Nazione Margara Paolo

Grado Sottotenente

Mostrina  53° Brigata Umbria

Ritratto

Nato il 2 agosto 1893 a Vercelli

Morto il 16 settembre 1916 presso Gradisca (ambulanza chirurgica) per ferite riportate in combattimento sul Monte Veliki

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Prima della guerra

A Vercelli, il 2 agosto del 1893, la signora Francesca Barberis mette al mondo il suo secondogenito Paolo. Suo marito, Carlo Margara, è un veterano della guerra combattuta tra il 1860 ed i 1861, quella che, come egli stesso amava raccontare, era culminata con l'assedio di Gaeta, ultimo episodio dei combattimenti tra l'Esercito del Regno di Sardegna e quello delle Due Sicilie. Pochi anni più tardi era stato richiamato ancora al suo dovere di militare sabaudo per partecipare, nel 1866, alle grandi battaglie contro l'Impero austriaco. Sentendo narrare le vicende del genitore, Paolo cresce con l’idea di dedicarsi anch’egli alla vita militare ed all’età di vent’anni, col consenso dei suoi, si reca a Torino per arruolarsi come allievo ufficiale nel 92° reggimento di fanteria della brigata Basilicata. Ottenuti i gradi di sergente fa temporaneamente ritorno a Vercelli per terminare gli studi presso l’istituto tecnico commerciale “Cavour” dove, in breve tempo e dando grande soddisfazione a sua madre, ottiene il diploma di ragioniere.
Sul finire del 1914, con la promozione a sottotenente, viene assegnato al 53° reggimento di fanteria che ha sede proprio nella sua città dove può continuare a frequentare, oltre ai genitori, suo fratello Enzo impegnato col suo lavoro di produzione e commercio di timbri, targhe commemorative e stampe d’ogni genere. La vicinanza alla famiglia è però di breve durata perché, con l’approssimarsi della guerra contro l’Austra, il sottotenente Paolo Margara viene distaccato col suo battaglione dalle parti di Pallanza, sul Lago Maggiore, per un periodo di addestramento finito il quale raggiunge gli appostamenti d’occupazione avanzata sul confine del Cadore.

La Grande Guerra

Ai primi di giugno del 1915 da Chiapuzza, nei pressi di San Vito di Cadore, il 53° reggimento raggiunge il Passo Tre Croci e pochi giorni più tardi viene già impiegato contro lo sbarramento di Som Pauses. Al sottotenente Margara è stata affidata una squadra di esploratori e sul campo di battaglia merita un Encomio Solenne perché “Comandante degli esploratori, compiva il suo servizio con intelligenza, serenità ed audacia, avvisando in tempo il comandante di battaglione dell’esatta posizione del trinceramento avversario”.
Dopo una liceza invernale torna in linea contraendo una polmonite che supera rifiurandosi di essere, per ciò, ricoverato. Viene comunque convinto ad attenuare temporaneamente le proprie fatiche dedicandosi, piuttosto, ad istruire un plotone di allievi ufficiali. Nell’agosto del 1916, con la promozione ad ufficiale effettivo, Paolo Margara cambia reggimento passando al 73° fanteria della brigata Lombardia.

L'Isonzo

Raggiunta la valle dell’Isonzo, alla vigilia della VII battaglia su quel fronte si trova già in prima linea sul Veliki ed il 14 settembre si spinge col suo reparto contro le posizioni delle pendici meridionali del monte. Dopo aver superato due ordini di trincee concorre all’occupazione di Quota 265 che viene poi contrattaccata dagli avversari il giorno 16. Opponendosi alla reazione austriaca il sottotenente Margara viene gravemente ferito, ed a nulla valgono i tentativi di salvarlo tentati, presso Gradisca, nell’ambulanza chirurgica d’armata n° 3.
Il maggiore Carlo Giordano, comandante del suo vecchio battaglione, scriverà alla famiglia: “Il tenente Margara era ufficiale di complemento, ma aveva tutte le qualità per diventare effettivo, e tale infatti venne promosso. Serio, attivissimo, resistente alle fatiche, coraggioso fino alla temerarietà. Era l’ufficiale esploratore del battaglione, e come tale ha sempre disimpegnate le sue mansioni. Il 15 luglio 1915 guidò il battaglione nell’oscurità e nel bosco, nella sua marcia di avvicinamento, senza alcun incidente. Segnalata la presenza di reticolati e di trincee, riceveva l’ordine di verificare fin dove si spingevano ed egli percorreva nella nebbia tutta la linea. Poi riceveva l’ordine di arrampicarsi sul Forame per prendere l’appostamento inteso e battere dall’altra i reticolati. Sprezzante del pericolo egli con il suo esempio infondeva ardore ai suoi dipendenti, animandoli e ottenendo da essi un ottimo elemento. Perciò, per premiare la sua attività, la sua intelligenza, il suo ottimo servizio ed il suo coraggio, l’ho proposto per una medaglia di bronzo al valor militare”.