Nazione Cappello Sinesio

Grado Sottotenente

Mostrina  8ª / 1° Regg. Genio Zappatori

Ritratto

Nato il 21 luglio 1884 a Rovigo

Morto sul Col di Lana il 5 agosto 1915

Decorazioni

Decorazione Medaglia d'Argento

Diresse con perizia i lavori di afforzamento di una posizione conquistata, e, venuti a mancare per effetto di un contrattacco nemico molti ufficiali comandanti di plotoni, assumeva spontaneamente il comando di uno di tali reparti, mantenendolo saldo sotto il violento fuoco avversario, finchè veniva colpito a morte.
Col di Lana, 5 agosto 1915

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Prima della guerra

Sinesio nasce a Rovigo il 21 luglio del 1884 da Antonietta Giandoso, moglie del nobile patrizio veneto Canziano Cappello. Compiuti gli studi al politecnico di Milano, nel 1908 Sinesio si laurea in ingegneria industriale elettrotecnica e l'anno successivo, partecipando ad un concorso, vince il premio "Achille Cavallini" istituito dall'Ateneo milanese grazie ad un lascito dell'illustre accademico. Presta quindi il servizio di leva frequentando il corso allievi ufficiali presso Scuola Militare di Torino da dove esce, col grado di sottotenente di complemento, per essere destinato al 1° Reggimento Genio nella caserma Umberto I di Pavia. Congedato, riprende gli studi universitari ed a Padova, nel 1910, si laurea anche in ingegneria civile. Stabilitosi a Rovigo, insegna topografia all'Istituto Tecnico "De Amicis" esercitando contemporaneamente la libera professione dedicandosi, in particolare, allo studio della navigazione interna ed allo sviluppo industriale di quella provincia.

La Grande Guerra

Dopo la dichiarazione di guerra, all'età di trentun anni, viene richiamato alle armi ed inviato nell'alta Valle del Cordevole dove, in zona Col di Lana, gli viene affidata la progettazione e la direzione di importanti lavori di rafforzamento delle linee difensive.
Nei primi giorni di agosto del 1915, dopo ripetuti attacchi e tentativi di colpi di mano, infruttuosamente compiuti contro le trincee austriache da parte della brigata Alpi, i fanti della Calabria muovono verso l'Infanteriestellung, il cosiddetto Panettone, che viene in fine raggiunto ed occupato. La posizione è alquanto esposta ai tiri d'artiglieria e gli occupanti sono fatti segno, inoltre, del fuoco incrociato delle mitragliatrici. Il sottotenente Cappello è in quei momenti al comando di una compagnia del Genio che sta lavorando nelle retrostanti trincee e vede scorrere la triste processione dei feriti e dei morti riportati a valle. Le perdite sono notevolissime e con i fanti sono caduti quasi tutti i loro comandanti. All'alba del 5 agosto, sostituendo uno di quegli ufficiali alla guida di un reparto d'assalto, anche il sottotenente Cappello muore eroicamente.
Comunicando la scomparsa alla famiglia, il suo comandante scriverà: "Egli è stato un Eroe; nessun'altra frase può classificarlo. [...] Era la notte dal 4 al 5 agosto, e dalla sera innanzi la fanteria combatteva con tenacia nelle posizioni avanzate, mentre verso le due del mattino, nella linea combattuta, i nostri ufficiali eran tutti caduti da prodi, e le truppe, rimaste senza di essi, venivano fatte bersaglio dal piombo nemico. [...] Ei neppure pensò che si potesse esimere da un compito eroico, ma con calma provvide con rapidi ordini alla sicurezza dei suoi soldati e, sottrattosi alle preghiere dei suoi uomini, timorosi per lui, salutandoli abbandonò le sicure trincee. Raccolse nel suo cammino un fucile e scomparve solo nella notte, semplice e grande, verso il posto che non sarebbe stato il suo, ma dove egli sapeva che si andava a morire".
Gli sarà per questo attribuita una medaglia d'argento al valore la cui motivazione riassume, seppur con scarne parole, la sua eroica sollecitudine.
La città natale gli dedicherà, tempo dopo, il nome di una via in località Sant'Apollinare.