Virgilii Adolfo
Sottotenente
46° Brigata Reggio
Nato il 12 settembre 1897 a Nervi (GE)
Morto il 23 settembre 1916 sul Col di Lana
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Ardente di amor patrio, pieno di fede e di entusiasmo, dava prova costante di sereno ed esemplare
ardimento in numerosi fatti d’arme, finché, colpito da una granata avversaria mentre, con il
consueto coraggio, sotto l’intenso bombardamento nemico, adempiva l’ufficio di osservatore in un
punto importante, gloriosamente moriva.
Cima Lana, 23 settembre 1916
Note biografiche (Archivio Niccolò Figundio)
Prima della guerra
Adolfo Virgilii nasce a Nervi, figlio del professor Filippo Virgilii[1], economista e docente di
statistica presso l'Università di Siena. Nell'estate del 1915, terminati gli studi liceali, appena
diciottenne, chiede l'arruolamento volontario nel Regio Esercito. Assegnato all'arma di fanteria, è
destinato al 46º Reggimento Fanteria "Reggio", di stanza a Cagliari.
La Grande Guerra
Terminato l'addestramento, raggiunge in linea il proprio reparto, che si trova schierato nel settore
delle Dolomiti, nell'Alto Cordevole. Svolge poi i corsi accelerati per allievi ufficiali, e, dopo la
nomina ad aspirante ufficiale, ottiene i gradi da sottotenente.
A partire dalla primavera del 1916, la Brigata "Reggio", della quale fa parte il 46º Reggimento,
opera numerosi tentativi offensivi nel settore del Col di Lana, e in particolare contro il "Dente
del Monte Sief", che però non sono coronati dal successo. Dopo aver partecipato a uno di questi
assalti, il 18 maggio, in una lettera ai genitori, il giovane ufficiale scrive:
«Fu un'azione fantasmagorica. Siamo andati la notte oltre le nostre linee, contro un posto
austriaco situato sovra una roccia a picco. Dovevano conquistarlo "ad ogni costo". [...] Io, col mio
plotone, per il primo. Abbiamo eseguito nella notte tre assalti, senza poter raggiungere la tremenda
posizione. Decisi a vincere, siamo rimasti là, fino all'alba, sotto gli austriaci, a due metri sotto
di loro. [...] All'alba, risoluti a vincere o a morire, tentammo disperatamente l'ultimo attacco: e
fu irruente, travolgente, irresistibile. "Savoia, Savoia!" gridavamo, incitandoci a vicenda, e
abbiamo conquistato la poisizione nemica. Saltati come giganti nella trincea vinta, ne abbiamo
fugato i difensori. Eravamo inebriati, e il sole nascente baciava quello spettacolo.»
La lettera di Adolfo fa riferimento ai sanguinosi attacchi italiani contro la posizione denominata
"Paul" dai difensori. Lapidario ed ammirato il giudizio austriaco sul comportamento italiano:
"La base di partenza degli attaccanti era situata troppo in basso ed il terreno per raggiungere
la nostra posizione avanzata ("Paul") molto impervio e roccioso con strati di ghiaia. Pareva
impossibile che degli esseri umani potessero arrampicarsi fin lassù sotto il fuoco dei nostri
soldati che li attendevano a piè fermo."
La morte
Nel mese di settembre, gli attacchi contro il Monte Sief sono rinnovati, nel tentativo di
conquistare la cima. Il giorno 23 settembre, l'artiglieria austro-ungarica scatena, sulle posizioni
italiane, un violentissimo bombardamento. Al sottotenente Virgilii è pertanto ordinato di portarsi
in una posizione esposta, in qualità di osservatore. Qui, adempiendo il proprio dovere, trova la
morte, colpito da una granata.
Per il contegno dimostrato nel corso della fatale giornata, ed in molte occasioni precedenti, gli
sarà poi conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria.
Il suo medagliere comprende:
- Medaglia d'Argento al Valor Militare
- Croce al Merito di Guerra
- Medaglia di Benemerenza per i volontari della guerra italo-austriaca
NOTE
[1] Statistico (Montefestino, Modena, 1865 - Roma 1950), professore nell'università di Siena (dal 1893), di cui fu anche rettore e proessore emerito, condirettore di Studi senesi. Si occupò soprattutto di demografia, ma anche di sociologia, economia e scienza delle finanze. Tra le sue opere: Manuale di statistica (1891; 11a ed., rifatta, 1959); Il problema agricolo e l'avvenire sociale (1895); La statistica nella odierna evoluzione sociale (1903); Il problema della popolazione (1924); L'Italia agricola odierna (1930); Le assicurazioni sociali e private in Italia (1946).
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Nato il 12 settembre 1897 a Nervi (GE)
Morto il 23 settembre 1916 sul Col di Lana
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Ardente di amor patrio, pieno di fede e di entusiasmo, dava prova costante di sereno ed esemplare ardimento in numerosi fatti d’arme, finché, colpito da una granata avversaria mentre, con il consueto coraggio, sotto l’intenso bombardamento nemico, adempiva l’ufficio di osservatore in un punto importante, gloriosamente moriva.Cima Lana, 23 settembre 1916
Note biografiche (Archivio Niccolò Figundio)
Prima della guerra
Adolfo Virgilii nasce a Nervi, figlio del professor Filippo Virgilii[1], economista e docente di statistica presso l'Università di Siena. Nell'estate del 1915, terminati gli studi liceali, appena diciottenne, chiede l'arruolamento volontario nel Regio Esercito. Assegnato all'arma di fanteria, è destinato al 46º Reggimento Fanteria "Reggio", di stanza a Cagliari.La Grande Guerra
Terminato l'addestramento, raggiunge in linea il proprio reparto, che si trova schierato nel settore delle Dolomiti, nell'Alto Cordevole. Svolge poi i corsi accelerati per allievi ufficiali, e, dopo la nomina ad aspirante ufficiale, ottiene i gradi da sottotenente. A partire dalla primavera del 1916, la Brigata "Reggio", della quale fa parte il 46º Reggimento, opera numerosi tentativi offensivi nel settore del Col di Lana, e in particolare contro il "Dente del Monte Sief", che però non sono coronati dal successo. Dopo aver partecipato a uno di questi assalti, il 18 maggio, in una lettera ai genitori, il giovane ufficiale scrive:«Fu un'azione fantasmagorica. Siamo andati la notte oltre le nostre linee, contro un posto austriaco situato sovra una roccia a picco. Dovevano conquistarlo "ad ogni costo". [...] Io, col mio plotone, per il primo. Abbiamo eseguito nella notte tre assalti, senza poter raggiungere la tremenda posizione. Decisi a vincere, siamo rimasti là, fino all'alba, sotto gli austriaci, a due metri sotto di loro. [...] All'alba, risoluti a vincere o a morire, tentammo disperatamente l'ultimo attacco: e fu irruente, travolgente, irresistibile. "Savoia, Savoia!" gridavamo, incitandoci a vicenda, e abbiamo conquistato la poisizione nemica. Saltati come giganti nella trincea vinta, ne abbiamo fugato i difensori. Eravamo inebriati, e il sole nascente baciava quello spettacolo.»
La lettera di Adolfo fa riferimento ai sanguinosi attacchi italiani contro la posizione denominata "Paul" dai difensori. Lapidario ed ammirato il giudizio austriaco sul comportamento italiano: "La base di partenza degli attaccanti era situata troppo in basso ed il terreno per raggiungere la nostra posizione avanzata ("Paul") molto impervio e roccioso con strati di ghiaia. Pareva impossibile che degli esseri umani potessero arrampicarsi fin lassù sotto il fuoco dei nostri soldati che li attendevano a piè fermo."
La morte
Nel mese di settembre, gli attacchi contro il Monte Sief sono rinnovati, nel tentativo di conquistare la cima. Il giorno 23 settembre, l'artiglieria austro-ungarica scatena, sulle posizioni italiane, un violentissimo bombardamento. Al sottotenente Virgilii è pertanto ordinato di portarsi in una posizione esposta, in qualità di osservatore. Qui, adempiendo il proprio dovere, trova la morte, colpito da una granata. Per il contegno dimostrato nel corso della fatale giornata, ed in molte occasioni precedenti, gli sarà poi conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria. Il suo medagliere comprende:- Medaglia d'Argento al Valor Militare
- Croce al Merito di Guerra
- Medaglia di Benemerenza per i volontari della guerra italo-austriaca
NOTE
[1] Statistico (Montefestino, Modena, 1865 - Roma 1950), professore nell'università di Siena (dal 1893), di cui fu anche rettore e proessore emerito, condirettore di Studi senesi. Si occupò soprattutto di demografia, ma anche di sociologia, economia e scienza delle finanze. Tra le sue opere: Manuale di statistica (1891; 11a ed., rifatta, 1959); Il problema agricolo e l'avvenire sociale (1895); La statistica nella odierna evoluzione sociale (1903); Il problema della popolazione (1924); L'Italia agricola odierna (1930); Le assicurazioni sociali e private in Italia (1946).
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