Azione dimostrativa contro Cima Falzarego
30 Luglio 1916
Nella notte sul 30 luglio il Belluno e la 96ª del
Monte Antelao ebbero il compito di spingersi, agli
ordini del magg. Grandolfi all'occupazione di sorpresa del gruppo del Fanis. A tal fine il
Belluno doveva scendere dal Col dei Bos e la 96ª del
canalone del Castelletto, mentre il III/45° (t.col. Sirchia) doveva attirare su di sè l'attenzione
degli austriaci: per ottenere l'effetto desiderato si mosse un'ora prima da Cima Falzarego per
impadronirsi del Trincerone austriaco.
Nella colonna, oltre alle due compagnie di fanteria, vi erano anche i seguenti reparti del Val Chisone:
- comando: magg. Martini e ten. Sartore;
- 228ª compagnia: cap. Alliaud;
- 230ª compagnia: cap. Leonardi;
- plotone zappatori: ten. Beretta;
- un'arma della 18ª sez. mitragliatrici: ten. Gimpel;
- un lanciagranate Thevenot: ten. Formigoni.
La colonna venne arrestata dai reticolati che erano rimasti intatti ma ottenne comunque lo scopo di distrarre gli austriaci dall'attacco contro il Fanis: il successo dell'operazione veniva confermato per telefono del Comando di Vervei. Questo ordinava anche alla 228ª di spingersi a Col dei Bos. Verso le 10 vi giungeva anche il magg. Martini che viene informato dal comandante del Monte Albergian (magg. Galeazzi) che due compagnie del Belluno erano state fatte prigioniere e che il resto del battaglione e la 96ª erano ancora sotto attacco. Il combattimento su Cima Falzarego aveva assunto un carattere di particolare ostinazione. Si ebbero nel complesso una ventina di feriti e due morti, la salma di uno dei quali rimase insepolta per diversi mesi.
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