Gorret Joseph Cèlestin
Sottotenente
7° Alpini, battaglione Belluno
Nato l'8 ottobre 1893 a Valtournanche (AO)
Morto il 16 dicembre 1915 su Cima Lana
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Comandante di plotone, in difficili condizioni di manovra, si slanciava con valore all'assalto
delle trincee nemiche cadendo colpito a morte sotto il vivo fuoco avversario.
Cima Lana, 16 dicembre 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Figlio del Sindaco Umberto Giovanni Battista Gorret e di Maria Carolina Perron, Joseph nasce a
Valtournanche, allora in provincia di Torino, l’8 ottobre del 1893. Prossimo ai ventun’anni, nel
luglio del 1914, consegue la licenza liceale al Regio Istituto “Vittorio Emanuele” di Aosta ed il 4
novembre si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza. Sette mesi più tardi è chiamato alle armi per
mobilitazione, assegnato all’8° reggimento di Fanteria, ed è quindi inviato alla Scuola Militare di
Modena a frequentare un breve corso per allievi ufficiali. Lì ha modo di incontrare altri giovani
come lui, tra i quali Aldo Ventani ed
Alberto Polin coi quali, il 13 dicembre del 1915, raggiunge
nell’Alto Cordevole il comando del battaglione alpini Belluno
al quale i tre giovani ufficiali sono stati assegnati.
Gorret e Polin vengono aggregati alla 79ª
compagnia che, agli ordini del capitano Tito Brida, si sta predisponendo per tentare un ennesimo,
disperato assalto alla cima del Col di Lana. Neppure il tempo di ambientarsi, né di fare un
po’ meglio la conoscenza con gli uomini della sua squadra, che il sottotenente Gorret viene chiamato
subito all’azione. Alle tre di notte del 16 dicembre, appena tre giorni dopo il suo arrivo, Joseph
conduce il 4° plotone verso Cima Lana dove si ricongiunge col resto della 79ª compagnia, con altri
reparti della 77ª e la 6ª sezione mitragliatrici. Con l’ordine di avanzare decisamente, verso le
quattro e mezza di mattina le prime squadre si lanciano in un attacco frontale contro le trincee
dei Kaiserjäger. "I reparti sono impegnati senza probabilità di successo – si legge nel diario
del battaglione Belluno - con molte perdite; si mandano a rincalzo le riserve; queste, malgrado
tutte le prove di audacia e valore non migliorano la situazione arrestate, oltre che dal nemico,
dalla tormenta."
Al battaglione Belluno quell’insensato assalto ordinato dagli “Alti Comandi” costa alla fine la
perdita di 12 alpini, 1 disperso e 63 feriti. Muore anche un giovane ufficiale, il ventiduenne
sottotenente Gorret al quale (magra consolazione per i suoi cari) verrà attribuita una medaglia
d’argento al valore.
Zona di guerra, 31 dicembre 1915
7° Reggimento Alpini
79ª Compagnia
Ill. Signor Gorret Umberto,
In risposta pregiatissima Sua del 24 corrente mese mi accingo a darle tutti i particolari sulla
morte gloriosa del povero figlio Suo Giuseppe, particolari che realmente avevo in mente di inviarLe
come mio dovere, e che Le avrei anche inviati prima se circostanze dipendenti da cause di forza
maggiore non me lo avessero impedito. Sento io non pertanto il dovere di chiederLe scusa
dell’involontario ritardo.
Il figlio Suo arrivò alla mia Compagnia, proveniente da Belluno, il giorno 14 sera e venne
destinato al comando del 4° plotone.
La Compagnia partì in avamposti il giorno 15 per prepararsi ad un’azione d’attacco per il 16
mattina contro una forte posizione avanzata avversaria nella zona del Col di Lana.
Il bravo Suo figliolo si accinse alla impresa tranquillo e sereno e per quanto disgraziatamente
ebbi l’onore di averlo pochissimo tempo ai miei ordini mi era formato il concetto che dovesse
essere un ottimo ufficiale: obbediente, rispettoso, coraggioso. I fatti dimostrarono che non mi ero
sbagliato, anzi il mio giudizio venne superato. Suo figlio si comportò da Eroe! Alla testa del suo
plotone, sorridente e conscio del suo grave compito, attaccò la trincea nemica sotto un fuoco
infernale di fucileria e mitragliatrici arrivando a pochi metri dall’avversario. Vicino a lui
trovavasi un altro ufficiale della Compagnia certo S.Tenente Chiaradia
che ebbe il piacere di rivolgergli le ultime parole. Si salutarono spensieratamente, subito dopo il
povero figlio Suo, preso di mira da una mitragliatrice posta a brevissima distanza cadde fulminato
senza emettere sillaba! La morte Sua fu istantanea; venne colpito alla testa, al petto, ad una
gamba. Il corpo suo venne pietosamente raccolto e trasportato in seconda linea e deposto nella
bara. Il giorno dopo accompagnato da una scorta d’onore, dagli ufficiali della Compagnia e dal
Cappellano militare, fu seppellito nel cimitero di Andraz (Distretto di Livinallongo). Riposa in
prossimità della Chiesa, avendo individuata la sua fossa con una croce e una targa su cui venne
scolpito il Suo Cognome, nome, qualifica, e giorno della morte. Per il coraggio dimostrato, per il
Suo alto valore, venne proposto per una ricompensa al valor militare; nel cuore di tutti gli
ufficiali del Reparto, resterà la Sua cara memoria quale esempio e incitamento per le nuove lotte.
Ed a Lei, Egregio Signore, vada il saluto mio reverente e commosso, come quello dei miei Ufficiali,
per il modo con cui ha espresso orgoglioso il dolore per la perdita irreparabile, a Lei le nostre
vivissime e sincere condoglianze.
Il Capitano
Comandante la Compagnia
Brida Tito
Joseph Gorret
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Nato l'8 ottobre 1893 a Valtournanche (AO)
Morto il 16 dicembre 1915 su Cima Lana
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Comandante di plotone, in difficili condizioni di manovra, si slanciava con valore all'assalto delle trincee nemiche cadendo colpito a morte sotto il vivo fuoco avversario.Cima Lana, 16 dicembre 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Figlio del Sindaco Umberto Giovanni Battista Gorret e di Maria Carolina Perron, Joseph nasce a
Valtournanche, allora in provincia di Torino, l’8 ottobre del 1893. Prossimo ai ventun’anni, nel
luglio del 1914, consegue la licenza liceale al Regio Istituto “Vittorio Emanuele” di Aosta ed il 4
novembre si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza. Sette mesi più tardi è chiamato alle armi per
mobilitazione, assegnato all’8° reggimento di Fanteria, ed è quindi inviato alla Scuola Militare di
Modena a frequentare un breve corso per allievi ufficiali. Lì ha modo di incontrare altri giovani
come lui, tra i quali Aldo Ventani ed
Alberto Polin coi quali, il 13 dicembre del 1915, raggiunge
nell’Alto Cordevole il comando del battaglione alpini Belluno
al quale i tre giovani ufficiali sono stati assegnati.
Gorret e Polin vengono aggregati alla 79ª
compagnia che, agli ordini del capitano Tito Brida, si sta predisponendo per tentare un ennesimo,
disperato assalto alla cima del Col di Lana. Neppure il tempo di ambientarsi, né di fare un
po’ meglio la conoscenza con gli uomini della sua squadra, che il sottotenente Gorret viene chiamato
subito all’azione. Alle tre di notte del 16 dicembre, appena tre giorni dopo il suo arrivo, Joseph
conduce il 4° plotone verso Cima Lana dove si ricongiunge col resto della 79ª compagnia, con altri
reparti della 77ª e la 6ª sezione mitragliatrici. Con l’ordine di avanzare decisamente, verso le
quattro e mezza di mattina le prime squadre si lanciano in un attacco frontale contro le trincee
dei Kaiserjäger. "I reparti sono impegnati senza probabilità di successo – si legge nel diario
del battaglione Belluno - con molte perdite; si mandano a rincalzo le riserve; queste, malgrado
tutte le prove di audacia e valore non migliorano la situazione arrestate, oltre che dal nemico,
dalla tormenta."
Al battaglione Belluno quell’insensato assalto ordinato dagli “Alti Comandi” costa alla fine la
perdita di 12 alpini, 1 disperso e 63 feriti. Muore anche un giovane ufficiale, il ventiduenne
sottotenente Gorret al quale (magra consolazione per i suoi cari) verrà attribuita una medaglia
d’argento al valore.
Zona di guerra, 31 dicembre 1915
7° Reggimento Alpini
79ª Compagnia
Ill. Signor Gorret Umberto,
In risposta pregiatissima Sua del 24 corrente mese mi accingo a darle tutti i particolari sulla
morte gloriosa del povero figlio Suo Giuseppe, particolari che realmente avevo in mente di inviarLe
come mio dovere, e che Le avrei anche inviati prima se circostanze dipendenti da cause di forza
maggiore non me lo avessero impedito. Sento io non pertanto il dovere di chiederLe scusa
dell’involontario ritardo.
Il figlio Suo arrivò alla mia Compagnia, proveniente da Belluno, il giorno 14 sera e venne
destinato al comando del 4° plotone.
La Compagnia partì in avamposti il giorno 15 per prepararsi ad un’azione d’attacco per il 16
mattina contro una forte posizione avanzata avversaria nella zona del Col di Lana.
Il bravo Suo figliolo si accinse alla impresa tranquillo e sereno e per quanto disgraziatamente
ebbi l’onore di averlo pochissimo tempo ai miei ordini mi era formato il concetto che dovesse
essere un ottimo ufficiale: obbediente, rispettoso, coraggioso. I fatti dimostrarono che non mi ero
sbagliato, anzi il mio giudizio venne superato. Suo figlio si comportò da Eroe! Alla testa del suo
plotone, sorridente e conscio del suo grave compito, attaccò la trincea nemica sotto un fuoco
infernale di fucileria e mitragliatrici arrivando a pochi metri dall’avversario. Vicino a lui
trovavasi un altro ufficiale della Compagnia certo S.Tenente Chiaradia
che ebbe il piacere di rivolgergli le ultime parole. Si salutarono spensieratamente, subito dopo il
povero figlio Suo, preso di mira da una mitragliatrice posta a brevissima distanza cadde fulminato
senza emettere sillaba! La morte Sua fu istantanea; venne colpito alla testa, al petto, ad una
gamba. Il corpo suo venne pietosamente raccolto e trasportato in seconda linea e deposto nella
bara. Il giorno dopo accompagnato da una scorta d’onore, dagli ufficiali della Compagnia e dal
Cappellano militare, fu seppellito nel cimitero di Andraz (Distretto di Livinallongo). Riposa in
prossimità della Chiesa, avendo individuata la sua fossa con una croce e una targa su cui venne
scolpito il Suo Cognome, nome, qualifica, e giorno della morte. Per il coraggio dimostrato, per il
Suo alto valore, venne proposto per una ricompensa al valor militare; nel cuore di tutti gli
ufficiali del Reparto, resterà la Sua cara memoria quale esempio e incitamento per le nuove lotte.
Ed a Lei, Egregio Signore, vada il saluto mio reverente e commosso, come quello dei miei Ufficiali,
per il modo con cui ha espresso orgoglioso il dolore per la perdita irreparabile, a Lei le nostre
vivissime e sincere condoglianze.
Il Capitano
Comandante la Compagnia
Brida Tito
Joseph Gorret