Azioni prima dell'inverno
Novembre 1915
Una volta persa la vetta, gli italiani tentarono il giorno 8 ben tre attacchi lungo il
camminamento ex austriaco al Col di Roda, ma senza esito. Gli austriaci occuparono la vetta con la
15ª/3° Kaiserjäger e tre mitragliatrici mentre sul "Camminamento B" vi erano 2 plotoni della 7ª
Landesschützen (del 3° Kaiserjäger secondo Schemfil) con due mitragliatrici (ten. Simmel).
Il 9 e 10 l'artiglieria italiana bombarda le posizioni austriache utilizzando anche i
grossi calibri; nel frattempo la fanteria si raduna sotto la cima. Un massiccio attacco italiano si
palesò il giorno 10, perdurando fino alle 20 ma nemmeno questo ottenne alcun risultato.
Così ricorda questo periodo il Mezzetti:
"I progressi compiuti sul Col di Lana e le lotte sostenute ai Montucoli in quei giorni di continue
intemperie imposero alle truppe disagi e tormenti inauditi. Specie ai Montucoli, posizioni che si
interponevano fra il Costone di Salesei e quello di Agai oltre il Panettone, vi furono casi di
assideramento letali. Al mattino, più di una volta, furono trovati soldati che stringevano ancora il
fucile fra le mani, irrigiditi dalla morte mentre attendevano nella notte, completamente allo scoperto,
sotto pioggia, sotto neve, a temperature di oltre 15 gradi sotto zero, gli ordini per avanzare e per
combattere. [...]
Con il logorio delle forze fisiche subentrava quello delle forze morali anche perchè i successi conseguiti
non erano evidentemente in proporzione con le perdite e i sacrifici compiuti. Si era andato facendo
strada, negli ufficiali e nelle truppe, il convincimento che quel continuo picchiare contro il Col di Lana
e la sua conquista non ne valessero la pena."
Il 18 novembre alle 19.15 una pattuglia di 6 austriaci striscia fino a 20 metri dalla
posizione italiana e riesce a catturare 4 prigionieri.
Un altro attacco viene tentato il 21 con un battaglione formato da quattro "delle migliori
compagnie della divisione"; questo attacco venne stroncato ancora prima che le truppe italiane giungessero
nei pressi dei reticolati. Il giorno dopo tocca alle due compagnie del Mezzetti tentare di rinnovare lo
stesso attacco.
"La nostra artiglieria eseguì un quarto d'ora di fuoco sulla posizione nemica senza fare troppi danni
poichè i difensori, come più tardi apprendemmo, disponevano di sicure caverne ad immediato ridosso della
trincea e perchè la breve distanza da 50 a poco più di 100 metri che intercorreva fra la nostra e la linea
nemica, rendeva il nostro tiro pericoloso anche per noi e perciò di esecuzione difficile. [...]
La compagnia di sinistra fece uscire uno dei plotoni mentre nessuno vedevo muovere alla mia destra [...]
Fu necessario predisporre lavori per far uscire gli uomini da altri punti, rimuovere i gabbioni del
reticolato ecc. poichè lo sbocco che era servito il giorno innanzi, individuato dagli austriaci, era
battuto da alcune mitragliatrici. [...]
Persistere in un attacco iniziatosi nelle anzidette condizioni sarebbe stata follia e ordinai di
desistere."
Il 30 novembre un pezzo da montagna italiano viene portato davanti all'avamposto 4A della
Sella del Sief ed alle 17.30 apre il fuoco contro la vetta; una batteria di obici da
100 (asp. Petermaier) lo mette a tacere utilizzando 16
colpi. Per metterlo definitivamente fuori uso vengono inviati 80 uomini della 5ª e 8ª compagnia del 3°
Kaiserjäger al comando dell'alf. Watschinger, ma non trovano il cannone che nel frattempo è già stato
spostato.
Vista verso la cima del Col di Lana (Arch. Morell)
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