Jacobelli Gioacchino
Sottotenente
23° Brigata Como
Nato il 25 maggio 1890 a Oliveto in Sabina (PG)
Morto il 14 giugno 1915 sul Son Pauses
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Mentre animosamente conduceva il proprio reparto all’attacco, colpito mortalmente da palla nemica,
continuò ad incitare i propri dipendenti, dando loro mirabile esempio di serenità e stoicismo.
Son Pauses, 14 giugno 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Gioacchino nasce il 25 maggio 1890 nella frazione Torricella di Oliveto in Sabina in provincia di
Perugia. Gino, come lo chiamano in famiglia, frequenta le scuole elementari ed il ginnasio a Rieti,
quindi si reca a Perugia per ottenere il diploma e infine a Monteleone Sabino dove esercita il
magistero.
Chiamato alle armi, viene destinato a Roma all'81° fanteria dov'é ammesso al plotone allievi
ufficiali di complemento. Raggiunto il grado di sergente viene trasferito all'82° reggimento col
quale, appena dichiarata la guerra italo-turca, parte per la Tripolitania. Qui conosce altri
giovani ufficiali che, come lui, sono fieri di servire la Patria anche in terra d'oltremare.
Prende parte a diversi fatti d'arme distinguendosi sempre per il suo ardimento, specialmente nei
combattimenti di Ain Zara, alla fine del dicembre 1911, alle dipendenze del generale Rinaldi. In
Libia, nel gennaio del 1912, viene nominato sottotenente e trasferito al 23° fanteria della
Brigata Como. Lì ha modo di conoscere un suo coetaneo, anch'egli promosso sul campo: il
valdostano François Mensio col quale Gioacchino condivide fin da
subito idee e aspirazioni. Tra loro nasce ben presto una sincera amicizia che li legherà sino alla
morte.
Rientrato in Italia il sottotenente Jacobelli presta servizio a Novara e quindi a Biella, e durante
gli scioperi agrari è inviato a Milano con mansioni d'ordine pubblico.
Nel maggio del 1915, poco prima della dichiarazione di guerra, parte per il Cadore assieme al suo
reggimento e nella notte sul 24 passa il confine a sud di Cortina d'Ampezzo. Il giorno prima aveva
scritto a suo padre: "Il confine è a breve distanza; le Alpi tracciano la barriera, ma noi,
superandole, manderemo dall'alto il grido della vittoria. Giungerà sino a te e a mamma? Che v'apra
il cuore alla fiducia negli eventi. Essa è vivissima in noi, poiché la nostra bandiera marcia al
trionfo del diritto nazionale, marcia al castigo di chi volle la guerra e dovrà subire la
pace [...]".
Il 14 giugno, agli ordini del tenente colonnello Zoppi, prende
parte all'assalto contro Son Pauses cadendo eroicamente. Il recupero della sua salma dà luogo ad
una mirabile prova di eroismo da parte del suo compagno e giurato
amico François Mensio. Il corpo di Gioacchino Jacobelli,
rinvenuto sul fondo di un dirupo, sarà sepolto in vicinanza della strada di Alemagna, sotto
l'altura di Podestagno, a quota 1508.
Verrà commemorato dalla Giunta di Rieti, dal Consiglio comunale di Torricella in Sabina ed alla
memoria gli sarà attribuita la medaglia d'argento al Valor Militare.
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Nato il 25 maggio 1890 a Oliveto in Sabina (PG)
Morto il 14 giugno 1915 sul Son Pauses
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Mentre animosamente conduceva il proprio reparto all’attacco, colpito mortalmente da palla nemica, continuò ad incitare i propri dipendenti, dando loro mirabile esempio di serenità e stoicismo.Son Pauses, 14 giugno 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Gioacchino nasce il 25 maggio 1890 nella frazione Torricella di Oliveto in Sabina in provincia di
Perugia. Gino, come lo chiamano in famiglia, frequenta le scuole elementari ed il ginnasio a Rieti,
quindi si reca a Perugia per ottenere il diploma e infine a Monteleone Sabino dove esercita il
magistero.
Chiamato alle armi, viene destinato a Roma all'81° fanteria dov'é ammesso al plotone allievi
ufficiali di complemento. Raggiunto il grado di sergente viene trasferito all'82° reggimento col
quale, appena dichiarata la guerra italo-turca, parte per la Tripolitania. Qui conosce altri
giovani ufficiali che, come lui, sono fieri di servire la Patria anche in terra d'oltremare.
Prende parte a diversi fatti d'arme distinguendosi sempre per il suo ardimento, specialmente nei
combattimenti di Ain Zara, alla fine del dicembre 1911, alle dipendenze del generale Rinaldi. In
Libia, nel gennaio del 1912, viene nominato sottotenente e trasferito al 23° fanteria della
Brigata Como. Lì ha modo di conoscere un suo coetaneo, anch'egli promosso sul campo: il
valdostano François Mensio col quale Gioacchino condivide fin da
subito idee e aspirazioni. Tra loro nasce ben presto una sincera amicizia che li legherà sino alla
morte.
Rientrato in Italia il sottotenente Jacobelli presta servizio a Novara e quindi a Biella, e durante
gli scioperi agrari è inviato a Milano con mansioni d'ordine pubblico.
Nel maggio del 1915, poco prima della dichiarazione di guerra, parte per il Cadore assieme al suo
reggimento e nella notte sul 24 passa il confine a sud di Cortina d'Ampezzo. Il giorno prima aveva
scritto a suo padre: "Il confine è a breve distanza; le Alpi tracciano la barriera, ma noi,
superandole, manderemo dall'alto il grido della vittoria. Giungerà sino a te e a mamma? Che v'apra
il cuore alla fiducia negli eventi. Essa è vivissima in noi, poiché la nostra bandiera marcia al
trionfo del diritto nazionale, marcia al castigo di chi volle la guerra e dovrà subire la
pace [...]".
Il 14 giugno, agli ordini del tenente colonnello Zoppi, prende
parte all'assalto contro Son Pauses cadendo eroicamente. Il recupero della sua salma dà luogo ad
una mirabile prova di eroismo da parte del suo compagno e giurato
amico François Mensio. Il corpo di Gioacchino Jacobelli,
rinvenuto sul fondo di un dirupo, sarà sepolto in vicinanza della strada di Alemagna, sotto
l'altura di Podestagno, a quota 1508.
Verrà commemorato dalla Giunta di Rieti, dal Consiglio comunale di Torricella in Sabina ed alla
memoria gli sarà attribuita la medaglia d'argento al Valor Militare.