Primi combattimenti
Maggio 1915
All'inizio delle ostilità la principale linea di difesa austriaca in zona era molto sguarnita ed
era presidiata solamente da:
- fondovalle: 157° Landstürm più la 1ª compagnia del battaglione Innsbruck II degli Standschützen
- linea Mitterberg - Hornischeck (Monte Arnese)/Eisenreich (Montagna del Ferro): il battaglione
Innsbruck I degli Standschützen su 3 compagnie più una compagnia di Landstürm e tre compagnie del
1° Kaiserjäger
- artiglieria: 3 cannoni da 120 tolti dal forte Haideck ed un cannone da montagna sull'Innergsell
(Monte Gasella di Dentro) difesi dagli Standschützen di Sillian ed una compagnia di Landstürm
- riserva: 2ª compagnia del battaglione Innsbruck II degli Standschützen
Fin dal 16 maggio, la 68ª del Pieve di Cadore (cap. Baratta, s.ten. Corniani, Cunico, Casali e Busa) si trasferisce da Padola (dove ha trascorso la maggior parte dell'inverno) al passo di Montecroce e traccia le prime linee a sud del Passo, sui costoni che fiancheggiano la strada. Il 20 maggio un plotone scava trincee sulla Cresta di Vallorera. Il 22 maggio un altro plotone sale sul Col Quaternà e ne occupa la cima, per poi essere raggiunto dal resto della compagnia, che ha lasciato le trincee del Passo al 70° (brigata Ancona). Lo stesso giorno si scorgono sui Frugnoni 3 austriaci che osservono col binocolo e prendono appunti. Viene quindi inviato sulla cresta dei Frugnoni il 2°/68ª (s.ten. Corniani) allo scopo di catturare la pattuglia austriaca. Il giorno successivo (23 maggio) gli austriaci sono effettivamente circondati e due di loro sono catturati con le armi cariche in territorio italiano! Il 24 maggio una piccola pattuglia di 4/5 uomini, oltrepassata Forcella Pala degli Orti, sale su Cima Vanscuro. Un'altra pattuglia viene spinta più ad est, verso il Cavallino, ma fa ritorno senza aver trovato tracce di militari austriaci.
Il 24 maggio tutti si aspettano il grande attacco italiano che però non si verifica, anzi sono gli austriaci che sparano con i pezzi da 120 contro la Cima dei Collesei e contro il passo di Montecroce dove gli italiani si stanno trincerando. Sparsi sulle creste gli Standschützen del battaglione Innsbruck I (2 compagnie) scavano nella neve ancora alta trincee sull'Hahnspiel e sull'Hornischeck. Il 24, 25 e 26 maggio pattuglie italiane e austriache scendono a rifornirsi di acqua allo stesso lago; si vedono, ma nessuno spara. Sempre il 26 maggio il plotone Corniani disloca una squadra di 16 alpini a compiere un'esplorazione verso il Lago di Obstanz. Ritornano tutti illesi ma alcune fonti austriache parleranno di "gravi perdite" e di quasi 100 alpini respinti.
Il 27 maggio giungono i rinforzi austriaci costituiti dai primi reparti del 59° IR ("Rainer") ed il gen. Bankowsky ordina di occupare la linea di confine: la 4ª compagnia si attesta sulle vette tra l'Eisenreich (Montagna del Ferro) e Forcella Manzon. Gli italiani reagiscono troppo tardi inviando due pattuglie ed in seguito un plotone di rinforzo (cap. Baratta) ma gli Standschützen del s.ten. Kossbacher li respingono; le pattuglie italiane sono costrette al ritiro, protette dal fuoco degli alpini sui Frugnoni.
Gli italiani iniziano a rinforzare i presidi sui Frugnoni e Cima Vanscuro, mentre il 28 maggio il ten. Stuppock elabora un piano di attacco contro le posizioni italiane (la pattuglia del cadetto Koch riesce a giungere solo vicino al presidio della vetta). Tale attacco in realtà è solo un ripiego rispetto a quanto inizialmente concepito dal gen. Bankowsky, il quale mirava ad eliminare le forze italiane nel settore, utilizzando il X/59° e la 14ª/III Landesschützen assieme a 3 battaglioni di fanti bavaresi. Tale attacco dovette essere annullato per motivi logistici (i battaglioni bavaresi erano troppo distanti, circa 100 Km dalla zona dell'azione) ma soprattutto diplomatici, in quanto i soldati tedeschi non avrebbero potuto aggredire gli italiani in mancanza di una dichiarazione di guerra ufficiale (potevano infatti solo essere schierati in assetto difensivo).