Primi scontri
Giugno 1915
Dopo una breve pausa, il 13 giugno riprende l'attacco italiano contro Son Pauses; questa
volta l'attacco doveva essere appoggiato in zona Tofane dalla
Reggio, che doveva prendere Forcella Col dei Bos,
e poi, passando per la Val Travenanzes, giungere fino a Progoite.
Alle ore 8 gli italiani tentarono un attacco improvviso contro il presidio austriaco di
Forcella Fontananegra. Un'ora dopo si scatenò l'attacco contro Forcella Col dei Bos e
simultaneamente un altro attacco dimostrativo contro Forcella Travenanzes.
Il III/45° (magg. Ottina) ed una squadra (un plotone secondo il Mariotti) di alpini della 266ª
del Val Cordevole tentarono di avanzare in
pieno giorno e senza supporto di artiglieria; inoltre un drappello tentò di raggiungere la Forcella
del Castelletto passando per il ripido canalone che divide il Castelletto stesso dalla Tofana di
Rozes. L'attacco fallì completamente ed i fanti della
Reggio, che pure avevano raggiunto la
Forcella Col dei Bos furono costretti a retrocedere con gravi perdite.
Analoga sorte toccò all'attacco italiano del 14 giugno; il presidio austriaco era costituito
da un plotone di Landesschützen (s.ten.
Klapeer) e dalla 3ª/II Reserve-Jäger
bavarese.
Per il giorno 15 giugno il Corpo d'Armata ordina tre ricognizioni (che si muteranno
eventualmente in arditi colpi di mano) contro il Sasso di Stria, la Stretta di Valparola ed il Col
dei Bos: contro gli ultimi due si lanciano inutilmente il II/46° ed il I/45° (magg. Fara Forni).
Contro la stretta di Valparola si infrangono gli attacchi dei fanti che trovano il reticolato
intatto. Tale reticolato lascia però libero un tratto di terreno ghiaioso proprio al di sotto
delle strapiombanti pareti del Lagazuoi: in questo tratto prova il giorno 16 giugno ad
infilarsi il t.col. Campolieti
con alcuni fanti, ma nella notte gli austriaci hanno completato la stesura dei reticolati e
l'attacco fallisce.
Dalla parte di Forcella Col dei Bos con il favore della nebbia, gli italiani tentarono di incunearsi nell'ala sinistra austriaca, sotto le rupi del Castelletto, ma vennero respinti dal s.ten. Schöffthaler degli Standschützen di Silz, che riuscirono anche a catturare un capitano italiano.
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