Fratianni Giacomo
Capitano di complemento
92° Brigata Basilicata
Nato il 27 giugno 1884 a Ferrazzano (CB)
Morto l'1 novembre 1915 presso l'Ospedale Someggiato di Sanità N.58
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Portava la propria compagnia fin sotto i reticolati nemici con cuore saldo ed animo invitto,
nonostante le forti perdite subite. Ferito a morte, eccitò ancora i suoi uomini con la parola
e col gesto. Morì, pochi giorni dopo, in un ospedale da campo, conscio del suo destino, ma
sereno e tranquillo nella coscienza del dovere compiuto.
Panettone (Col di Lana), 28 ottobre 1915
Note biografiche (Archivio Claudio Provana, webmaster)
Figlio di Francesco, fin da ragazzo dimostra grande propensione per lo studio, tanto da riportare licenze d'onore
fin dagli studi ginnasiali; al Politecnico di Torino sta per conseguire la laurea in Ingegneria, che sembra
finalmente il giusto premio per il suo impegno, anche perché ora deve in qualche modo ricompensare
i sacrifici fatti dalla famiglia, specialmente la sorella ed i suoi nipoti. Ma giunge la chiamata
alle armi e Giacomo risponde.
Col suo Reggimento ha il tempo di sperimentare due fronti durissimi: dall'inizio del conflitto
infatti la Basilicata si appresta a tentare di sfondare le
linee austriache della Cresta di Confine. Dopo essersi dissanguata per quasi 5 mesi su quel
terribile fronte, viene trasferita per l'inverno sul Col di Lana. E proprio durante una delle
battaglie più dure per la conquista del Panettone (che cadrà il 29 ottobre) viene ferito a morte il
capitano Fratianni.
Qualche giorno dopo il Comando di Brigata scrive al Sindaco: "Il Capitano Fratianni sig.
Giacomo è rimasto ucciso il giorno 28 ottobre u.s. combattendo gloriosamente sul campo
dell'onore. Nel comunicare la doloroso notizia, questo Comando col proprio vivissimo rammarico
manifesta quello di tutti gli ufficiali, insieme al profondo senso d'ammirazione lasciato
nell'animo dei superiori, colleghi ed inferiori per la condotta eroica del povero caduto
che sarà sempre ricordato."
Anche il direttore del Politecnico di Torino,
Enrico D'Ovidio, trova il tempo e le parole per
esprimere le sue condoglianze al Sindaco: "Ill.mo Sig. Sindaco, il laureando in Ingeneria in
questo Politecnico Giacomo Fratianni di Ferrazzano mi era particolarmente caro per la sua
buona indole, per il fervido amor di Patria che l'animava e perché era mio comprovinciale.
Egli s'iscrisse nell'esercito nazionale e dalla zona di guerra m'inviò più volte i suoi cordiali
e graditissimi saluti. Ora apprendo dal Corriere della Sera di Milano, che egli ha offerto la sua
giovane e promettente vita in olocausto alla grandezza della Patria, dopo essere stato promosso
in breve tempo a capitano! L'animo mio profondamente commosso sente il bisogno di esprimere
alla sua famiglia ed a tutti i suoi conterranei, la vivissima e cordiale parte che io prendo
al loro lutto, e di assicurarli che il nome di Giacomo Fratianni sarà, a guerra finita, inciso a
perenne memoria nelle aule di questo Politecnico; e non sarà il solo, ché già altri suoi compagni
pagarono il loro santo tributo di sangue all'Italia una ed integra. Gradisca gli ossequi del suo
devotissimo Enrico D'Ovidio."
© frontedolomitico.it Tutti i diritti riservati. | Design ispirato da: HTML5 UP
Nato il 27 giugno 1884 a Ferrazzano (CB)
Morto l'1 novembre 1915 presso l'Ospedale Someggiato di Sanità N.58
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Portava la propria compagnia fin sotto i reticolati nemici con cuore saldo ed animo invitto, nonostante le forti perdite subite. Ferito a morte, eccitò ancora i suoi uomini con la parola e col gesto. Morì, pochi giorni dopo, in un ospedale da campo, conscio del suo destino, ma sereno e tranquillo nella coscienza del dovere compiuto.Panettone (Col di Lana), 28 ottobre 1915
Note biografiche (Archivio Claudio Provana, webmaster)
Figlio di Francesco, fin da ragazzo dimostra grande propensione per lo studio, tanto da riportare licenze d'onore
fin dagli studi ginnasiali; al Politecnico di Torino sta per conseguire la laurea in Ingegneria, che sembra
finalmente il giusto premio per il suo impegno, anche perché ora deve in qualche modo ricompensare
i sacrifici fatti dalla famiglia, specialmente la sorella ed i suoi nipoti. Ma giunge la chiamata
alle armi e Giacomo risponde.
Col suo Reggimento ha il tempo di sperimentare due fronti durissimi: dall'inizio del conflitto
infatti la Basilicata si appresta a tentare di sfondare le
linee austriache della Cresta di Confine. Dopo essersi dissanguata per quasi 5 mesi su quel
terribile fronte, viene trasferita per l'inverno sul Col di Lana. E proprio durante una delle
battaglie più dure per la conquista del Panettone (che cadrà il 29 ottobre) viene ferito a morte il
capitano Fratianni.
Qualche giorno dopo il Comando di Brigata scrive al Sindaco: "Il Capitano Fratianni sig.
Giacomo è rimasto ucciso il giorno 28 ottobre u.s. combattendo gloriosamente sul campo
dell'onore. Nel comunicare la doloroso notizia, questo Comando col proprio vivissimo rammarico
manifesta quello di tutti gli ufficiali, insieme al profondo senso d'ammirazione lasciato
nell'animo dei superiori, colleghi ed inferiori per la condotta eroica del povero caduto
che sarà sempre ricordato."
Anche il direttore del Politecnico di Torino,
Enrico D'Ovidio, trova il tempo e le parole per
esprimere le sue condoglianze al Sindaco: "Ill.mo Sig. Sindaco, il laureando in Ingeneria in
questo Politecnico Giacomo Fratianni di Ferrazzano mi era particolarmente caro per la sua
buona indole, per il fervido amor di Patria che l'animava e perché era mio comprovinciale.
Egli s'iscrisse nell'esercito nazionale e dalla zona di guerra m'inviò più volte i suoi cordiali
e graditissimi saluti. Ora apprendo dal Corriere della Sera di Milano, che egli ha offerto la sua
giovane e promettente vita in olocausto alla grandezza della Patria, dopo essere stato promosso
in breve tempo a capitano! L'animo mio profondamente commosso sente il bisogno di esprimere
alla sua famiglia ed a tutti i suoi conterranei, la vivissima e cordiale parte che io prendo
al loro lutto, e di assicurarli che il nome di Giacomo Fratianni sarà, a guerra finita, inciso a
perenne memoria nelle aule di questo Politecnico; e non sarà il solo, ché già altri suoi compagni
pagarono il loro santo tributo di sangue all'Italia una ed integra. Gradisca gli ossequi del suo
devotissimo Enrico D'Ovidio."