Piano d'attacco italiano
Agosto 1915
Il 6 luglio il III Landesschützen sostituisce il IX con l'XI battaglione di marcia (cap.
Valentini, poi insignito
dell'Ordine di Maria Teresa) che gradatamente fu rinforzato diventando il V battaglione regolare
su 3 compagnie mentre la squadra mitraglieri era rimasta la stessa. Il 17 luglio (durante
la battaglia) giunsero di rinforzo anche il X, metà della 7ª compagnia Leiber (del DAK) ed una
squadra di mitraglieri.
I nuovi landesschützen sfruttarono la calma successiva per rafforzare le difese e le trincee
avanzate del Frankfürter Wurstel e della Bödenalpe. Nel frattempo da parte italiana erano giunti
in zona circa 6 battaglioni con due batterie da montagna ed alcune squadre di genieri.
Da parte italiana, le condizioni delle difese austriache e le condizioni del terreno da assaltare,
costrinsero il gen. Fabbri ad adottare
il seguente schieramento:
Formazione di sinistra
Base: Tre CimeObiettivi: Toblinger Riedel ed Alta Valle della Rienza
Comandante: t.col. Gioppi (7° Alpini)
Truppe
la 9ª, 10ª, 11ª, 12ª/III/55° Marche;
una sezione mitragliatrici;
267ª, 268ª Val Piave;
68ª Cadore;
la 22ª batteria da montagna;
una sezione della 23ª batteria da montagna;
una squadra di genieri.
Formazione di centro
Base: forcella Pian di CengiaObiettivi: Toblinger Knoten
Comandante: t.col. Padovin (56° Marche)
Truppe
la 1ª, 2ª, 3ª, 4ª/I/56° Marche;
la 8ª/II/56° Marche;
una sezione mitragliatrici;
la 96ª Cadore con una sezione mitragliatrici (su Monte Piana aveva perso 48 morti e 62 feriti);
una squadra di genieri;
di riserva la 5ª, 6ª, 7ª, 8ª/II/55° e 5ª, 6ª, 7ª/II/56°.
Formazione di destra
Base: Forcella GiralbaObiettivi: Alta Val Fiscalina e Oberbachernspitzen
Comandante: magg. Buffa di Perrero (batt. Cadore)
Truppe
la 9ª, 10ª, 12ª/III/56° Marche;
una sezione mitragliatrici;
la 67ª ed 1 plotone della 75ª Cadore con una sezione mitragliatrici;
la 58ª batteria da montagna;
una sezione della 23ª batteria da montagna;
una squadra di genieri.
Questa la ripartizione secondo Kübler e Reider; Meneghetti suggerisce una ripartizione diversa, nella quale compaiono anche 3 compagnie dell' 8° bersaglieri ed il I/55° schierato dal Paterno a Cima Dodici assieme al 56°. Sempre secondo Meneghetti il frazionamento del 55° fu dovuto al fatto che il col. Parigi era stato promosso al comando della brigata Chieti ed era stato sostituito dal t.col. Bernardini, che non aveva però pratica di guerra in montagna. Il gen. Fabbri affidò dunque il comando di una colonna al t.col. Gioppi (del Val Piave) che era più giovane del Bernardini, per cui l'unità del 55° venne spezzata per non porre il comandante di esso alle dipendenze di un ufficiale meno anziano di grado.
In particolare, il I/55° aveva la 8ª sul Paterno, la 6ª in riserva presso il comando reggimentale, la 5ª e 7ª in riserva divisionale a Passo Tre Croci.
Tutti i pezzi di artiglieria da campagna e da montagna erano sotto la diretta responsabilità del gen. Fabbri, mentre l'artiglieria d'assedio era sotto la responsabilità del comando divisionale per controbattere i forti e distruggere la linea di massima resistenza.
Per quanto riguarda il criterio generale di condotta dell'operazione, il gen. Fabbri lasciò una certa libertà d'iniziativa ai singoli reparti. A ciò si deve la durata dell'azione (dall'11 al 20 agosto) e la ricchezza di episodi.
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