Preparativi per l'inverno
Dicembre 1915 (gennaio 1916)
Gli attacchi condotti dagli italiani fino a quel momento erano serviti solo a dimostrare come la
cima del Col di Lana fosse estremamente ben difesa: la posizione era costituita da alcuni ordini di
trincee disposte a semicerchio, che giravano attorno ai due cocuzzoli per una lunghezza di circa
200 metri. Davanti erano disseminati piccoli avamposti d'intercettazione formati da quattro o più
uomini ciascuno. Il tutto era protetto da una doppia fascia di reticolati fissati su paletti di
ferro. Al centro della posizione vennero piazzate due mitragliatrici ed un cannoncino da fanteria.
Il comando austriaco aveva inviato in zona il 2° Kaiserjäger; la sera di Natale giunse il IV
battaglione (magg. Cordier) che schierò la 16ª tra le vetta e Ferdole e la 13ª sul Montucolo
Austriaco, mentre la 14ª e la 15ª stavano in riserva ad Alpenrose per dare il cambio ogni 24 ore.
Entro fine mese giunsero anche:
- il I (cap. Pfeffer) sul Col di Roda;
- il II (magg. Gastaiger) in riserva a Corvara;
- il III (cap. Homa) presso Incisa;
- il V (cap. Rabatsch) sul Sief;
- il VI (cap. Mladek) presso Arabba.
L'avanzata italiana, sia pur lenta, aveva reso del tutto inutilizzabili i lavori effettuati in
precedenza in quanto troppo distanti dalla prima linea. Secondo il Viazzi:
"le nuove trincee, improvvisate senza criterio, collegando fra loro i primi frettolosi scavi dei
singoli attaccanti, non avevano lo sviluppo nè l'andamento migliore per reggere ai tiri d'infilata
dell'artiglieria austriaca piazzata sulle posizioni del Sasso di Mezzodì, del Sasso di Stria e del
Lagazuoi. A ciò si aggiunga il fatto che la nostra frenesia operativa ci aveva costretto a
trascurare le più elementari regole per la sistemazione difensiva delle trincee e dei ricoveri.
[...] Quel che preoccupava era soprattutto l'inesistenza o la poca solidità dei reticolati, per cui
si creava nella truppa un continuo stato di tensione e d'insicurezza. [...] Altra nota dolente
erano i rifornimenti che, durante la cattiva stagione, lasciavano molto a desiderare."
In questo periodo due compagnie (circa 300 uomini) occupavano le trincee sotto la vetta, mentre una
terza con gli zappatori ed i minatori stava presso Agai. Analogamente sul Costone di Salesei, due
compagnie erano dislocate tra il Montucolo Italiano e la Ridotta Calabria ed una al Villaggio ex
Austriaco del Panettone. Un battaglione di riserva, dislocato tra Salesei e Pian, si alternava con
i reparti avanzati. Il 20 dicembre il 59°
Calabria scendeva in riposo ad Alleghe e veniva
sostituito dal 60° della medesima brigata.
Il comando della 18ª Divisione il 16 dicembre emanò le direttive per la sistemazione
invernale che prevedevano il miglioramento delle vie di comunicazione con la vetta, e
l'installazione di une teleferica nei tratti da Foram a Palla e di qui al Costone di Agai. Sotto la
cima venne scavata una galleria ricovero che servì come sede del comando, posto di medicazione e
riparo per la truppa.
Il 17 dicembre l'ordine d'operazioni N.42 introduceva un nuovo concetto tattico,
ovvero il tentativo di "addivenire all'occupazione della cima mediante gallerie sotterranee e
fornelli di mina".
La sera del 16 gennaio 1916 il t.col. Perelli (Capo di Stato Maggiore della 18ª
Divisione) esponeva agli ufficiali della brigata Calabria il progetto di una galleria che
attraversasse tutta la montagna e dal cui sbocco fosse possibile battere con le mitragliatrici
l'accesso alle posizioni austriache. In veste di consulente tecnico era presente anche il s.ten.
Caetani della 8ª compagnia del 1°
Reggimento Genio Zappatori; questi già da settembre aveva costituito un reparto speciale del Genio
formato da due plotoni di zappatori operanti uno sul Costone di Agai e l'altro su quello di
Salesei, agli ordini dei sergenti Mariotti e Barella. Il reparto era costituito da uomini
provenienti dal 52° e dal 59° e contava in principio 38 uomini, ma si era poi allargato fino alla
dimensione di una compagnia con altri due ufficiali, i sottotenenti
Bonfioli e
Grimaldi. Relativamente al progetto
del Perelli, il Caetani disse che "piuttosto scavo una galleria sotto il sedere degli austriaci
e li facciamo saltare in aria".
Il 15 gennaio il gen. Annichini (comandante della 18ª Divisione) nell'Ordine
d'Operazioni N.500 chiede l'inizio dei lavori per la galleria offensiva. Venne messa a disposizione
la 12ª compagnia minatori del 5° Reggimento Genio (ten.
Maggio e s.ten.
Gatta). Già dal 13 novembre la compagnia
aveva iniziato i lavori sul Costone di Salesei; l'1 dicembre mezza compagnia con il
comando si era trasferita sul Costone di Agai.
Lavori presso Cima Lana (Arch. Morell)
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