austriaci, ben piazzati su posizioni dominanti e protetti dai numerosi macigni che coprono le falde della Tofana, tengono in scacco gli alpini. Il terzo giorno, il 9 luglio, il capitano Comolli, alla testa dei suoi, si spinge nuovamente avanti, ma una pallottola lo colpisce in pieno petto mortalmente.Nei due giorni seguenti gli alpini riusciranno infine a metter piede sulla tanto contestata Forcella Bos ma gli austriaci, pur costretti ad arretrare, si prepareranno al contrattacco. Il capitano Comolli sarà portato a valle per essere sepolto con tutti gli onori nel cimitero di Pocol Superiore. Nel 1935 la salma verrà traslata nel Sacrario militare appena edificato poco distante, dove tutt'ora riposa assieme a quella del generale Cantore, morto pochi giorni dopo di lui nei pressi di Fontananegra.
Il 31 luglio del 1916 il Luogotenente Generale di Sua Maestà, il Re, conferirà alla memoria del primo capitano Gaetano Comolli la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Il nome del capitano sarà ricordato nel registro degli allievi della Scuola Militare Teuliè di Milano e, assieme ad altri cinquantadue, verrà scolpito sulla lapide che ricorda i caduti della Scuola di guerra di Torino.
Nel 1965 gli verrà inoltre intitolato il Gruppo A.N.A. di Stradella. All'inaugurazione sarà presente la madrina, signora Rita, sorella del primo capitano Gaetano Comolli. Presso la sede del Gruppo, assieme ad altri cimeli, vengono ancor oggi conservate la divisa che il capitano indossava al momento della morte e la sua Medaglia d'Argento al Valor Militare.
La divisa del capitano Comolli
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