De Martin Topranin Teodosio
Caporale
7° Alpini, 96ª cp. battaglione Pieve di Cadore
Nato il 16 aprile 1889 a Padola (BL)
Morto il 5 febbraio 1982 a Padola (BL)
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Teodosio De Martin Topranin nasce a Padola il 16 aprile del 1889 in un paesino ai confini con
l’Austria. A Padola non si parla tedesco, ma neppure l’italiano è molto usato. La gente preferisce
esprimersi in dialetto, o meglio, nella lingua ladina della Val Comelico. Come molte altre famiglie
del luogo, anche la sua porta il doppio cognome per distinguersi dagli altri ceppi omonimi che
abitano la valle. Il nome invece, Teodosio, assomiglia a quello di suo padre Teodoro ed in effetti
ha lo stesso significato: “Dono di Dio”. In paese però, a cominciare da sua madre, fin da bambino
tutti lo chiamano Parfètu, cioè “perfetto”. Per sua “mare”, Maria Regina Ribul, quel figlio
evidentemente non ha difetti! Strana e complessa la storia dei suoi nomi, cognomi e soprannomi!
Topranin sembra derivare dal nome germanico medievale Ottoprando, ed il cognome materno, Ribul,
sembra risalire addirittura all’epoca romana. Teodosio (Parfètu) non può che essere fiero delle
proprie origini e altrettanto orgoglioso delle tradizioni della sua terra. Frequenta con buon
profitto le scuole dell’obbligo, ma non tralascia per questo di dare una mano in famiglia, nel
lavoro dei campi e nel governo del bestiame. Ha appena compiuto vent’anni quando lo chiamano a
Belluno alla visita di leva da dove ritorna orgoglioso di essere stato assegnato al Corpo degli
Alpini; sarebbe stato disonorevole, per un cadorino come lui, dover fare il soldato senza la penna
sul cappello! Passano sette mesi ed il 17 novembre del 1909 Parfètu è inquadrato nel battaglione
Pieve di Cadore come alpino di prima categoria. C’era da aspettarselo, visto che supera il metro e
settanta, e di coscritti alti come lui non ce ne sono in giro tanti altri! Durante la leva diventa
caporale e dopo un anno di ferma torna a casa con la dichiarazione di “aver tenuto buona condotta e
aver servito con fedeltà ed onore”.
Nel 1911 lo richiamano in servizio per un periodo di istruzione e al comando del capitano
Olivo Sala, parte per l’addestramento in roccia. Il Pelmo ed il
Civetta diventano la palestra dove, assieme ad altri compagni come De Toni, Da Rin e il tenente
Galassi, Parfètu impara ad arrampicare. Il corso dura qualche mese e alla fine di settembre
Teodosio De Martin Topranin riceve l’attestato di Guida Alpina.
Nel maggio del 1915 Parfètu ritorna ad indossare la divisa, ma le marce e l’addestramento che si
svolgono dalle parti di Santo Stefano, Candide, San Nicolò e Costalta, gli danno l’impressione di
fare il militare proprio sulla soglia di casa. Il battaglione viene però, subito dopo, mandato a
scavare trincee sul Monte Piana, giusto in faccia agli austriaci, ed è lì che una domenica, il
23 maggio, alle prime ore del mattino, giunge la notizia della mobilitazione generale: è la guerra!
Le quattro compagnie del suo battaglione: la 67ª, la 68ª, la 75ª e la 96ª, sono subito impegnate al
fronte e Parfètu viene scelto per fare il portaordini per conto del Comando. Il compito all’inizio
gli sembra fin troppo facile, quasi avvilente per un provetto alpinista come lui, ma ben presto si
accorge a sue spese di quanto faticosa e pericolosa sia quella mansione! Lui conosce il territorio
a menadito, si sa orientare benissimo su quelle montagne, ha imparato anche a leggere le carte e il
fiato per correre non gli manca, ma per schivare i colpi degli austriaci che fanno il tiro a segno,
non può far altro che affidarsi alla sua buona sorte! E così Parfètu corre: da Misurina al Monte
Piana, dal Tre Croci al Cristallo, da Val Rimbianco alla forcella Passaporto, l’Oberbacher Pass,
sotto la pioggia, in mezzo alla neve che diventa sempre più alta, di giorno e di notte, immerso
nella benedetta nebbia che lo nasconde alla vista dei maledetti cecchini, salta da un sasso
all’altro, si ripara per un momento e poi via, ancora di corsa. Va da una Compagnia all’altra
consegnando gli ordini di battaglia e soffre quando incrocia i muli della Croce Rossa carichi di
feriti, ma la maggior pena la prova quando deve portare al Comando l’elenco dei compagni caduti.
Parfètu è stimato da tutti per la sua cordialità e bontà d’animo e quando gli capita di scortare
qualche prigioniero, anche allora si comporta in modo benevolo e cerca perfino di consolarlo.
Potrebbe capitare a lui stesso, un giorno o l’altro, di cadere in mano agli austriaci e spera di
essere ricambiato con altrettanta comprensione.
Passato in forza alla 96ª compagnia, il caporale De Martin partecipa ai combattimenti sul Monte
Piana per trasferirsi, nel maggio del 1916, in Val Costeana a presidiare gli avamposti di forcella
Fontana Negra e punta Marietta. La 96ª è stata aggregata al battaglione Monte Antelao e con la
150ª, il 9 luglio parte all’assalto delle postazioni austriache del Masarè dove gli Alpini
catturano 190 prigionieri.
Nel luglio del 1917 tutto il battaglione viene inviato a Nimis, nei pressi di Udine, e dopo un mese
di addestramento raggiunge Doblar, sulle rive dell’Isonzo. Dal 18 al 26 agosto partecipa alla
battaglia della Bainsizza e rientrato da quello scontro cruento, dopo la rotta di Caporetto,
raggiunge Pod Sabotino e quindi le trincee del San Gabriele. Il Battaglione viene quindi inviato ad
Ala di Verona da dove, il 3 ottobre, raggiunge Cima Salvata al Passo del Tonale per recarsi poi a
Dosso Alto in Val Lagarina. Nell’aprile del 1918 la 96ª Compagnia è al Monte Altissimo e ad ottobre
prende posizione sui Solaroli, alle pendici del Monte Grappa, dove partecipa alle ultime, aspre
battaglie che conducono alla vittoria finale.
Parfètu ritorna allora all’ombra del Popera ed a Padola riprende la sua vita tra i campi, i boschi
ed i pascoli, ricostruendo un po’ alla volta quello che la guerra ha rovinato. Il 28 febbraio il
Comandante della IV Armata gli concede la croce al merito di guerra.
A cinquant’anni suonati non partecipa direttamente al secondo conflitto mondiale ma contribuisce
in più di un’occasione a difendere il suo paese dalle rappresaglie dei tedeschi in ritirata, e
continua a difenderlo anche in seguito da altre insidie impegnandosi come volontario nel Corpo dei
Vigili del Fuoco.
Circondato dall’affetto e dalla stima dei suoi compaesani, Teodosio De Martin Topranin “Parfètu” si
spegne serenamente il 5 febbraio del 1982, ormai vicino alla bella età di 93 anni.
© frontedolomitico.it Tutti i diritti riservati. | Design ispirato da: HTML5 UP
Nato il 16 aprile 1889 a Padola (BL)
Morto il 5 febbraio 1982 a Padola (BL)
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Teodosio De Martin Topranin nasce a Padola il 16 aprile del 1889 in un paesino ai confini con
l’Austria. A Padola non si parla tedesco, ma neppure l’italiano è molto usato. La gente preferisce
esprimersi in dialetto, o meglio, nella lingua ladina della Val Comelico. Come molte altre famiglie
del luogo, anche la sua porta il doppio cognome per distinguersi dagli altri ceppi omonimi che
abitano la valle. Il nome invece, Teodosio, assomiglia a quello di suo padre Teodoro ed in effetti
ha lo stesso significato: “Dono di Dio”. In paese però, a cominciare da sua madre, fin da bambino
tutti lo chiamano Parfètu, cioè “perfetto”. Per sua “mare”, Maria Regina Ribul, quel figlio
evidentemente non ha difetti! Strana e complessa la storia dei suoi nomi, cognomi e soprannomi!
Topranin sembra derivare dal nome germanico medievale Ottoprando, ed il cognome materno, Ribul,
sembra risalire addirittura all’epoca romana. Teodosio (Parfètu) non può che essere fiero delle
proprie origini e altrettanto orgoglioso delle tradizioni della sua terra. Frequenta con buon
profitto le scuole dell’obbligo, ma non tralascia per questo di dare una mano in famiglia, nel
lavoro dei campi e nel governo del bestiame. Ha appena compiuto vent’anni quando lo chiamano a
Belluno alla visita di leva da dove ritorna orgoglioso di essere stato assegnato al Corpo degli
Alpini; sarebbe stato disonorevole, per un cadorino come lui, dover fare il soldato senza la penna
sul cappello! Passano sette mesi ed il 17 novembre del 1909 Parfètu è inquadrato nel battaglione
Pieve di Cadore come alpino di prima categoria. C’era da aspettarselo, visto che supera il metro e
settanta, e di coscritti alti come lui non ce ne sono in giro tanti altri! Durante la leva diventa
caporale e dopo un anno di ferma torna a casa con la dichiarazione di “aver tenuto buona condotta e
aver servito con fedeltà ed onore”.
Nel 1911 lo richiamano in servizio per un periodo di istruzione e al comando del capitano
Olivo Sala, parte per l’addestramento in roccia. Il Pelmo ed il
Civetta diventano la palestra dove, assieme ad altri compagni come De Toni, Da Rin e il tenente
Galassi, Parfètu impara ad arrampicare. Il corso dura qualche mese e alla fine di settembre
Teodosio De Martin Topranin riceve l’attestato di Guida Alpina.
Nel maggio del 1915 Parfètu ritorna ad indossare la divisa, ma le marce e l’addestramento che si
svolgono dalle parti di Santo Stefano, Candide, San Nicolò e Costalta, gli danno l’impressione di
fare il militare proprio sulla soglia di casa. Il battaglione viene però, subito dopo, mandato a
scavare trincee sul Monte Piana, giusto in faccia agli austriaci, ed è lì che una domenica, il
23 maggio, alle prime ore del mattino, giunge la notizia della mobilitazione generale: è la guerra!
Le quattro compagnie del suo battaglione: la 67ª, la 68ª, la 75ª e la 96ª, sono subito impegnate al
fronte e Parfètu viene scelto per fare il portaordini per conto del Comando. Il compito all’inizio
gli sembra fin troppo facile, quasi avvilente per un provetto alpinista come lui, ma ben presto si
accorge a sue spese di quanto faticosa e pericolosa sia quella mansione! Lui conosce il territorio
a menadito, si sa orientare benissimo su quelle montagne, ha imparato anche a leggere le carte e il
fiato per correre non gli manca, ma per schivare i colpi degli austriaci che fanno il tiro a segno,
non può far altro che affidarsi alla sua buona sorte! E così Parfètu corre: da Misurina al Monte
Piana, dal Tre Croci al Cristallo, da Val Rimbianco alla forcella Passaporto, l’Oberbacher Pass,
sotto la pioggia, in mezzo alla neve che diventa sempre più alta, di giorno e di notte, immerso
nella benedetta nebbia che lo nasconde alla vista dei maledetti cecchini, salta da un sasso
all’altro, si ripara per un momento e poi via, ancora di corsa. Va da una Compagnia all’altra
consegnando gli ordini di battaglia e soffre quando incrocia i muli della Croce Rossa carichi di
feriti, ma la maggior pena la prova quando deve portare al Comando l’elenco dei compagni caduti.
Parfètu è stimato da tutti per la sua cordialità e bontà d’animo e quando gli capita di scortare
qualche prigioniero, anche allora si comporta in modo benevolo e cerca perfino di consolarlo.
Potrebbe capitare a lui stesso, un giorno o l’altro, di cadere in mano agli austriaci e spera di
essere ricambiato con altrettanta comprensione.
Passato in forza alla 96ª compagnia, il caporale De Martin partecipa ai combattimenti sul Monte
Piana per trasferirsi, nel maggio del 1916, in Val Costeana a presidiare gli avamposti di forcella
Fontana Negra e punta Marietta. La 96ª è stata aggregata al battaglione Monte Antelao e con la
150ª, il 9 luglio parte all’assalto delle postazioni austriache del Masarè dove gli Alpini
catturano 190 prigionieri.
Nel luglio del 1917 tutto il battaglione viene inviato a Nimis, nei pressi di Udine, e dopo un mese
di addestramento raggiunge Doblar, sulle rive dell’Isonzo. Dal 18 al 26 agosto partecipa alla
battaglia della Bainsizza e rientrato da quello scontro cruento, dopo la rotta di Caporetto,
raggiunge Pod Sabotino e quindi le trincee del San Gabriele. Il Battaglione viene quindi inviato ad
Ala di Verona da dove, il 3 ottobre, raggiunge Cima Salvata al Passo del Tonale per recarsi poi a
Dosso Alto in Val Lagarina. Nell’aprile del 1918 la 96ª Compagnia è al Monte Altissimo e ad ottobre
prende posizione sui Solaroli, alle pendici del Monte Grappa, dove partecipa alle ultime, aspre
battaglie che conducono alla vittoria finale.
Parfètu ritorna allora all’ombra del Popera ed a Padola riprende la sua vita tra i campi, i boschi
ed i pascoli, ricostruendo un po’ alla volta quello che la guerra ha rovinato. Il 28 febbraio il
Comandante della IV Armata gli concede la croce al merito di guerra.
A cinquant’anni suonati non partecipa direttamente al secondo conflitto mondiale ma contribuisce
in più di un’occasione a difendere il suo paese dalle rappresaglie dei tedeschi in ritirata, e
continua a difenderlo anche in seguito da altre insidie impegnandosi come volontario nel Corpo dei
Vigili del Fuoco.
Circondato dall’affetto e dalla stima dei suoi compaesani, Teodosio De Martin Topranin “Parfètu” si
spegne serenamente il 5 febbraio del 1982, ormai vicino alla bella età di 93 anni.