Romani Giovita Giorgio
Tenente
92° Brigata Basilicata
Nato il 13 aprile 1884 a Torricella Sicura (TE)
Morto il 22 novembre 1917 sul Monfenera
Note biografiche (Archivio Danilo Morell)
Giorgio nasce a Torricella Sicura, nella provincia di Teramo in Abruzzo, il 13 Aprile 1884 da
Giovanbattista ed Anna Angela Censoni. Frequenta il liceo presso il Convitto Nazionale di Teramo per
poi raggiungere Roma per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Durante gli anni di università
comincia a formarsi il suo pensiero politico, le sue aspirazioni di unità nazionale ed ecco che da
allora sarà un convinto repubblicano. Fu tra i fondatori nel luglio del 1914 della Sezione
Provinciale del Partito repubblicano "Pensiero e Azione" di Teramo e fu anche tra gli organizzatori
del Comizio interventista indetto dalla stessa Sezione. Comizio che si tenne il 14 febbraio del
1915 nel Teatro Apollo di Teramo, con la partecipazione di oltre duemila persone e nel quale egli
stesso presentò l'oratore Cesare Battisti.
In questo periodo pubblicò il primo volume della "Guerra Liberatrice", primo tra i tre volumi che
avrebbero costituito l'opera completa, e scrisse numerosi articoli pubblicati sulle testate
dell'epoca, soprattutto sulla rivista "il Risveglio", con la quale collaborava quasi stabilmente nel
periodo antecedente alla dichiarazione di guerra dell'Italia. Tenne numerosi discorsi interventisti
sia nell'abruzzese sia nella regione marchigiana.
Allo scoppio della guerra si arruolò volontario e fu destinato a Chieti come sergente istruttore e
animatore di reclute. Ben presto verrà promosso prima a Sottotenente e poi a Tenente di Complemento.
Con il 92° Reggimento Fanteria prende parte ai fatti d'armi del novembre 1915 sul Col di Lana.
Nell'aprile del 1916 raggiunge il fronte del Passo Tre Croci e dal 6 al 19 luglio 1916 partecipa
agli attacchi contro la quota 2.056 della Croda d'Ancona.
Dopo i fatti di Caporetto la brigata riceve ordine di ripiegare sul Piave e sul Grappa e di
posizionarsi sul Monfenera. Giorgio cade all'età di 33 anni, durante un poderoso attacco
austro-ungarico del Monfenera, il 22 novembre 1917. Attacco che costò alla brigata circa 88
ufficiali e 1895 uomini fuori combattimento senza contare i numerosi dispersi. Lasciò la moglie
Margherita e due figli. Gli furono attribuite:
- La medaglia d'argento al valor militare il 10 Maggio 1919 con la seguente motivazione: «Si
slanciava spontaneamente sulla linea del fuoco, e riorganizzati alcuni reparti rimasti privi dei
loro ufficiali si poneva alla loro testa e li conduceva, con mirabile coraggio e fermezza, ripetute
volte all'assalto incitandoli con parole e con l'esempio, finché cadde colpito a morte al grido di
"Italia, Italia"»
- La croce di guerra al valor militare il 21 settembre 1920
- La medaglia a ricordo della guerra 1915-1918 il 5 febbraio 1921
- Il nastro azzurro dei combattenti alla memoria il 20 ottobre 1932
Il Comune di Torricella Sicura gli dedicò una via del paese (dove ha sede la sua casa natale) e nel
tribunale di Teramo è presente una lapide in sua memoria.
Una piccola digressione è d'obbligo. Anche il fratello di Guido, Saverio Vincenzo Romani, morì in
guerra. Partì per mobilitazione all'età di 22 anni con il grado di sergente nel 29° Gruppo di
artiglieria obici pesanti campali. Morì in seguito a tifo con broncopolmonite nell'ospedaletto da
campo n.100 a Castelfranco Veneto il 2 dicembre 1918, quando ormai la guerra era conclusa.
I nomi di entrambi i fratelli sono incisi sulla lapide del monumento ai caduti delle due guerre
mondiali posto nella piazza principale del paese.
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Nato il 13 aprile 1884 a Torricella Sicura (TE)
Morto il 22 novembre 1917 sul Monfenera
Note biografiche (Archivio Danilo Morell)
Giorgio nasce a Torricella Sicura, nella provincia di Teramo in Abruzzo, il 13 Aprile 1884 da
Giovanbattista ed Anna Angela Censoni. Frequenta il liceo presso il Convitto Nazionale di Teramo per
poi raggiungere Roma per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Durante gli anni di università
comincia a formarsi il suo pensiero politico, le sue aspirazioni di unità nazionale ed ecco che da
allora sarà un convinto repubblicano. Fu tra i fondatori nel luglio del 1914 della Sezione
Provinciale del Partito repubblicano "Pensiero e Azione" di Teramo e fu anche tra gli organizzatori
del Comizio interventista indetto dalla stessa Sezione. Comizio che si tenne il 14 febbraio del
1915 nel Teatro Apollo di Teramo, con la partecipazione di oltre duemila persone e nel quale egli
stesso presentò l'oratore Cesare Battisti.
In questo periodo pubblicò il primo volume della "Guerra Liberatrice", primo tra i tre volumi che
avrebbero costituito l'opera completa, e scrisse numerosi articoli pubblicati sulle testate
dell'epoca, soprattutto sulla rivista "il Risveglio", con la quale collaborava quasi stabilmente nel
periodo antecedente alla dichiarazione di guerra dell'Italia. Tenne numerosi discorsi interventisti
sia nell'abruzzese sia nella regione marchigiana.
Allo scoppio della guerra si arruolò volontario e fu destinato a Chieti come sergente istruttore e
animatore di reclute. Ben presto verrà promosso prima a Sottotenente e poi a Tenente di Complemento.
Con il 92° Reggimento Fanteria prende parte ai fatti d'armi del novembre 1915 sul Col di Lana.
Nell'aprile del 1916 raggiunge il fronte del Passo Tre Croci e dal 6 al 19 luglio 1916 partecipa
agli attacchi contro la quota 2.056 della Croda d'Ancona.
Dopo i fatti di Caporetto la brigata riceve ordine di ripiegare sul Piave e sul Grappa e di
posizionarsi sul Monfenera. Giorgio cade all'età di 33 anni, durante un poderoso attacco
austro-ungarico del Monfenera, il 22 novembre 1917. Attacco che costò alla brigata circa 88
ufficiali e 1895 uomini fuori combattimento senza contare i numerosi dispersi. Lasciò la moglie
Margherita e due figli. Gli furono attribuite:
- La medaglia d'argento al valor militare il 10 Maggio 1919 con la seguente motivazione: «Si
slanciava spontaneamente sulla linea del fuoco, e riorganizzati alcuni reparti rimasti privi dei
loro ufficiali si poneva alla loro testa e li conduceva, con mirabile coraggio e fermezza, ripetute
volte all'assalto incitandoli con parole e con l'esempio, finché cadde colpito a morte al grido di
"Italia, Italia"»
- La croce di guerra al valor militare il 21 settembre 1920
- La medaglia a ricordo della guerra 1915-1918 il 5 febbraio 1921
- Il nastro azzurro dei combattenti alla memoria il 20 ottobre 1932
Il Comune di Torricella Sicura gli dedicò una via del paese (dove ha sede la sua casa natale) e nel
tribunale di Teramo è presente una lapide in sua memoria.
Una piccola digressione è d'obbligo. Anche il fratello di Guido, Saverio Vincenzo Romani, morì in
guerra. Partì per mobilitazione all'età di 22 anni con il grado di sergente nel 29° Gruppo di
artiglieria obici pesanti campali. Morì in seguito a tifo con broncopolmonite nell'ospedaletto da
campo n.100 a Castelfranco Veneto il 2 dicembre 1918, quando ormai la guerra era conclusa.
I nomi di entrambi i fratelli sono incisi sulla lapide del monumento ai caduti delle due guerre
mondiali posto nella piazza principale del paese.