Golzio Carlo Emanuele
Sottotenente di Complemento
53° Brigata Umbria
Nato il 13 maggio 1893 ad Avigliana (TO)
Morto il 13 agosto 1915 su Monte Piana
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Prima della Guerra
Carlo, figlio di Emanuele Golzio e Margherita Pizzocari, nasce il 13 maggio del 1893 ad Avigliana
alle soglie della Val Susa. Trascorre l'infanzia in paese, non lontano dalle rive del Lago Grande,
per trasferirsi più tardi a Torino dove, dopo aver frequentato il ginnasio ed il liceo, viene
ammesso alla facoltà di giurisprudenza.
Il 16 aprile del 1913 è iscritto alla leva ma come aspirante al corso ufficiali gli viene concesso
il ritardo del servizio militare. L'anno successivo, riuscendo comunque a mantener fede agli
impegni universitari, è incorporato come allievo ufficiale nel 92° reggimento della brigata
"Basilicata" ed il 30 settembre entra nella "Nuova caserma per fanteria sulla ex Cittadella"[1] in
via Valfrè a Torino. Due mesi più tardi diventa caporale ed alla fine di gennaio del 1915 è
promosso al grado di sergente.
La Grande Guerra
Sta frequentando il quarto anno di giurisprudenza quando, il 29 aprile, anch'egli deve rispondere
alla mobilitazione generale. Carlo Golzio è stato promosso al grado di sottotenente di complemento
ed ora, assegnato al 53° reggimento di fanteria, è destinato al deposito di Vercelli[2]. Appena il
tempo di indossare le nuove mostrine bianco-verdi della brigata "Umbria" ed anche per lui viene
l'ora di partire. Sale sulla tradotta che lo porta in terra veneta, a Bigolino, sulle rive del
Piave dalle parti di Valdobbiadene. Riordinati i ranghi, col suo battaglione prosegue in treno fino
a Calalzo e poi, a piedi, raggiunge Venas in riva al Boite. Il 1° di giugno il 53° reggimento si
trasferisce quindi al di là del confine, ad Acquabona, non lontano dal paese di Cortina che pochi
giorni prima è stato occupato dagli italiani senza colpo ferire. I fanti si rimettono in marcia,
raggiungono Cortina, salgono per Bigontina, passano ai piedi del Cristallo ed infine si accampano
nei pressi dell'Ospizio Tre Croci.
Il reggimento è subito chiamato all'azione e procedendo per Son Forcia percorre la Val Grande per
fronteggiare le posizioni austriache schierate tra Podestagno ed Ospitale. Il reparto del
sottotenente Golzio, appartenente all'11ª compagnia, è impiegato in azioni di copertura ed in lavori
di rafforzamento, mentre altri contingenti sono impegnati in combattimento verso la Val Gottres per
puntare alle falde est della Croda dell'Ancona.
Il 24 luglio dal comando della 2ª divisione viene emanato l'ordine secondo il quale il 53°
reggimento si deve trasferirsi in Val Ansiei; il giorno dopo i suoi reparti sono sostituiti dal III
battaglione del 24° fanteria ed i fanti del 53° vanno a schierarsi sul ciglio occidentale del Monte
Piana. Nelle loro posizioni gli austriaci sono ben organizzati e protetti da anfratti rocciosi
rinforzati da robuste opere di sbarramento.
La morte
Ciò nonostante, l'11 agosto i fanti della "Umbria"
riescono a conquistare alcuni trinceramenti nemici catturando numerosi prigionieri. Nei due giorni
successivi i kaiserjäger tentano invano di riconquistare le posizioni perdute proseguendo il
combattimento anche nelle ore notturne con azioni di disturbo appoggiate da tiri d'artiglieria e,
col sorgere del sole, ingaggiano furiosi corpo a corpo. In quelle tragiche ore cadono in molti
dall'una e dall'altra parte; il 54° esaurisce le riserve e da forcella Bassa anche il reparto del
sottotenente Golzio viene chiamato all'azione.
Sul diario del reggimento, il colonnello Wilmant quel giorno annota:
"13 agosto - tempo piovoso - venerdì.
Il 54° Fanteria viene attaccato dal nemico con forze rilevanti sulle nuove posizioni conquistate.
La 11a Comp. del reggimento, in seguito ad ordine del Comando della Brigata è destinata a
rinforzare il fianco destro del 54°; verso le ore 15 e 30 parte dall'accampamento di Forcella Alta
e si reca sul fianco destro della truppa del 54°. Poco dopo, in seguito ad ordine della Brigata
Umbria viene comandata mezza compagnia della 9ª a disposizione del Comando del 54° Fant. a Casera
Mosca. Il sottotenente di complemento Golzio sig. Emanuele dell'11a Compagnia mentre faceva
prendere appostamento al suo plotone, cadde gravemente ferito alla testa da un colpo di fucile e
nella notte moriva. L'attacco dei nemici è stato completamente respinto ed il 54° mantiene le
posizioni conquistate".
All'età di ventidue anni, sul ciglio di un anfratto erboso del Monte Piana, tra le più belle
montagne del mondo, il sottotenente Golzio ha sacrificato la sua giovane vita.
"Caduto sul Montepiana il 13 agosto 1915": è il semplice appunto vergato a matita sul suo foglio
matricolare.
NOTE
[1] Costruita nel 1885, sarà successivamente denominata "Caserma Pietro Micca", oggi sede del
Comando provinciale dei Carabinieri.
[2] A Vercelli il 53° fanteria ha sede alla Caserma Umberto I.
© frontedolomitico.it Tutti i diritti riservati. | Design ispirato da: HTML5 UP
Nato il 13 maggio 1893 ad Avigliana (TO)
Morto il 13 agosto 1915 su Monte Piana
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Prima della Guerra
Carlo, figlio di Emanuele Golzio e Margherita Pizzocari, nasce il 13 maggio del 1893 ad Avigliana alle soglie della Val Susa. Trascorre l'infanzia in paese, non lontano dalle rive del Lago Grande, per trasferirsi più tardi a Torino dove, dopo aver frequentato il ginnasio ed il liceo, viene ammesso alla facoltà di giurisprudenza.Il 16 aprile del 1913 è iscritto alla leva ma come aspirante al corso ufficiali gli viene concesso il ritardo del servizio militare. L'anno successivo, riuscendo comunque a mantener fede agli impegni universitari, è incorporato come allievo ufficiale nel 92° reggimento della brigata "Basilicata" ed il 30 settembre entra nella "Nuova caserma per fanteria sulla ex Cittadella"[1] in via Valfrè a Torino. Due mesi più tardi diventa caporale ed alla fine di gennaio del 1915 è promosso al grado di sergente.
La Grande Guerra
Sta frequentando il quarto anno di giurisprudenza quando, il 29 aprile, anch'egli deve rispondere alla mobilitazione generale. Carlo Golzio è stato promosso al grado di sottotenente di complemento ed ora, assegnato al 53° reggimento di fanteria, è destinato al deposito di Vercelli[2]. Appena il tempo di indossare le nuove mostrine bianco-verdi della brigata "Umbria" ed anche per lui viene l'ora di partire. Sale sulla tradotta che lo porta in terra veneta, a Bigolino, sulle rive del Piave dalle parti di Valdobbiadene. Riordinati i ranghi, col suo battaglione prosegue in treno fino a Calalzo e poi, a piedi, raggiunge Venas in riva al Boite. Il 1° di giugno il 53° reggimento si trasferisce quindi al di là del confine, ad Acquabona, non lontano dal paese di Cortina che pochi giorni prima è stato occupato dagli italiani senza colpo ferire. I fanti si rimettono in marcia, raggiungono Cortina, salgono per Bigontina, passano ai piedi del Cristallo ed infine si accampano nei pressi dell'Ospizio Tre Croci.Il reggimento è subito chiamato all'azione e procedendo per Son Forcia percorre la Val Grande per fronteggiare le posizioni austriache schierate tra Podestagno ed Ospitale. Il reparto del sottotenente Golzio, appartenente all'11ª compagnia, è impiegato in azioni di copertura ed in lavori di rafforzamento, mentre altri contingenti sono impegnati in combattimento verso la Val Gottres per puntare alle falde est della Croda dell'Ancona.
Il 24 luglio dal comando della 2ª divisione viene emanato l'ordine secondo il quale il 53° reggimento si deve trasferirsi in Val Ansiei; il giorno dopo i suoi reparti sono sostituiti dal III battaglione del 24° fanteria ed i fanti del 53° vanno a schierarsi sul ciglio occidentale del Monte Piana. Nelle loro posizioni gli austriaci sono ben organizzati e protetti da anfratti rocciosi rinforzati da robuste opere di sbarramento.
La morte
Ciò nonostante, l'11 agosto i fanti della "Umbria" riescono a conquistare alcuni trinceramenti nemici catturando numerosi prigionieri. Nei due giorni successivi i kaiserjäger tentano invano di riconquistare le posizioni perdute proseguendo il combattimento anche nelle ore notturne con azioni di disturbo appoggiate da tiri d'artiglieria e, col sorgere del sole, ingaggiano furiosi corpo a corpo. In quelle tragiche ore cadono in molti dall'una e dall'altra parte; il 54° esaurisce le riserve e da forcella Bassa anche il reparto del sottotenente Golzio viene chiamato all'azione. Sul diario del reggimento, il colonnello Wilmant quel giorno annota:"13 agosto - tempo piovoso - venerdì.
Il 54° Fanteria viene attaccato dal nemico con forze rilevanti sulle nuove posizioni conquistate. La 11a Comp. del reggimento, in seguito ad ordine del Comando della Brigata è destinata a rinforzare il fianco destro del 54°; verso le ore 15 e 30 parte dall'accampamento di Forcella Alta e si reca sul fianco destro della truppa del 54°. Poco dopo, in seguito ad ordine della Brigata Umbria viene comandata mezza compagnia della 9ª a disposizione del Comando del 54° Fant. a Casera Mosca. Il sottotenente di complemento Golzio sig. Emanuele dell'11a Compagnia mentre faceva prendere appostamento al suo plotone, cadde gravemente ferito alla testa da un colpo di fucile e nella notte moriva. L'attacco dei nemici è stato completamente respinto ed il 54° mantiene le posizioni conquistate".
All'età di ventidue anni, sul ciglio di un anfratto erboso del Monte Piana, tra le più belle montagne del mondo, il sottotenente Golzio ha sacrificato la sua giovane vita. "Caduto sul Montepiana il 13 agosto 1915": è il semplice appunto vergato a matita sul suo foglio matricolare.
NOTE
[1] Costruita nel 1885, sarà successivamente denominata "Caserma Pietro Micca", oggi sede del Comando provinciale dei Carabinieri.[2] A Vercelli il 53° fanteria ha sede alla Caserma Umberto I.
© frontedolomitico.it Tutti i diritti riservati. | Design ispirato da: HTML5 UP