Fava Mario
Sottotenente di complemento
82° Brigata Torino
Nato il 25 novembre 1894 a Novara
Morto l'1 novembre 1916 sulla quota 144 di Doberdò
Note biografiche (Archivio Danilo Morell)
Mario nasce a Novara il 25 novembre 1894 da Domenico e Linda Gallarini.
All’età di soli 2 anni perde la madre e sarà il padre Domenico a prendersi cura di lui.
Studia ragioneria fino al conseguimento del diploma e con l’approssimarsi dello scoppio della
grande guerra viene chiamato nell’esercito.
Viene nominato sottotenente nel mese di agosto 1915 ed assegnato al 16° Battaglione di Milizia
Territoriale.
Nell’ottobre 1915 viene destinato, quale Sottotenente di complemento, all’82° Reggimento Fanteria
Brigata Torino e raggiunge il fronte del Col di Lana.
Promosso Tenente viene trasferito, il 26 ottobre 1916, alla 6a compagnia del 145° Reggimento
Fanteria Brigata Catania e raggiunge il fronte del Carso.
La brigata Catania, nel periodo ottobre/novembre, si trova nella zona di Doberdò e più precisamente
schierata in prossimità della quota 144.
Per più volte i fanti della “Catania” si lanciano all’assalto per la conquista della quota.
Gli assalti sono sanguinosissimi e al 1° di novembre 1916 tocca alla 6ª compagnia del 145°.
In questa azione Mario viene colpito in pieno da una granata.
Fu sepolto nel cimitero militare del Lago di Pietra Rossa, oggi riposa al Sacrario Militare di
Oslavia, tomba n. 374.
Alla sua memoria fu concessa la medaglia d’argento al valor militare con questa motivazione:
“Assolveva il compito di colmare con pochi uomini una lacuna formatasi sulla linea d’attacco,
tenendo fermo con eroismo senza pari sulla posizione. Sopraggiunte altre truppe, si offriva
volontariamente a guidarle attraverso una zona intensamente battuta dall’artiglieria e, mentre le
trascinava col proprio esempio, incontrava morte gloriosa. Quota 144 (Doberdò), 1 novembre
1916”.
Il padre Domenico perse tutto, la moglie prima e il figlio poi.
Forse per questo fu spinto a far commissionare la realizzazione di una statua a grandezza naturale
del figlio che riportasse in un medaglione alla base anche il volto della moglie ed il suo.
Statua che ancor oggi si può ammirare davanti alla tomba della famiglia Fava nel cimitero comunale
di Novara.
Il monumento a Mario Fava nel cimitero di Novara (Foto D. Morell)
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Nato il 25 novembre 1894 a Novara
Morto l'1 novembre 1916 sulla quota 144 di Doberdò
Note biografiche (Archivio Danilo Morell)
Mario nasce a Novara il 25 novembre 1894 da Domenico e Linda Gallarini.
All’età di soli 2 anni perde la madre e sarà il padre Domenico a prendersi cura di lui.
Studia ragioneria fino al conseguimento del diploma e con l’approssimarsi dello scoppio della
grande guerra viene chiamato nell’esercito.
Viene nominato sottotenente nel mese di agosto 1915 ed assegnato al 16° Battaglione di Milizia
Territoriale.
Nell’ottobre 1915 viene destinato, quale Sottotenente di complemento, all’82° Reggimento Fanteria
Brigata Torino e raggiunge il fronte del Col di Lana.
Promosso Tenente viene trasferito, il 26 ottobre 1916, alla 6a compagnia del 145° Reggimento
Fanteria Brigata Catania e raggiunge il fronte del Carso.
La brigata Catania, nel periodo ottobre/novembre, si trova nella zona di Doberdò e più precisamente
schierata in prossimità della quota 144.
Per più volte i fanti della “Catania” si lanciano all’assalto per la conquista della quota.
Gli assalti sono sanguinosissimi e al 1° di novembre 1916 tocca alla 6ª compagnia del 145°.
In questa azione Mario viene colpito in pieno da una granata.
Fu sepolto nel cimitero militare del Lago di Pietra Rossa, oggi riposa al Sacrario Militare di
Oslavia, tomba n. 374.
Alla sua memoria fu concessa la medaglia d’argento al valor militare con questa motivazione:
“Assolveva il compito di colmare con pochi uomini una lacuna formatasi sulla linea d’attacco,
tenendo fermo con eroismo senza pari sulla posizione. Sopraggiunte altre truppe, si offriva
volontariamente a guidarle attraverso una zona intensamente battuta dall’artiglieria e, mentre le
trascinava col proprio esempio, incontrava morte gloriosa. Quota 144 (Doberdò), 1 novembre
1916”.
Il padre Domenico perse tutto, la moglie prima e il figlio poi.
Forse per questo fu spinto a far commissionare la realizzazione di una statua a grandezza naturale
del figlio che riportasse in un medaglione alla base anche il volto della moglie ed il suo.
Statua che ancor oggi si può ammirare davanti alla tomba della famiglia Fava nel cimitero comunale
di Novara.
Il monumento a Mario Fava nel cimitero di Novara (Foto D. Morell)