Primi giorni di guerra
24-25 Maggio 1915
All'alba del 24 maggio le le truppe italiane in zona non avevano ancora ricevuto la notizia
della dichiarazione di guerra: ci penserà una batteria di 2 cannoni da campagna da 90 postati sullo
Schwalbenkofel a recapitare la notizia verso le 8.45. I primi due colpi sono diretti contro il
Monte Piana, ma il terzo (a shrapnel) vola verso Forcella Col di Mezzo e uccide due alpini della
67ª compagnia del battaglione
Pieve di Cadore che saranno i primi morti italiani
sul fronte del Cadore.
Contemporaneamente i landesschützen sparano sugli italiani che stavano scavando trincee su Forcella
Lavaredo e Forcella Pian di Cengia: la reazione italiana è affidata alla 58ª batteria da montagna
(cap. Mazzini) che ingaggia il duello con l'artiglieria austriaca. Dalle 16 in poi, numerosi
proiettili scoppiano a Misurina: la lastra di ghiaccio che ancora ricopre gran parte del lago, si
spacca, si frantuma e si scioglie nelle successive 48 ore.
Il 25 maggio Innerkofler
scala il Paterno per meglio dirigere il tiro dell'artiglieria austriaca ed osservare l'effetto
delle granate: alle 7 inizia il fuoco, ma Innerkofler non registra alcun risultato anche se in
realtà alle 10 viene centrata la caserma italiana dei Piani di Lavaredo. Il comandante del
Pieve di Cadore, convinto che il Rifugio Tre Cime
non possa ricoverare feriti e che la bandiera della Croce Rossa che vi sventola sopra sia un
tentativo di mascherare un comando di truppa o un deposito di munizioni, ordina alla 58ª batteria
da montagna di trasportare e piazzare i pezzi a Forcella Lavaredo e di aprire il fuoco contro il
rifugio. Il gen. Fabbri approva la
decisione ed ordina di continuare il fuoco fino a completa distruzione del rifugio.
"Due rombi, due sibili, due nuvolette di fumo: una al di qua ed una al di là del bersaglio.
Rettifica del tiro. Salve di sezione. Al quinto colpo il rifugio è colpito in pieno. In pochi
minuti non è che un braciere di fiamme guizzanti."
Landesschützen e standschützen sono infuriati per l'affronto perpetrato ai danni dello storico rifugio ed il cap. Jaschke elabora un piano per attaccare Forcella Lavaredo ed impadronirsi dei cannoni italiani. Nel pomeriggio arrivano anche 2 obici da campagna da 100 (postati nella Innerfeldtal) che sparano alcuni colpi per aggiustare il tiro.
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