Grillo Nestore
Sottotenente di Complemento
91° Brigata Basilicata
Nato il 28 ottobre 1894 a Racalmuto (AG)
Morto il 19 gennaio 1916 nell’Ospedale Maggiore “Croce Rossa” di Milano
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Trascinò, con esempio mirabile, i suoi soldati all’assalto di formidabili trincee nemiche, ove
cadde mortalmente ferito.
Col di Lana, 29 ottobre 1915
Note biografiche (Archivio Danilo Morell)
Nestore nacque a Racalmuto, in provincia di Agrigento, il 28 ottobre 1894 da Luigi e da Maria Mantia.
Il nome del paese deriva probabilmente dall'arabo Rahal Maut può essere tradotto
"Villaggio morto", perché quando gli arabi vi giunsero, trovarono la popolazione quasi sterminata
dalla peste. In quello stesso paese nacque, nel 1921, Leonardo Sciascia.
Studente in giurisprudenza, con lo scoppio della prima guerra mondiale partì quale sottotenente di
complemento nel 91° reggimento fanteria.
Il 29 ottobre 1915 il battaglione di Nestore attaccò ed occupò le posizioni austro-ungariche del
Panettone, alle falde del Col di Lana. Durante l’assalto il capitano comandante la sua compagnia
venne ferito e subito Nestore ne prese il comando. Durante le fasi dell’occupazione del Panettone
Nestore si trovò faccia a faccia un soldato austro-ungarico che finse la resa alzando le braccia
ma, in una mano, teneva impugnata una bomba a mano. Nestore gli intimò subito di gettarla lontano,
ma il soldato austro-ungarico gliela lanciò addosso. Nestore fu straziato da orribili ferite e, con
l’aiuto dei barellieri, fu subito trasportato al posto di medicazione. Di ospedaletto in
ospedaletto arrivò infine fino all’Ospedale maggiore della “Croce Rossa” di Milano dove vennero
tentati tutti i rimedi della chirurgia ma, dopo tre mesi di agonia, Nestore si spense
definitivamente il 19 gennaio 1916. Fu proposto e gli venne concessa la medaglia d’argento al valor
militare ed il 25 gennaio 1916 la salma dell’ufficiale fece ritorno nella sua Sicilia, a Racalmuto,
dove l’intera città lo attendeva per rendergli il più solenne tributo. Sul limitare del paese si
fermò l’imponente corteo che era così composto: un plotone del 324° battaglione di milizia
territoriale, la compagnia musicale municipale, le scuole di Racalmuto, la Società del Tiro a Segno
Nazionale con ghirlande della Società e degli ufficiali racalmatesi in congedo ed in licenza
invernale intervenuti con numerosi soldati, la Lega Zolfatai, la Cassa Agraria “L’immacolata”, La
Società di Mutuo Soccorso, il circolo Unione, l’Orfanotrofio di Racalmuto, la Lega Santa ed il
Clero. Poi veniva il feretro di Nestore coperto da numerose ghirlande ed avvolto nel tricolore.
Tenevano i cordoni il Sindaco del comune di Racalmuto, il Capitano sig. Scuto comandante del
distaccamento, il pretore, il Barone Tulumello, il Commissario di Pubblica Sicurezza ed il dott.
Pietro Mantia. Seguivano i congiunti, i fratelli, lo zio comm. Angelo Nalbone, i cugini ed infine
una folla di amici e di cittadini e a chiudere il corteo tutti i carabinieri in grande uniforme.
Venne celebrata la messa e tutte le autorità intervennero rendendo onoranze veramente solenni.
Infine la salma venne accompagnata fino al camposanto di Racalmuto dove ancor oggi riposa.
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Nato il 28 ottobre 1894 a Racalmuto (AG)
Morto il 19 gennaio 1916 nell’Ospedale Maggiore “Croce Rossa” di Milano
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Trascinò, con esempio mirabile, i suoi soldati all’assalto di formidabili trincee nemiche, ove cadde mortalmente ferito.Col di Lana, 29 ottobre 1915
Note biografiche (Archivio Danilo Morell)
Nestore nacque a Racalmuto, in provincia di Agrigento, il 28 ottobre 1894 da Luigi e da Maria Mantia.
Il nome del paese deriva probabilmente dall'arabo Rahal Maut può essere tradotto
"Villaggio morto", perché quando gli arabi vi giunsero, trovarono la popolazione quasi sterminata
dalla peste. In quello stesso paese nacque, nel 1921, Leonardo Sciascia.
Studente in giurisprudenza, con lo scoppio della prima guerra mondiale partì quale sottotenente di
complemento nel 91° reggimento fanteria.
Il 29 ottobre 1915 il battaglione di Nestore attaccò ed occupò le posizioni austro-ungariche del
Panettone, alle falde del Col di Lana. Durante l’assalto il capitano comandante la sua compagnia
venne ferito e subito Nestore ne prese il comando. Durante le fasi dell’occupazione del Panettone
Nestore si trovò faccia a faccia un soldato austro-ungarico che finse la resa alzando le braccia
ma, in una mano, teneva impugnata una bomba a mano. Nestore gli intimò subito di gettarla lontano,
ma il soldato austro-ungarico gliela lanciò addosso. Nestore fu straziato da orribili ferite e, con
l’aiuto dei barellieri, fu subito trasportato al posto di medicazione. Di ospedaletto in
ospedaletto arrivò infine fino all’Ospedale maggiore della “Croce Rossa” di Milano dove vennero
tentati tutti i rimedi della chirurgia ma, dopo tre mesi di agonia, Nestore si spense
definitivamente il 19 gennaio 1916. Fu proposto e gli venne concessa la medaglia d’argento al valor
militare ed il 25 gennaio 1916 la salma dell’ufficiale fece ritorno nella sua Sicilia, a Racalmuto,
dove l’intera città lo attendeva per rendergli il più solenne tributo. Sul limitare del paese si
fermò l’imponente corteo che era così composto: un plotone del 324° battaglione di milizia
territoriale, la compagnia musicale municipale, le scuole di Racalmuto, la Società del Tiro a Segno
Nazionale con ghirlande della Società e degli ufficiali racalmatesi in congedo ed in licenza
invernale intervenuti con numerosi soldati, la Lega Zolfatai, la Cassa Agraria “L’immacolata”, La
Società di Mutuo Soccorso, il circolo Unione, l’Orfanotrofio di Racalmuto, la Lega Santa ed il
Clero. Poi veniva il feretro di Nestore coperto da numerose ghirlande ed avvolto nel tricolore.
Tenevano i cordoni il Sindaco del comune di Racalmuto, il Capitano sig. Scuto comandante del
distaccamento, il pretore, il Barone Tulumello, il Commissario di Pubblica Sicurezza ed il dott.
Pietro Mantia. Seguivano i congiunti, i fratelli, lo zio comm. Angelo Nalbone, i cugini ed infine
una folla di amici e di cittadini e a chiudere il corteo tutti i carabinieri in grande uniforme.
Venne celebrata la messa e tutte le autorità intervennero rendendo onoranze veramente solenni.
Infine la salma venne accompagnata fino al camposanto di Racalmuto dove ancor oggi riposa.