Occupazione e difesa di Punta Berrino
Ottobre 1915
L'importanza tattica di Punta Berrino era notevole in quanto dominava la via di comunicazione
austriaca fra le forcelle Lagazuoi e Travenanzes, nonchè le difese di Forcella Travenanzes e
dell'altopiano di Cima Falzarego. Consentiva inoltre la copertura alle spalle della Cengia Martini
e ne facilitava i rifornimenti.
Nell'ottobre del 1915 il fuoco di là proveniente agevolò l'occupazione di Cima Falzarego ad opera della colonna Sirchia del 45°. La posizione presentava però anche alcuni punti deboli: era infatti totalmente dominata dalle creste del Piccolo e Grande Lagazuoi e dall'omonima forcella. All'inizio il presidio era di 30 fucilieri; il 22 ottobre venne rinforzato con una sezione mitragliatrici del Belluno.
Si pensò di scavare subito una galleria ma non vi erano attrezzi. Allo stesso modo i ripari esterni non resistevano ai tiri austriaci. Pure l'impianto dei reticolati richiese un enorme lavoro: si iniziò con la costruzione nel canalone di accesso di un centinaio di piccoli cavalli di Frisia, che durante la notte venivano trasportati sulla vetta per essere disposti attorno alla ridotta. Anche questi divennero presto bersaglio dei tiri austriaci che in breve tempo ne distrussero la maggior parte.
Ci si misero poi anche alcuni alpini che, nonostante gli ordini superiori di astenersi dal compiere azioni offensive, si diedero ad aprire il fuoco cento gli austriaci che passavano per il Fassungsweg (sentiero di comunicazione tra Forcella Lagazuoi e Travenanzes) e poi sui loro soccorritori. Grazie quindi alla sconsideratezza del soldato Bertolotto e di alcuni suoi commilitoni della 229ª, Punta Berrino divenne bersaglio delle artiglierie austriache ("quando quei colpi giungevano a segno, il che capitava spesso, determinavano dei veri e propri macelli. Trinceramenti e baracche finivano per essere sbriciolati e i poveretti che si trovavano all'interno venivano dilaniati"). La vigilanza austriaca era estremamente efficiente anche in caso di nebbia ed inoltre le intercettazioni telefoniche erano pressochè continue; a tal proposito vi è un episodio curioso. Accadeva che ad ogni visita del comandante di battaglione sulla posizione, si scatenasse il fuoco delle artiglierie austriache; si scoprì poi che la causa di tutto ciò erano le telefonate che informavano i soldati in linea della prossima visita del comandante.
Data l'estrema vulnerabilità della posizione ed avendo la necessità di fronteggiare assalti all'arma bianca gli italiani decisero di lasciare due ufficiali in permanenza sul posto. In caso di bisogno il presidio veniva rinforzato con altri uomini che si tenevano defilati.
Da parte austriaca, per fronteggiare la nuova minaccia, il cap. Raschin costituì una squadra di 20 uomini specialisti di montagna, 3 mitragliatrici ed un lanciabombe al comando dell'alf. Öllacher.
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