Primo attacco italiano contro il Cavallino
9-12 Luglio 1915
L'azione si può dividere in due zone distinte: testata e fianco della valle. Divide le due azioni un costone erboso che dalle ghiaie basali del Cavallino si protende verso sud, sul quale nel seguito gli austriaci protenderanno una lunga trincea, fortissima posizione difensiva in quanto in grado di battere i due valloni che scendono dalle forcelle laterali del Cavallino.
La zona tra il Cavallino e la sella Heretkofel era tenuta dagli Standschützen della Lesachtal, da reparti della gendarmeria e dalla 4ª/X/59° "Rainer". Gli italiani attaccarono su tre colonne:
- Centro: tre compagnie del 91° (brigata Basilicata) verso la parete sud del Cavallino e forcella Pala di Ciuzes;
- Sinistra: la 68ª compagnia del Pieve di Cadore (cap. Baratta, s.ten. Cunico, Busa e Casali) con una compagnia del 92° (brigata Basilicata) verso il Cavallatto (secondo fonti austriache le due colonne hanno gli obiettivi invertiti);
- Destra: la 28ª e 29ª compagnia alpini (Fenestrelle) con il V/8° bersaglieri verso Forcella Cavallino e la Pitturina.
Nella notte sul 9 luglio la 68ª scende dal Col Quaternà sotto un furioso temporale; lasciato passare il temporale e dopo aver aspettato i soldati che si sono attardati, la compagnia giunge a Casera Rigoietto (o Malga delle Manze). Ma ormai si è fatto giorno e l'effetto sorpresa è sfumato. Gli alpini puntano comunque sul tratto di cresta tra Cima Vanscuro ed il Cavallino; una pattuglia sale per un costone ma da sinistra viene bersagliata da alcuni austriaci che vengono però costretti alla fuga dall'azione aggirante di un piccolo gruppo di alpini scelti che si apposta dietro un piccolo riparo. Gli alpini continuano a salire nella nebbia ed arrivano in prossimità della cresta e si organizzano rapidamente in due colonne delle quali una punta su Forcella Pala di Ciuzes, mentre la seconda punta sulla forcella a nord-est. Ma quando sono a pochi passi dall'obiettivo una folata di neve disperde la nebbia e le colonne sono decimate dal fuoco austriaco; cade il comandante della squadra, caporal maggiore Zanetti, e l'altro (s.ten. Busa) rimane ferito. Anche i fanti rimangono bloccati da 12 "Rainer" appostati presso forcella Pala di Ciuzes.
Cala la notte e giunge l'alba del 10 luglio; solo nella notte sul 12 luglio le due compagnie (alpini della 68ª e la compagnia del 92°) ricevono l'ordine di ritirarsi dal vallone. Tra gli alpini, ben 80 mancano all'appello.
Gli altri reparti nel frattempo combattono sul fianco della Val Digon. Sono partiti alle 20 del giorno 8 luglio dal Costone Poidosso ed alle 4 raggiungono con i reparti di testa il costone che scende verso sud dalla Pitturina. Quando la compagnia di alpini che costituisce la testa della colonna giunge a 250 metri dalla cresta, distende sul costone 3 plotoni e ne distacca uno che alle 9 raggiunge la cresta. La sezione mitragliatrici si apposta per proteggere l'avanzata. L'altra compagnia di alpini invece piega a sinistra e punta su Forcella Cavallino. Gli austriaci attendono l'attacco schierati sulla cresta, in appostamenti blindati, con feritoie e scudi di piombo. Le artiglierie italiane da montagna e da campagna battono la cresta; alcune trincee vengono sconvolte, ma gli austriaci sono lesti ad abbandonarle ed a ripararle nottetempo.
Alle 2 del 10 luglio una compagnia di alpini ed un battaglione di bersaglieri (appena giunto di rincalzo) tentano un primo assalto che fallisce. Alle 18 un secondo tentativo si infrange. Nel frattempo verso il giorno 11 luglio gli austriaci ricevono rinforzi:
- metà della 1ª/X/59° IR "Rainer" (cap. Diesner) verso la Pitturina;
- un plotone della stessa compagnia verso Forcella Cavallino;
- la 10ª compagnia bavarese (cap. barone von Falkenhausen) a nord di forcella Cavallino;
- una compagnia di bosniaci verso Pala degli Orti
L'accanimento italiano contro La Pitturina induce gli austriaci a temere un attacco italiano in forze per cui vengono inviate altre due compagnie bavaresi: la 11ª (cap. barone von Godin) e la compagnia mitraglieri (ten. conte Holstein).
Nelle prime ore del 12 luglio giunge da parte italiana l'ordine di sospendere l'attacco.
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