Nazione Salvatori Giulio

Grado Sottotenente

Mostrina  52° Brigata Alpi

Ritratto

Nato l'11 gennaio 1890 a Palestrina (Roma)

Morto l'11 luglio 1915 sul costone di Agai, Col di Lana per ferite all'addome

Decorazioni

Decorazione Medaglia di Bronzo

Durante il combattimento, dimostrò arditezza e slancio, e diede esempio di coraggio e di spirito militare. Ferito gravemente, moriva sul campo.
Col di Lana, 11 luglio 1915

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Giulio nasce a Palestrina, in provincia di Roma, l'11 gennaio del 1890 da Luigi Salvatori ed Emma Fernandez. Mentre sua moglie bada alle faccende domestiche, Luigi, come già faceva suo padre Pasquale, si dedica alla nobile arte del calzolaio. Fin da bambino Giulio dimostra un grande interesse per la vita militare tanto che, compiuti gli studi, si arruola nel plotone allievi ufficiali di complemento dell'81° Fanteria. Scoppiata la guerra italo-turca, parte col suo reggimento e prende parte all'occupazione di Tripoli, ai combattimenti di Ain Zara, di Zanzur, di Sid-Bifal e di Monterus, durante i quali dà prova di grande coraggio come risulta dal dono fattogli dal suo colonnello: una medaglia d'argento fuori ordinanza. Promosso al grado di sottotenente di complemento all'82° Fanteria, dopo circa 20 mesi di permanenza in Tripolitana, viene trasferito in Cirenaica. Posto al comando della ridotta "Toscana", a Marsa Susa, la difende dai ripetuti attacchi arabi. Dieci mesi più tardi rientra quindi in Italia assegnato al 60° fanteria, a Viterbo.
Verificatosi un devastante terremoto in Abruzzo, parte con il suo reparto a prestare soccorso alla popolazione e ad Avezzano ha modo di distinguersi per il suo grande zelo ed altruismo. Il 15 marzo del 1915, promosso sottotenente in servizio attivo permanente, chiede ed ottiene di essere destinato a Spoleto al 52° Reggimento di fanteria Alpi. Entusiasta del leggendario "Eroe dei due mondi", aspirava infatti di appartenere alla brigata "Alpi", erede dei "Cacciatori delle Alpi" istituiti da Giuseppe Garibaldi. Il sottotenente Giulio Salvatori è un convinto sostenitore della rivendicazione delle terre italiane irredente, e quando viene dichiarata la guerra italo-austriaca, è fiero di partire per i confini a dare il proprio apporto alla causa che egli ritiene giusta e necessaria. All'inizio delle ostilità si trova già col suo reggimento in Alta Val Cordevole dove partecipa a diversi fatti d'arme contro gli avamposti presidiati dagli Jäger bavaresi. L'11 luglio, dopo circa tre mesi di vita di guerra, in un aspro combattimento sul Col di Lana, sul costone di Agai, mentre con coraggio ed entusiasmo guida il suo plotone all'assalto di una posizione nemica, viene mortalmente ferito all'addome da un colpo di fucile e dopo un'ora, durante il trasporto alla sezione di sanità del 57° ospedale someggiato, muore. Assieme a tanti altri suoi compagni viene sepolto nel cimitero allestito a breve distanza dalle mura del castello di Andraz. Al sottotenente Giulio Salvatori verrà attribuita la medaglia di bronzo.