Attacco alla Cresta di Costabella
11-17 e 21-25 Settembre 1915
L'8 settembre il Comando Supremo chiede alla IV Armata il "programma" per il mese di settembre; il I CdA risponde che intende proseguire le operazioni per l'occupazione di Monte Piana, dei contrafforti del Forame, della Costabella e di Cima Fumo, per proseguire poi verso le pendici orientali e sud-orientali della Croda dell'Ancona.
Il comandante della 2ª Divisione (gen. Bertotti, successore del gen. Cantore) decise di attaccare il giorno 11 settembre, disponendo gli attaccanti su tre colonne:
- Sinistra: brigata Como (magg. gen. Montanari) con il compito di portarsi dalla Val Grande verso le sorgenti del rio Felizon e quindi dominare, e se possibile occupare, le pendici nord del Forame.
- Centro: alle dipendenze del comandante della 35ª batteria da montagna, la 75ª alpini (ten. Dapino e Dacomo, s.ten. Cavalli e Borella) con la 13ª, 14ª e 15ª del XXXVIII/8° Bersaglieri (magg. Rigault de la Langrais) che doveva occupare l'estremità nord della Punta del Forame, la Costabella e Cima Fumo.
- Destra: brigata Umbria (magg. Fioretta) contro le pendici nord di Cima Fumo.
Il 23° (col. Tosatto) che stava in Val Fiorenza e Val Boite, a mezzanotte dell'11 inizia a svolgere azioni dimostrative su tutto il suo fronte. A Progoito ed allo sbocco di Val Travenanzes piccoli nuclei austriaci vennero costretti a ritirarsi. Altri reparti riuscirono a salire verso la cresta della Croda dell'Ancona e del Castello di S. Uberto ed a tenere impegnati gli austriaci fino a sera.
Il 24° (col Garelli) con il III (9ª, 10ª e 12ª compagnia) e della 1ª/I, ed un plotone della 83ª, di una sezione someggiata da 70A e di una sezione da 42 mm, inizia il movimento in accordo con la colonna di centro. Ma saputo che la colonna di centro si è arrestata, alle 14 il comandante del III/24° sospende l'azione ed ordina ai reparti di rafforzarsi nelle posizioni conquistate.
Il 12 settembre, all'alba, riprende l'azione dimostrativa verso la Croda dell'Ancona e Colle S. Uberto e vengono inviate pattuglie in ricognizione per l'avanzata, che però viene sospesa già alle 8.
Intanto, alle 23 del 10, la 75ª del Pieve di Cadore parte dalle sue posizioni avanzate sul Cristallo e si dirige verso q.2732 (Forcella Grande) che occupa senza incontrare resistenza. Quando vi giungono trovano la nebbia e vi si infilano, in fila indiana. Una squadra giunge a 100 metri dalla più alta elevazione di cresta e là sorprende una piccola guardia austriaca, si lancia di sorpresa su un ridottino e riesce anche ad impadronirsi della cima. Ma l'artiglieria austriaca reagì con violenza e venne anche a mancare l'ausilio dei bersaglieri che operava sulla sinistra in direzione del Forame.
"Sono là, artigliati presso il filo sottile della cresta, senza possibilità di riparo, senza possibilità di rifornimenti. Le granate nemiche tempestano la croda; qualche alpino, strappato dagli appigli, scompare nel vuoto a destra o rotola per il ripido declivio a sinistra. Inchiodati così sui dirupi, si scavano con la baionette nicchie nella neve e nella roccia. [...]
E tengono duro così per tre giorni."
Nella resistenza si segnala la figura del s.ten. Cavalli. Il giorno 15, dopo un breve ma violento tiro d'artiglieria, mezza compagnia (s.ten. Borella) va all'assalto e riconquista la cima. Il 17 settembre la 75ª riceve finalmente il cambio da una compagnia del XXXVIII beraglieri.
Il Comando della 2ª Divisione, nel timore che per le condizioni climatiche le truppe non avrebbero resistito a lungo sulla Costabella, ordinò il giorno 14 che venisse ripresa e portata a termine l'azione contro Cima Fumo.
Mentre la 75ª doveva occupare q.2445 e la 9ª/54° q.2175, tutte le altre truppe della Divisione dovevano svolgere azione dimostrativa. La mattina del 15 gli alpini riescono ad occupare q.2727,ma i fanti si fermano a q.2060.
L'azione è quindi sospesa e rimandata.
Il 19, il gen. Bertotti dispone che il 21 alle 4 venga ripresa l'azione su tutto il fronte. La colonna di centro con il III/24° eseguì alcune ricognizioni sul Forame. L'attacco iniziò la notte sul 22; i combattimenti durarono per tutta la giornata fino al giorno dopo, diretti personalmente dal gen. Montanari (brigata Como). Constatati gli scarsi risultati ottenuti ed il logorio delle truppe, il Coamndo di Divisione sospese l'attacco il giorno 26.
La punta della Cresta di Costabella, conquistata a metà settembre, viene abbandonata il 3 ottobre a causa del clima rigido e dell'impossibilità di garantirne il collegamento.
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