Mensio François
Sottotenente
23° Brigata Como
Nato il 14 ottobre 1890 ad Aosta
Morto il 19 giugno 1915 presso Son Pauses
Decorazioni
Medaglia di Bronzo
Di sua spontanea volontà, tentava ricuperare la salma di un ufficiale, caduto a poche centinaia di
metri da un forte nemico. Fallito il tentativo, causa il fuoco intenso e l’insidiosità dei
riflettori nemici, rimaneva, nel ritorno, vittima di un doloroso incidente.
Son Pauses, 17 giugno 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Figlio unico di padre ottuagenario, François avrebbe potuto farsi esonerare dal servizio militare
ma, subito dopo aver conseguito la licenza liceale nella nativa Aosta, sceglie di arruolarsi come
volontario in un plotone allievi ufficiali di complemento del 54° fanteria.
Alla fine di settembre del 1911, appena ottenuta la promozione a sergente, nonostante la recente
perdita di suo padre, François insiste con i suoi superiori per essere inviato in Libia dove altri
giovani come lui hanno scelto di dare il proprio apporto alle aspirazioni coloniali della Patria.
"Lei è un bravo ragazzo, - ha modo di dirgli il comandante dell'82° fanteria al quale è
stato aggregato - vorrei che fossero tutti così nel mio reggimento. Vada, e si ricordi che gli
altri soldati avranno nel loro sergente un esempio!".
"A proposito della mia partenza da Ivrea, - scrive a sua madre dopo essere sbarcato a Tripoli -
io non avevo voluto dirti che ciò era avvenuto per mia volontà, perché temevo che tu avessi a
interpretare male i miei sentimenti. Ma poiché tu sai essere tanto nobile e grande d'animo, da
approvare il mio passo, io mi sento sollevato e guardo tutti coloro che mi circondano, colla
perfetta sicurezza che nessuna madre vale la mia. [...] Ciò che mi ha spinto a partire è
l'entusiasmo, che suscitò in me quel conflitto, dal quale il nome d'Italia deve uscire più puro e
con un prestigio più grande di quello che ebbe fino a questi giorni [...]".
In Libia Mensio prende parte a numerosi combattimenti, distinguendosi in particolare ad Ain Zara
dove ottiene sul campo la promozione al grado di sottotenente. Assegnato quindi al 23° fanteria,
partecipa alle azioni che si svolgono presso il Marabutto di Sid Messri dimostrando anche in
quell'occasione doti di coraggio e altruismo. Conosce, tra gli altri, il
sottotenente Gioacchino Jacobelli col quale stringe una
sincera amicizia condividendo con lui ideali e ambizioni.
Tornato in Patria, allo scoppio della Grande Guerra, anche il sottotenente Mensio parte per il
Cadore e pochi giorni dopo il suo arrivo assiste ai combattimenti contro il caposaldo austriaco di
Son Pauses restando col suo plotone in posizione di rincalzo.
L'amico Jacobelli è invece tra gli attaccanti, nelle file
della colonna chiamata ad attaccare frontalmente le fortificazioni.
Il 15 giugno i fanti che hanno sostenuto l'infruttuoso assalto rientrano esausti ed a ranghi
decimati. François cerca il suo amico, chiede ansiosamente informazioni ed infine scopre, con
immane tristezza, che Gioacchino non è tornato: è rimasto lassù, da qualche parte, sotto la Sella
di Son Pouses. Qualcuno l'ha visto cadere mentre conduceva coraggiosamente il suo reparto
all'assalto, ma i portaferiti di più non sanno riferire: il suo corpo non è stato ritrovato.
Mensio non si dà pace, spera di trovare l'amico ancora vivo o per lo meno, se fosse morto, vuol
dare degna sepoltura al suo corpo. Chiede il permesso di andare lassù dove si è appena spenta la
battaglia ed infine il suo colonnello cede alle insistenze. Nonostante il maltempo, nella notte
sul 17 parte assieme al suo attendente e per alcune ore cerca tra le rocce e negli anfratti.
Determinato nel suo intento non vuole arrendersi e finalmente, sul fondo di un canalone, trova
l'amico esanime. Recupera gli oggetti personali da inviare alla famiglia e con l'aiuto
dell'attendente trascina il corpo fuori dall'avvallamento. I nemici s'accorgono del movimento e
sparano; François viene colpito alla coscia ma continua imperterrito nella sua impresa. Tampona
alla meglio la ferita ma per lo sforzo gli vengono meno le energie. Si trascina come può per
tutta la notte ed all'alba, esausto, raggiunge l'accampamento. Consegna gli oggetti dell'amico e
indica il luogo dove giace la salma, quindi perde conoscenza. Dopo poche ore, nonostante le
solerti cure mediche, il sottotenente François Mensio muore per emorragia; è il primo valdostano
a cadere sul campo di battaglia.
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Nato il 14 ottobre 1890 ad Aosta
Morto il 19 giugno 1915 presso Son Pauses
Decorazioni
Medaglia di Bronzo
Di sua spontanea volontà, tentava ricuperare la salma di un ufficiale, caduto a poche centinaia di metri da un forte nemico. Fallito il tentativo, causa il fuoco intenso e l’insidiosità dei riflettori nemici, rimaneva, nel ritorno, vittima di un doloroso incidente.Son Pauses, 17 giugno 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Figlio unico di padre ottuagenario, François avrebbe potuto farsi esonerare dal servizio militare
ma, subito dopo aver conseguito la licenza liceale nella nativa Aosta, sceglie di arruolarsi come
volontario in un plotone allievi ufficiali di complemento del 54° fanteria.
Alla fine di settembre del 1911, appena ottenuta la promozione a sergente, nonostante la recente
perdita di suo padre, François insiste con i suoi superiori per essere inviato in Libia dove altri
giovani come lui hanno scelto di dare il proprio apporto alle aspirazioni coloniali della Patria.
"Lei è un bravo ragazzo, - ha modo di dirgli il comandante dell'82° fanteria al quale è
stato aggregato - vorrei che fossero tutti così nel mio reggimento. Vada, e si ricordi che gli
altri soldati avranno nel loro sergente un esempio!".
"A proposito della mia partenza da Ivrea, - scrive a sua madre dopo essere sbarcato a Tripoli -
io non avevo voluto dirti che ciò era avvenuto per mia volontà, perché temevo che tu avessi a
interpretare male i miei sentimenti. Ma poiché tu sai essere tanto nobile e grande d'animo, da
approvare il mio passo, io mi sento sollevato e guardo tutti coloro che mi circondano, colla
perfetta sicurezza che nessuna madre vale la mia. [...] Ciò che mi ha spinto a partire è
l'entusiasmo, che suscitò in me quel conflitto, dal quale il nome d'Italia deve uscire più puro e
con un prestigio più grande di quello che ebbe fino a questi giorni [...]".
In Libia Mensio prende parte a numerosi combattimenti, distinguendosi in particolare ad Ain Zara
dove ottiene sul campo la promozione al grado di sottotenente. Assegnato quindi al 23° fanteria,
partecipa alle azioni che si svolgono presso il Marabutto di Sid Messri dimostrando anche in
quell'occasione doti di coraggio e altruismo. Conosce, tra gli altri, il
sottotenente Gioacchino Jacobelli col quale stringe una
sincera amicizia condividendo con lui ideali e ambizioni.
Tornato in Patria, allo scoppio della Grande Guerra, anche il sottotenente Mensio parte per il
Cadore e pochi giorni dopo il suo arrivo assiste ai combattimenti contro il caposaldo austriaco di
Son Pauses restando col suo plotone in posizione di rincalzo.
L'amico Jacobelli è invece tra gli attaccanti, nelle file
della colonna chiamata ad attaccare frontalmente le fortificazioni.
Il 15 giugno i fanti che hanno sostenuto l'infruttuoso assalto rientrano esausti ed a ranghi
decimati. François cerca il suo amico, chiede ansiosamente informazioni ed infine scopre, con
immane tristezza, che Gioacchino non è tornato: è rimasto lassù, da qualche parte, sotto la Sella
di Son Pouses. Qualcuno l'ha visto cadere mentre conduceva coraggiosamente il suo reparto
all'assalto, ma i portaferiti di più non sanno riferire: il suo corpo non è stato ritrovato.
Mensio non si dà pace, spera di trovare l'amico ancora vivo o per lo meno, se fosse morto, vuol
dare degna sepoltura al suo corpo. Chiede il permesso di andare lassù dove si è appena spenta la
battaglia ed infine il suo colonnello cede alle insistenze. Nonostante il maltempo, nella notte
sul 17 parte assieme al suo attendente e per alcune ore cerca tra le rocce e negli anfratti.
Determinato nel suo intento non vuole arrendersi e finalmente, sul fondo di un canalone, trova
l'amico esanime. Recupera gli oggetti personali da inviare alla famiglia e con l'aiuto
dell'attendente trascina il corpo fuori dall'avvallamento. I nemici s'accorgono del movimento e
sparano; François viene colpito alla coscia ma continua imperterrito nella sua impresa. Tampona
alla meglio la ferita ma per lo sforzo gli vengono meno le energie. Si trascina come può per
tutta la notte ed all'alba, esausto, raggiunge l'accampamento. Consegna gli oggetti dell'amico e
indica il luogo dove giace la salma, quindi perde conoscenza. Dopo poche ore, nonostante le
solerti cure mediche, il sottotenente François Mensio muore per emorragia; è il primo valdostano
a cadere sul campo di battaglia.