Attacchi austriaci
Ottobre 1915-Febbraio 1916
Si concentrarono soprattutto contro Punta Berrino e Cengia Martini.
Nelle rimanenti posizioni si offrirono minori occasioni di imprese belliche; si segnala un'energica
puntata dell'alfiere dei kaiserjäger Mikosch che con 7 uomini, che l'1 marzo strisciò nella
neve fino alle linee italiane di Forcella Bos per lanciare bombe a mano nei ricoveri italiani.
A Fontananegra le giornate scorrevano monotone in quanto non ci si poteva muovere per non divenire
bersagli. Il 5 gennaio l'alfiere Kern muore nel tentativo di collocare una mina con innesco
di fronte alle posizioni austriache.
Durante l'inverno i compiti più gravosi toccarono senz'altro ai reparti di portatori (che erano
presenti al fronte in proporzione di 1 portatore ogni 2 soldati).
"Giuochi, licenze, visite dalle vicine posizioni costituivano altri auspicati diversivi contro
la monotonia dei mesi invernali. Ospiti particolarmente bene accolti erano, nella Val Travenanzes,
i cappellani militari dott. Schöch e Treitner dello Standschützenbataillon Bregenz [...]
Per Natale fu dappertutto allestito l'albero [...]
Il Capodanno del 1916 fu festeggiato dai soldati della Val Travenanzes in un modo tutto
particolare: facendo cioè rintronare dovunque spari a salve, innalzando sopra le rupi in ampie
volute razzi multicolori e trasformando, quasi per virtù magica, le distese di neve in un paesaggio
da fiaba. Contemporaneamente un artigliere faceva echeggiare dal Monte Castello, per mezzo di un
corno, i patetici motivi "Morgenrot" (O fulgida aurora) e "Steh ich in finsterer Mitternach" (Mi
trovo immerso nella notte più profonda).
Natura e paesaggio erano, si può dire, ancor più magnifici d'inverno che d'estate."
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