Gamboni Vincenzo
Sottotenente di complemento
7ª / 52° Brigata Alpi
Nato il 29 agosto 1893 a Perugia
Morto il 20 gennaio 1916 a Perugia
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Comandante di un plotone, nell’attacco di una forte posizione nemica, lo guidava con slancio,
ardimento e fermezza. Ferito più volte, rimaneva al suo posto finchè cadde gravemente colpito. In
seguito alle ferite riportate, lasciava in luogo di cura la vita dedicata alla patria.
Col di Lana, 11-16 luglio 1915
Note biografiche (Archivio Danilo Morell)
Vincenzo nacque a Perugia il 29 agosto 1893 da Pompeo e Speranza Massi.
Dedito alla letteratura ed in particolar modo alla poesia fu assiduo compagno dello scrittore
Alberto Presenzini già dall’inizio del 1912. Vincenzo faceva parte del gruppo perugino dei
futuristi e nel 1913 collaborò con Presenzini, Martelli e Mariotti all’uscita de “Il Refrattario”
partecipando con componimenti poetici in versi liberi (La danza delle stelle e La piccola pazza).
Vincenzo non disdegnò di esprimersi anche in forme tradizionali come nel sonetto “scherzo del
fato”. Terminata l’esperienza con “Il Refrattario” pubblicò su “L’Unione Liberale” di Perugia un
articolo sullo scomparso Arturo Graf ed una nota su Wagner (Il poema wagneriano).
Fu poi un fervente interventista e con lo scoppio della prima guerra mondiale partì volontario per
il fronte quale sottotenente di complemento nella 7ª compagnia del 52° fanteria.
Raggiunse il fronte del Col di Lana dove negli attacchi dell’11 luglio 1915 riportò una ferita
leggera al dorso di una mano.
Il 16 luglio 1915, nei rinnovati attacchi al Col di lana, fu colpito nuovamente. Raccolto dai suoi
compagni fu avviato al posto di medicazione dove i sanitari rilevarono che aveva riportato una
ferita contusa all’indice della mano sinistra causata da una palletta di shrapnell, una ferita
d’arma da fuoco al gomito sinistro con pallottola ferma nella clavicola e una ferita, sempre d’arma
da fuoco, al torace destro con frantumazione della 5ª e 6ª costola davanti e conseguente
perforazione del polmone. Quest’ultimo proiettile si divise in più parti.
Vincenzo prese così la via per l’ospedale militare e, trasportato in ferrovia, raggiunse l’ospedale
di Monza dove venne sottoposto a due interventi chirurgici per estrarre i frammenti del proiettile,
uno il 2 agosto ed il secondo l’11 settembre 1915. Dopo i due interventi Vincenzo rientrò nella sua
Perugia ma il 20 gennaio 1916 si spense dopo grandi sofferenze.
Alla sua memoria venne concessa la medaglia d’argento al valor militare.
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Nato il 29 agosto 1893 a Perugia
Morto il 20 gennaio 1916 a Perugia
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Comandante di un plotone, nell’attacco di una forte posizione nemica, lo guidava con slancio, ardimento e fermezza. Ferito più volte, rimaneva al suo posto finchè cadde gravemente colpito. In seguito alle ferite riportate, lasciava in luogo di cura la vita dedicata alla patria.Col di Lana, 11-16 luglio 1915
Note biografiche (Archivio Danilo Morell)
Vincenzo nacque a Perugia il 29 agosto 1893 da Pompeo e Speranza Massi.
Dedito alla letteratura ed in particolar modo alla poesia fu assiduo compagno dello scrittore
Alberto Presenzini già dall’inizio del 1912. Vincenzo faceva parte del gruppo perugino dei
futuristi e nel 1913 collaborò con Presenzini, Martelli e Mariotti all’uscita de “Il Refrattario”
partecipando con componimenti poetici in versi liberi (La danza delle stelle e La piccola pazza).
Vincenzo non disdegnò di esprimersi anche in forme tradizionali come nel sonetto “scherzo del
fato”. Terminata l’esperienza con “Il Refrattario” pubblicò su “L’Unione Liberale” di Perugia un
articolo sullo scomparso Arturo Graf ed una nota su Wagner (Il poema wagneriano).
Fu poi un fervente interventista e con lo scoppio della prima guerra mondiale partì volontario per
il fronte quale sottotenente di complemento nella 7ª compagnia del 52° fanteria.
Raggiunse il fronte del Col di Lana dove negli attacchi dell’11 luglio 1915 riportò una ferita
leggera al dorso di una mano.
Il 16 luglio 1915, nei rinnovati attacchi al Col di lana, fu colpito nuovamente. Raccolto dai suoi
compagni fu avviato al posto di medicazione dove i sanitari rilevarono che aveva riportato una
ferita contusa all’indice della mano sinistra causata da una palletta di shrapnell, una ferita
d’arma da fuoco al gomito sinistro con pallottola ferma nella clavicola e una ferita, sempre d’arma
da fuoco, al torace destro con frantumazione della 5ª e 6ª costola davanti e conseguente
perforazione del polmone. Quest’ultimo proiettile si divise in più parti.
Vincenzo prese così la via per l’ospedale militare e, trasportato in ferrovia, raggiunse l’ospedale
di Monza dove venne sottoposto a due interventi chirurgici per estrarre i frammenti del proiettile,
uno il 2 agosto ed il secondo l’11 settembre 1915. Dopo i due interventi Vincenzo rientrò nella sua
Perugia ma il 20 gennaio 1916 si spense dopo grandi sofferenze.
Alla sua memoria venne concessa la medaglia d’argento al valor militare.