Nazione Paraninfi Lorenzo

Grado Soldato

Mostrina  3ª / 45° Brigata Reggio

Ritratto

Nato il 20 agosto 1891 a Oricola (AQ)

Decorazioni

Decorazione Medaglia di Bronzo

Offertosi volontariamente per riconoscere le posizioni dell’artiglieria avversaria, si spingeva sino a 200 metri da questa, e, sebbene fosse fatto continuamente segno a fucilate, stette appostato per oltre sette ore, riuscendo a scoprire la dislocazione dei pezzi
Val Parola, 18 luglio 1915

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Lorenzo Paraninfi nasce a Oricola, in provincia de L’Aquila, il 20 agosto del 1891 da Giuseppe e Ascenza Nicolai. Figlio di onesti e laboriosi contadini, in giovane età si trasferisce a Roma per lavorare e guadagnarsi da vivere. Nel 1910 si arruola come volontario nell’Arma dei Carabinieri e passato più tardi al 91° reggimento di Fanteria Basilicata, prende parte, alla guerra italo-turca. Ammalatosi, gli vengono concessi 3 mesi di licenza di convalescenza ma egli, dopo poco più di un mese trascorso in famiglia, rientra volontariamente al Corpo in terra libica. Viene quindi aggregato al 93° reggimento della brigata Messina col quale, tra il 26 ed il 28 novembre del 1911, partecipa alla conquista dell’oasi di Henni e tra i 10 e l’11 dicembre all’occupazione di Tagiura.
Nel maggio del 1915 parte, sempre come volontario, per la guerra contro l’Austria-Ungheria. Il 29 maggio, facendo parte della 3ª compagnia del 45° reggimento di fanteria, si trova a Cortina d’Ampezzo ove dà subito prova della sua esperienza, acquisita in nord Africa, e del suo incontestabile coraggio. La sera del 13 giugno, col consenso del suo comandante - il maggiore Ottina - parte in ricognizione e appiattatosi in vicinanza del nemico, disturba la trincea austriaca sparando per un’ora senza essere scoperto. Quindi, raggiunto da una piccola squadra, con questa riesce ad insediarsi sul costone del Col dei Bos. Costretto a retrocedere per l’impossibilità di mantenere la posizione, due giorni più tardi è impiegato con un manipolo di compagni contro le trincee nemiche nei pressi del Sass de Stria dove riesce ad occupare un tratto di trincea meritando un encomio solenne.
A luglio parte come volontario con tre compagni per scoprire l’esatta ubicazione delle artiglierie che dalla Valparola tormentano le posizioni italiane. Attraversata la linea nemica, i quattro esploratori si portano nei pressi del Forte “Intrà i Sass” da dove individuano i pezzi nemici e poi, riattraversate le linee, fanno ritorno al Comando italiano fornendo preziose informazioni. Per tale fatto Lorenzo Paraninfi viene ricompensato con un mese di licenza che egli però rifiuta preferendo piuttosto la promozione a caporale. Viene comunque premiato con una medaglia di bronzo al V.M.
Lorenzo prende successivamente parte con la sua squadra di arditi a varie brillanti operazioni sul Col di Lana e sul Monte Sief e dopo il 24 ottobre del 1917, quando l’offensiva austro-tedesca costringe le truppe italiane a ritirarsi, per attestarsi sulla linea del Piave e sul Monte Grappa, partecipa ai combattimenti sulle posizioni dei Solaroli e del Monte Spinoncia riportando alcune ferite, anche gravi, specialmente al braccio destro, per la qual cosa deve essere ricoverato all’ospedale militare e quindi inviato in licenza di convalescenza. Non ancora pago delle sue imprese, nel 1918 il caporale Paraninfi si presenta nuovamente al comandante del battaglione chiedendo di essere reinserito tra i ranghi combattenti, ma constatato il suo stato di salute, essendo reso ormai invalido per le ferite riportate, il maggiore Barelli non ritiene di poterlo assecondare. Rientrato in terra marsicana, nella casa dei genitori ai piedi del borgo sovrastato dall’imponente rocca, anche se menomato nel fisico, inflessibile nello spirito, all’età di ventisette anni Lorenzo torna alla vita civile. Per le sue imprese e per lo spirito patriottico da lui sempre dimostrato, nel 1923 gli sarà concessa la Croce di Guerra al Valor Militare.