Celli Emanuele
Tenente Medico
7° Alpini, battaglione Pieve di Cadore
Nato il 2 novembre 1891 a Cremona
Morto il 30 ottobre 1918 a Lutrano (TV)
Note biografiche (Archivio Andrea Celli)
Emanuele nasce a Cremona il 2 novembre del 1891 da Felice Celli ed Elena Rossi.
Chiamato alle armi per la mobilitazione (dopo la prima chiamata nel 1911 e la concessione del
ritardo),
nel giugno 1915 è aspirante nella 4ª Compagnia di Sanità. Nel frattempo, negli anni precedenti la guerra,
Emanuele si reca molto spesso in Comelico a compiere parecchie escursioni sulle Dolomiti, aprendo numerose
vie che, per quanto oggi siano considerate relativamente "semplici", all'epoca erano pur sempre delle "prime" ascensioni.
Tra queste vale la pena ricordare Cima Bagni il 23 luglio 1912, il 15 agosto 1913 la Croda di Ligonto, sempre
nel 1913 la Croda da Campo, la Croda Rossa di Popera, la Gusela del Lago, la Croda di Ligonto; così
ricorda lo stesso Celli l'episodio: "Eravamo in tre sul piccolo calesse che nel
buio ci trasportava fin sotto le ultime case
della incantevole Auronzo: Antonio Berti, un
caro amico medico e membro anch'egli del
C.A.A.I. (Club Alpino Accademico Italiano), ed io; poche cose da mangiare, nessun
bastone, trenta metri di corda".
Di tali escursioni, Emanuele teneva traccia nella Rivista Mensile del CAI, ed in un volume di versi intitolato
"Alto Cadore". Trova anche il tempo per iscriversi alla Facoltà di Medicina dell'Università di Parma (da cui
l'assegnazione alla Sanità Militare) per conto della quale pubblica anche tre articoli sul Bollettino della
Società Medica di Parma. Ad ottobre del 1915 passa al
122° Reggimento di Fanteria, per poi passare nel maggio 1916 all'8° Bersaglieri. Il 15
maggio 1916, dopo un permesso per ottenere la laurea, è sottotenente medico di complemento presso il battaglione alpini Pieve di
Cadore. Tra l'altro, anche altri due suoi fratelli Egidio e Carlo, sono impegnati con
gli Alpini su diversi fronti.
Il 13 ottobre dello stesso anno presta giuramento di fedeltà in un luogo "sacro" per gli
alpini, forcella Fontananegra, dove il 20 agosto del 1915 era caduto il gen. Cantore.
Con gli alpini mette a frutto la sua grande passione di scalatore e partecipa alla
conquista della Nemesis, impresa portata a termine assieme a
Gino Carugati.
Nel frattempo il suo spirito goliardico si trasferisce nella partecipazione ad un giornale satirico
di trince intitolato "La voce del Piave". Si legge in una pubblicazione dell'ISTRIT:
"Ogni numero de «La voce del Piave» conteneva rubriche umoristiche,
con protagonisti di strampalate vicende gli immaginari soldati Pippo Buffa
e Tecoppa. Veniva anche pubblicato il «Diario di Gina», un «tocco de tosa»
costantemente oggetto delle attenzioni dei soldati. Estensore delle rubriche
«Tecoppa richiamato» e «Il diario di Gina» era il tenente medico del 2°
Reggimento Cavalleggeri «Foggia», Emanuele Celli, ventisettenne, cremonese.
Dopo aver combattuto sul Carso, nel Trentino e sul Piave, nell'ottobre
1918 era stato proposto per un servizio al Comando supremo, rispondendo
però «che voleva prima battersi e veder libero il Friuli». Celli, il 30 ottobre,
alla testa di un gruppo di squadroni, nei pressi di Lutrano veniva colpito in
pieno petto da una raffica di mitragliatrice, spirando sul terreno dopo
pochi minuti. Lo avevano sepolto nel cimitero di Lancenigo."
E' inoltre Medaglia d'Oro con Palma della Croce Rossa Italiana.
Al suo nome è dedicata la Sezione UNUCI di Cremona.
Emanuele Celli
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Nato il 2 novembre 1891 a Cremona
Morto il 30 ottobre 1918 a Lutrano (TV)
Note biografiche (Archivio Andrea Celli)
Emanuele nasce a Cremona il 2 novembre del 1891 da Felice Celli ed Elena Rossi.
Chiamato alle armi per la mobilitazione (dopo la prima chiamata nel 1911 e la concessione del
ritardo),
nel giugno 1915 è aspirante nella 4ª Compagnia di Sanità. Nel frattempo, negli anni precedenti la guerra,
Emanuele si reca molto spesso in Comelico a compiere parecchie escursioni sulle Dolomiti, aprendo numerose
vie che, per quanto oggi siano considerate relativamente "semplici", all'epoca erano pur sempre delle "prime" ascensioni.
Tra queste vale la pena ricordare Cima Bagni il 23 luglio 1912, il 15 agosto 1913 la Croda di Ligonto, sempre
nel 1913 la Croda da Campo, la Croda Rossa di Popera, la Gusela del Lago, la Croda di Ligonto; così
ricorda lo stesso Celli l'episodio: "Eravamo in tre sul piccolo calesse che nel
buio ci trasportava fin sotto le ultime case
della incantevole Auronzo: Antonio Berti, un
caro amico medico e membro anch'egli del
C.A.A.I. (Club Alpino Accademico Italiano), ed io; poche cose da mangiare, nessun
bastone, trenta metri di corda".
Di tali escursioni, Emanuele teneva traccia nella Rivista Mensile del CAI, ed in un volume di versi intitolato
"Alto Cadore". Trova anche il tempo per iscriversi alla Facoltà di Medicina dell'Università di Parma (da cui
l'assegnazione alla Sanità Militare) per conto della quale pubblica anche tre articoli sul Bollettino della
Società Medica di Parma. Ad ottobre del 1915 passa al
122° Reggimento di Fanteria, per poi passare nel maggio 1916 all'8° Bersaglieri. Il 15
maggio 1916, dopo un permesso per ottenere la laurea, è sottotenente medico di complemento presso il battaglione alpini Pieve di
Cadore. Tra l'altro, anche altri due suoi fratelli Egidio e Carlo, sono impegnati con
gli Alpini su diversi fronti.
Il 13 ottobre dello stesso anno presta giuramento di fedeltà in un luogo "sacro" per gli
alpini, forcella Fontananegra, dove il 20 agosto del 1915 era caduto il gen. Cantore.
Con gli alpini mette a frutto la sua grande passione di scalatore e partecipa alla
conquista della Nemesis, impresa portata a termine assieme a
Gino Carugati.
Nel frattempo il suo spirito goliardico si trasferisce nella partecipazione ad un giornale satirico
di trince intitolato "La voce del Piave". Si legge in una pubblicazione dell'ISTRIT:
"Ogni numero de «La voce del Piave» conteneva rubriche umoristiche,
con protagonisti di strampalate vicende gli immaginari soldati Pippo Buffa
e Tecoppa. Veniva anche pubblicato il «Diario di Gina», un «tocco de tosa»
costantemente oggetto delle attenzioni dei soldati. Estensore delle rubriche
«Tecoppa richiamato» e «Il diario di Gina» era il tenente medico del 2°
Reggimento Cavalleggeri «Foggia», Emanuele Celli, ventisettenne, cremonese.
Dopo aver combattuto sul Carso, nel Trentino e sul Piave, nell'ottobre
1918 era stato proposto per un servizio al Comando supremo, rispondendo
però «che voleva prima battersi e veder libero il Friuli». Celli, il 30 ottobre,
alla testa di un gruppo di squadroni, nei pressi di Lutrano veniva colpito in
pieno petto da una raffica di mitragliatrice, spirando sul terreno dopo
pochi minuti. Lo avevano sepolto nel cimitero di Lancenigo."
E' inoltre Medaglia d'Oro con Palma della Croce Rossa Italiana.
Al suo nome è dedicata la Sezione UNUCI di Cremona.